Vaginismo: Cos’è, Sintomi e Come Superarlo – Guida Psicologica e Terapeutica

Staff Psicologi Italia

🌸 Vaginismo – Quando il corpo si chiude per proteggerti

Ci sono ferite che il corpo conosce prima di te.
Non hanno voce, ma hanno gesto. Non si annunciano con parole, ma con chiusure, trattenimenti, silenzi profondi.

Il vaginismo è una di queste.

Non è colpa.
Non è debolezza.
Non è rifiuto.

È il modo più profondo e arcaico con cui il tuo corpo ha deciso di proteggerti, anche da ciò che la tua mente desidera.

💠 Cos’è davvero il vaginismo?

Clinicamente, il vaginismo è una contrazione involontaria dei muscoli del pavimento pelvico che rende difficile o impossibile la penetrazione vaginale, anche in presenza di desiderio e stimolazione adeguata.
Ma questa definizione, pur corretta, è incompleta.
Perché il vaginismo è prima di tutto una esperienza esistenziale.
È un blocco corporeo che parla una lingua antica: la lingua del trauma, del confine violato, della paura, della vergogna, del non sapere come dire “no” in modo sicuro.

🔍 Quali sono le forme di vaginismo?

Ci sono almeno tre forme principali, che spesso si intrecciano:
- Vaginismo primario: presente fin dai primi tentativi di penetrazione. A volte sin dall’adolescenza. Nessun rapporto sessuale completo è mai stato possibile.
- Vaginismo secondario: si manifesta dopo un periodo in cui i rapporti erano possibili. Può insorgere dopo un trauma, una separazione, un parto, o senza causa apparente.
- Vaginismo situazionale: compare solo in certe condizioni, con certi partner o contesti, mentre in altri momenti non si manifesta.
In ogni caso, il corpo si fa soglia.
Una soglia che non lascia entrare, ma non lo fa per punire, lo fa per proteggere.

🧠 Il corpo non tradisce. Reagisce.

Molte donne con vaginismo si sentono in colpa.
Pensano:
“È tutto nella mia testa.”
“Sono io che sono sbagliata.”
“Forse non amo abbastanza.”
Ma il corpo non è contro di te.
Il corpo ha imparato, da qualche parte nella tua storia – o anche prima di te – che lasciarsi penetrare poteva essere pericoloso, doloroso, annullante.
Il vaginismo è una memoria emozionale incarnata.
Un gesto che si ripete senza autorizzazione.
Un “no” che il corpo dice, a volte, perché nessuno ti ha insegnato a dirlo a voce alta prima.

💬 Come capire se soffro di vaginismo?

Potresti soffrire di vaginismo se:

- Ogni tentativo di penetrazione è doloroso, impossibile o causa ansia intensa
- Ti senti bloccata, ma non riesci a rilassarti nemmeno con il partner giusto
- Hai fatto esami medici che non mostrano problemi fisici, ma il dolore persiste
- Ti vergogni profondamente del tuo corpo, del sesso, o eviti qualsiasi contatto vaginale
- Hai paura che “scopriranno che non sei normale”

👉 Non serve che tutti questi sintomi siano presenti.
Basta sentire che qualcosa si chiude, anche quando tu vorresti aprirti.

🧭 Il vaginismo si può curare?

Sì.
Il vaginismo è trattabile e, in molti casi, totalmente risolvibile.
Ma non con la forza.
Non con l’obbligo.
Non con la fretta.

Serve un approccio integrato che includa:
- Psicoterapia specializzata: meglio se sessuologica o focalizzata sul trauma
- Educazione sessuale empatica e non giudicante
- Esercizi graduali con dilatatori, solo quando la persona è pronta
- Lavoro corporeo dolce (es. mindfulness pelvica, respirazione, consapevolezza del bacino)
- A volte, trattamenti fisioterapici pelvi-perineali

Ma la vera cura comincia quando smetti di combattere il corpo e cominci ad ascoltarlo come una parte saggia, anche se sofferente.

🪷 Ritrovare il corpo: un primo passo possibile

Chi soffre di vaginismo spesso vive il proprio corpo come un nemico.
Lo sente inaffidabile, doloroso, chiuso.
Ma il corpo è ancora lì.
Aspetta solo che tu possa riconoscerlo non come barriera, ma come territorio sacro.

Un piccolo esercizio:
Chiudi gli occhi.
Posa una mano sul ventre, l’altra sul petto.
Respira lentamente, immaginando il tuo bacino come una conchiglia.
Non forzare nulla. Solo senti. È chiusa? È fredda? È distante?
Va bene così.
Solo oggi, resta.
Non per cambiare nulla. Solo per esserci.
Questo è il primo atto terapeutico.
Non invadere. Non correggere.
Rimanere. Con presenza.

🌙 La guarigione è un viaggio. E non devi farlo da sola.

Se stai leggendo queste righe, è perché una parte di te vuole guarire davvero.
Una parte che non si accontenta più di sopportare, spiegare, giustificare.

👉 Forse sei stanca di sentirti “quella strana”.
👉 Forse vuoi vivere una sessualità libera, ma ti senti sempre frenata.
👉 Forse non ne hai mai parlato con nessuno.

Qui c’è uno spazio per cominciare.
Non devi già sapere tutto.
Devi solo sapere che non sei sola.

🫂 Il partner: cosa può fare, cosa NON deve fare

Il vaginismo non riguarda solo la persona che lo vive, ma spesso si estende anche alla relazione.
Quando c'è una coppia, il partner può diventare una risorsa straordinaria — o, inconsapevolmente, un elemento che amplifica il dolore.

Molte donne che vivono il vaginismo temono di deludere, di perdere il legame affettivo, di non essere più desiderabili. E molti partner, pur mossi da amore, cadono nella trappola del “risolvere”: forzano, consigliano, si impongono o si ritirano frustrati.

Ma il vaginismo non si vince con il ragionamento, né con l’insistenza. Il corpo non si apre sotto pressione. Si apre sotto protezione.

Cosa può fare, allora, chi ama una persona che soffre di vaginismo?

Può esserci. Non giudicare. Non pretendere tempi o risultati. Offrire parole semplici: “Ti credo. Ti aspetto. Ci sono.”
E — quando necessario — può anche cercare uno spazio terapeutico per sé, per esplorare le proprie emozioni, paure, ferite.

Essere accanto non significa avere tutte le risposte. Significa restare, senza invadere. E questa, a volte, è già guarigione.

🌫️ Vaginismo e trauma: il legame invisibile

Non è sempre facile collegare il vaginismo a un evento traumatico specifico. Non tutte le donne che ne soffrono hanno subito violenze o abusi riconoscibili.
Ma molte portano dentro di sé esperienze non elaborate: sguardi intrusivi, educazioni sessuali punitive, silenzi familiari, messaggi interiorizzati sul corpo e sulla sessualità come luoghi di vergogna.

Il trauma può essere acuto, ma anche sottile. Può essere intergenerazionale. Può non essere “ricordato”, ma solo inciso nelle fibre profonde del corpo.

Il vaginismo, in questo senso, è un gesto corporeo che racconta qualcosa che la coscienza non ha ancora potuto nominare. È una memoria emotiva che agisce per proteggere da ciò che un tempo è stato vissuto come minaccia, invasione, annullamento.

Lavorare su questo richiede delicatezza. Significa creare un contesto in cui il corpo possa riscrivere le sue risposte, non perché viene forzato, ma perché comincia a sentirsi al sicuro.

🌀 “E se non lo risolvo mai?” – La paura della cronicità

Una delle paure più profonde — e spesso mai dette ad alta voce — è quella di rimanere così per sempre.

“E se non cambierà mai?”
“E se io fossi semplicemente fatta male?”
“E se nessuna terapia funzionerà davvero?”

Il timore della cronicità è come un’eco sotterranea. Alimenta la vergogna, spegne la speranza, rende ogni passo verso la guarigione più difficile.

Ma il corpo non è un meccanismo rotto. È un organismo vivo, mutevole, sensibile al contesto e alla relazione.
Il vaginismo non è una condanna a vita. È una risposta — e ogni risposta può essere rinegoziata, se le condizioni cambiano.

Ci sono donne che hanno trovato sollievo dopo mesi, altre dopo anni. Non esiste una scadenza. Esiste un percorso.
E il percorso non è lineare. Ci saranno giorni di apertura e giorni di chiusura. Ma ogni volta che scegli di non giudicarti, ogni volta che ascolti il tuo corpo invece di combatterlo, tu stai già guarendo.

🌱 Quando guarire è anche rinascere

Molte persone pensano che guarire dal vaginismo significhi semplicemente “riuscire ad avere un rapporto sessuale completo”. Ma la verità è che questo processo è spesso molto più profondo, trasformativo, identitario.

Guarire può significare ritrovare la propria voce.
Imparare a dire no, a scegliere, a sentire.
Significa riscoprire il proprio corpo non come qualcosa da temere o correggere, ma come luogo abitabile, sensuale, vivo.

La sessualità, una volta liberata dal dolore e dalla paura, non torna “come prima”. Diventa nuova.
Più autentica. Più consapevole. Più tua.

Per molte donne, questo cammino non è solo una cura. È una rinascita.
Una riscoperta della propria interezza.
E della possibilità, finalmente, di abitare pienamente la propria vita.

📘 Un libro che potrebbe essere importante nel tuo percorso

“Il corpo può diventare prigione… oppure ponte.”
Se queste parole ti hanno toccata, potresti sentire qualcosa anche leggendo una storia vera.
Una storia che non pretende di spiegarti cos’hai, ma che ti fa sentire meno sola.

Nuda contro me stessa – La mia storia di vaginismo

Non è un manuale.
È il racconto crudo e delicato di chi il vaginismo l’ha vissuto davvero.
Una compagna di viaggio nei giorni in cui hai più bisogno di sentire che guarire è possibile.

📚 Bibliografia essenziale

  • Il corpo accusa il colpo. Raffaello Cortina - Valdrè, R. (2019).
  • Il dolore sessuale femminile. Guerini Scientifica - APA (2022).
  • DSM-5-TR – Manuale Diagnostico - WHO (2019).
  • ICD-11 – Classificazione Internazionale delle Malattie

Staff Psicologi Italia