Non so se chiamarla impotenza

Michela

Buonasera, sono sposata con mio marito da 18 anni, lui ha 49 anni io ne ho 45, i nostri rapporti sessuali sono sempre stati tra alti e bassi, regolari, ormai è da qualche mese che ho notato un calo della libido, non so come definirla, lui continua ad essere attratto da me e ad aver voglia di continuare ad avere rapporti sessuali, solo che ultimamente ho notato una sua difficoltà ad eccitarsi ed il pene flaccido. A volte riesce comunque ad avere l'erezione, il problema è che per me non è piacevole e non so come affrontare l'argomento. Tempo fa prima di avere la mia seconda gravidanza, per accertamenti richiesti dopo vari tentativi avuti senza successo, gli è stato diagnosticato un varicocele. Vorrei sapere se può dipendere da questo e soprattutto come affrontare l'argomento senza ferirlo, so che ci sono molti esperti che potrebbero aiutarlo, ma è difficile se la parte in causa fa finta di niente.

7 risposte degli esperti per questa domanda

Salve Michela,

la ringrazio per aver condiviso con sincerità una situazione così intima e complessa. Come sa, la sessualità all’interno di una relazione di lunga durata come la vostra attraversa fasi diverse, a volte segnate da alti e bassi, e spesso riflette non solo aspetti fisici, ma anche emozioni profonde, dinamiche inconsce e temi legati all’identità di entrambi. Il calo della libido e le difficoltà di erezione di suo marito possono avere certamente anche una componente fisiologica, e il varicocele diagnosticato potrebbe contribuire a questo. Ma vorrei invitarla a considerare anche un’altra prospettiva, quella simbolica e psicosomatica, che può aiutarci a comprendere cosa il corpo stia “raccontando” attraverso questo disturbo. Secondo alcune teorie, come quelle di Rüdiger Dahlke, il varicocele potrebbe rappresentare simbolicamente un “ristagno” dell’energia maschile, una tensione che fatica a esprimersi liberamente. Spesso, infatti, i problemi legati alla sfera sessuale possono riflettere conflitti più profondi legati all’identità, al ruolo, al desiderio e alla creatività, non solo in senso fisico ma anche emotivo e relazionale. Il corpo, in questo senso, manifesta un disagio che può riguardare la paura inconscia di assumersi nuove responsabilità, la difficoltà a lasciare andare un certo controllo o la fatica a comunicare bisogni e vulnerabilità. Questo può spiegare anche la resistenza di suo marito a “vedere” il problema apertamente. Per affrontare la questione senza ferirlo, può essere utile creare uno spazio di ascolto empatico e sincero, partendo da ciò che lei vive: parlare di come si sente, senza incolpare, ma mostrando la sua vulnerabilità. Spesso è proprio in quel dialogo che si apre una possibilità di cambiamento e di vicinanza nuova. Se vi sembra complicato, uno spazio di coppia con un professionista potrebbe supportarvi nel dare voce a questi sentimenti e difficoltà, facilitando la comprensione reciproca.

Un caro saluto,
Dott.ssa Veronica Socionovo

Ciao Michela

Quello che stai vivendo è molto più comune di quanto si pensi, ma spesso viene taciuto proprio per il timore di ferire, come stai esprimendo anche tu. Sul piano fisico: il varicocele può influire sulla fertilità e in certi casi anche sulla funzione erettile, anche se più raramente. È una dilatazione delle vene nello scroto che può alterare la qualità del sangue e la termoregolazione testicolare, con effetti sulla produzione di testosterone. Tuttavia, non è detto che sia l’unica o la principale causa del problema attuale.

A 49 anni, ci possono essere molteplici fattori in gioco:

  • variazioni ormonali (es. testosterone in calo),

  • stress o affaticamento,

  • preoccupazioni legate alla prestazione,

  • problemi di circolazione o altre condizioni mediche,

  • oppure anche dinamiche relazionali non espresse.

È chiaro che ti importa molto di lui e della vostra intimità, e questo è già un ottimo punto di partenza. Ecco qualche spunto pratico

1. Scegli un momento sereno Non affrontare il discorso subito dopo un rapporto insoddisfacente o durante un momento teso. Aspetta un’occasione tranquilla, magari quando vi sentite connessi.

 2. Parla in prima persona.Parla dei tuoi sentimenti, non di ciò che "manca" in lui. Ad esempio: "Ultimamente mi sento un po’ confusa riguardo alla nostra intimità, mi piacerebbe parlarne con te perché per me è importante sentirmi vicina a te, anche fisicamente.”

3. Invita, non accusi Puoi dire: “Ho notato qualche cambiamento e non voglio che tu ti senta sotto pressione, ma magari parlarne insieme o anche solo fare qualche controllo potrebbe aiutarci entrambi a stare meglio.”

4. Rassicuralo. Molti uomini vivono questi momenti come un fallimento personale. Fagli capire che non lo stai giudicando e che il tuo interesse nasce dall’amore, non dalla critica. “Ti desidero ancora, non è questo il problema. Voglio solo che entrambi possiamo sentirci bene e liberi di essere noi stessi.

Se lui è aperto, potreste valutare insieme una visita da un andrologo o un sessuologo. A volte basta poco per fare chiarezza o trovare soluzioni (anche non invasive). Un professionista può distinguere tra cause organiche e psicologiche e proporre il percorso più adatto.

Cara Michela, quello che stai cercando non è solo "fare sesso", ma ritrovare una connessione profonda con tuo marito. E questo desiderio è bellissimo e merita spazio e rispetto. Parlare con amore, senza giudicare, è il miglior modo per aprire una porta che forse anche lui ha timore di varcare.

DOtt.ssa Antonella Bellanzon

Dott.ssa Antonella Bellanzon

Dott.ssa Antonella Bellanzon

Massa-Carrara

La Dott.ssa Antonella Bellanzon offre supporto psicologico anche online

Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo il disagio che può sperimentare e quanto sia impattante sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stessa utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL

Dott. Francesco Damiano Logiudice

Dott. Francesco Damiano Logiudice

Roma

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Gentile Signora,

Il varicocele è una condizione abbastanza comune che può influenzare la fertilità e, in alcuni casi, anche la funzione sessuale. Non sempre provoca problemi, ma in alcune persone può contribuire a una riduzione della qualità dello sperma o, più raramente, a disturbi dell’erezione. È importante valutare ogni caso singolarmente per capire se ci siano effetti sulla tua salute sessuale e se siano necessari degli interventi.

Il varicocele è una dilatazione delle vene del plesso pampiniforme all’interno dello scroto, una condizione abbastanza comune negli uomini, specialmente tra i 15 e i 50 anni. Nella maggior parte dei casi, è benigno e non causa sintomi evidenti.

Tuttavia, in alcuni uomini, soprattutto quando il varicocele è di grado avanzato o non trattato per lungo tempo, può avere effetti negativi sulla produzione di spermatozoi e, in rari casi, anche sulla funzione ormonale o sessuale.

È importante chiarire che il varicocele non causa direttamente "impotenza" (termine ormai desueto che oggi preferiamo sostituire con "disfunzione erettile"), ma può contribuire a una diminuzione della produzione di testosterone o creare un disagio fisico che, nel tempo, può influenzare indirettamente la funzione sessuale. Questo è più frequente in casi avanzati o associati ad altri fattori di rischio (stress, fumo, problemi vascolari, sovrappeso, ecc.).

Nel suo caso, sarà utile valutare se il varicocele stia effettivamente influenzando la qualità della vita o la funzione sessuale. A questo scopo, possiamo eseguire:

Esami del sangue per controllare i livelli ormonali (incluso testosterone totale e libero)

Ecocolordoppler testicolare per valutare il grado del varicocele

Valutazione andrologica completa

Se emergeranno delle alterazioni significative, esistono trattamenti efficaci, sia medici che chirurgici, per migliorare la situazione.

La buona notizia è che, con una diagnosi precisa e un eventuale intervento mirato, è possibile gestire bene la condizione e recuperare una buona qualità della vita sessuale.

Questa è la parte tecnica. Come comunicarlo a suo marito?

Lei è a conoscenza della diagnosi fatta, e per questo potrà chiedere a suo marito di fare delle analisi per approfondire la diagnosi fatta. Può dire che è una sua preoccupazione e che le farebbe piacere se lui si curasse.

Mi tenga al corrente.

Dott.ssa Simonetta Sodo

 

 

 

Buongiorno Michela

La situazione che riporta necessita di approfondimento, possono esserci diverse ragioni dietro le difficoltà che descrive. 

Sarebbe importante affrontarle in uno spazio protetto in cui aprirsi e comunicare efficacemente,  oltre che capire bene cosa accade. E spesso dire al partner che si prova un disagio ma si vuole il suo aiuto per trovare una soluzione è un passo importante da cui iniziare. 

Qualora voleste approfondire sono a disposizione per dei colloqui di coppia.

Cordiali saluti

Dott.ssa Valeria Manni

Dott.ssa Valeria Manni

Roma

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Buongiorno,
grazie per aver condiviso un’esperienza così delicata e personale. Il varicocele può influire sulla fertilità, ma di per sé non è una causa diretta e certa di disfunzione erettile. Tuttavia, se è associato a disturbi circolatori più estesi o a livelli alterati di testosterone, può concorrere a un calo della funzione sessuale. È possibile che l’età e fattori psicologici o relazionali stiano giocando un ruolo più rilevante ora che in passato. A volte la pressione a "performare", la paura di non essere più all’altezza, o piccoli fallimenti possono generare un circolo vizioso tra ansia, evitamento e calo del desiderio. Parlare apertamente, con autenticità e rispetto reciproco, permette di dare un senso condiviso a ciò che si sta vivendo, senza restare soli nei propri vissuti. Il silenzio, a volte, protegge, ma può anche alimentare distanza e incomprensioni. È attraverso il dialogo – non solo verbale, ma anche emotivo – che una coppia può ritrovarsi, riconoscere i cambiamenti e trasformarli in nuove possibilità di intimità. In questi momenti è fondamentale concedersi il permesso di comunicare, con delicatezza ma sincerità.

Un caro saluto,

Dott.ssa Mari Daniela

Dott.ssa Daniela Mari

Dott.ssa Daniela Mari

Roma

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Buonasera Michela, ho letto il suo messaggio. Potrebbe contattarmi telefonicamente domani alle 12:00? Cosi abbiamo modo di capire meglio insieme come provare ad affrontare la questione. Attendo sue. 

Cordiali saluti. 

Dott.ssa Silvia Venditti 

Dott.ssa Silvia Venditti

Dott.ssa Silvia Venditti

Roma

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