A mio marito non interessa fare l’amore con me

Simona

Salve, chiedo il vostro aiuto per una situazione quasi paradossale! Io e mio marito siamo una coppia normale, andiamo d’accordo come una coppia normale, non siamo la coppia del Mulino Bianco, siamo solo persone normali che discutono a volte come fanno le persone normali ma ci vogliamo tanto bene e in seguito a qualsiasi litigio cerchiamo sempre di parlare di tutto e capire il punto di vista dell’altro. Da tempo però mi affligge una questione che sembra in realtà interessare solo a me. Lui é sempre stato da subito poco interessato alla sfera sessuale del rapporto, abbiamo sempre avuto pochi rapporti (2 al mese massimo 3) e quelli che avevamo erano poco coinvolgenti e poco fantasiosi quasi come se si scocciasse. All’inizio ho prima pensato che si trattasse di una timidezza iniziale, poi col passare del tempo vedendo che la situazione non si sbloccava questa condizione ha generato in me delle grosse turbe e delle incertezze enormi, sono passata dal sentirmi una donna attraente a chiudere completamente quell’aspetto del mio carattere in seguito a vari rifiuti ricevuti. E questa mia insicurezza fisica non la lascio a casa, purtroppo la porto sempre con me. La sua lontananza fisica mi ha addirittura portata a cercare quello che mi mancava (specifico sempre e solo di tipo fisico) in qualcun altro. Da sempre, in ogni momento di intimità a mio marito interessava solo un approccio di tipo masturbativo senza quasi mai esitare in rapporti completi. Ho spesso parlato di questa mia mancanza con lui ma diciamo che la reazione tipica é il silenzio (che a mio avviso sottende qualcosa di cui ancora dopo 8 anni non si sente pronto a parlare); dopo “l’incidente” ho deciso di accettare questa condizione perché comunque si tratta di una cosa meno importante rispetto alla vita di tutti i giorni e all’andare d’accordo su qualsiasi argomento perché rimango sempre fermamente convinta che non potrei trovare persona più adatta a starmi accanto di lui. Poi abbiamo deciso di avere un figlio e fino al giorno in cui questo è stato concepito sembrava cambiato tutto e tutti i problemi sembravano svaniti. Ovviamente appena scoperta la gravidanza si é subito rifiutato di fare l’amore con me, il problema è che nostro figlio ha un anno e mezzo e quella rimane comunque l’ultima volta in cui abbiamo fatto sesso! Il problema che mi si crea é una grande mancanza molto difficile da accettare e reprimere che mi spaventa perché ho paura di commettere nuovamente l’errore; in più sospetto che si masturbi regolarmente da solo e il fatto che quando sente qualche necessità non venga a cercarmi mi ferisce tanto. Aggiungo infine un dato che non so se sia importante: se per caso qualche volta si trova a bere qualche drink in più innestata si comporta in maniera diversa come se parte dei muri crollassero per un po’ e quelle sono le rare volte in cui penso che infondo gli piaccio. Praticamente la passione è il desiderio io non so più che cosa siano, pensavo di poter gestire questa situazione e accettarla ma mi risulta sempre più difficile

8 risposte degli esperti per questa domanda

Buongiorno, risulta chiara la sofferenza e la fatica che lei sta provando nell'affrontare questa situazione con suo marito. Sarebbe importante per lei in primis, ma anche per suo figlio e per la relazione con suo marito, iniziare un percorso di supporto psicologico dove poter esprimere le difficoltà che sente e trovare spazio per comprenderle.

Se fosse interessata ad iniziare un percorso per parlare delle situazioni che vive ogni giorno e che le portano sofferenze, può contattarmi. Ricevo a Forlì zona Foro Boario.

Per chiarimenti resto a disposizione,

Cordiali saluti

Dott.ssa Armeli Giorgia

Dott.ssa Giorgia Armeli

Dott.ssa Giorgia Armeli

Forlì-Cesena

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Cara Simona,

Ti ringrazio per aver scelto di condividere con noi questa parte della sua intimità. Scelgo con consapevolezza di usare questa parola perché meglio racchiude quanto mi arriva dalle sue parole. Tra lei e suo marito la parola intimità è ben presente, ovvero ha specificato di sentirsi tanto intima da non vedersi con nessun altro uomo a fianco, ma allo stesso tempo poco intimi da avere una vicinanza sessuale. È interessante questa dicotomia, sicuramente degna di essere indagata meglio. Forse, potrebbe essere il caso di suggerire una terapia di coppia, in modo da osservare se e come poter ristabilire un equilibrio legata a questa sfera.

Resto a disposizione per qualsiasi dubbio e le auguro una buona giornata.

Un saluto,

Dott.ssa Alessandra Pace 

Ciao Simona,

Quello che descrivi non è affatto “banale” né secondario, anche se tu stessa provi a ridimensionarlo rispetto ad altri aspetti del vostro equilibrio di coppia. La sessualità, infatti, non è solo un bisogno fisico: è una forma di comunicazione, di conferma, di connessione emotiva. Quando viene a mancare, spesso lascia un vuoto che non si può colmare solo con l’affetto quotidiano, perché tocca direttamente il senso di desiderabilità, di intimità e di vicinanza profonda.

Da ciò che racconti emergono alcuni punti importanti:

1. Il silenzio di tuo marito. Hai provato più volte a parlargli e lui ha reagito chiudendosi. Quel silenzio potrebbe nascondere qualcosa di più profondo — non necessariamente legato a te o al desiderio verso di te.
Le cause possono essere molteplici:

  • Fattori psicologici: ansia da prestazione, bassa autostima, educazione rigida o senso di colpa legato alla sessualità.

  • Fattori emotivi: difficoltà nell’esprimere vulnerabilità, paura del giudizio, o un bisogno di controllo che lo porta a preferire una sessualità “autonoma”.

  • Fattori medici o ormonali: calo del desiderio legato a stress, stanchezza cronica, depressione, o problemi fisici.

Non sempre un uomo che si masturba ma non cerca la partner “non desidera” la partner — può essere un modo per vivere la sessualità senza affrontare l’ansia o il disagio che prova nel rapporto a due.

2). La tua ferita. La tua reazione — il sentirti meno attraente, chiuderti, poi cercare altrove una conferma — è umana e comprensibile.
Non sei “sbagliata” per aver bisogno di sentirti desiderata o di vivere la tua sensualità: è una parte sana e vitale di te. Il fatto che tu ne parli apertamente e che non ti sia arresa al rancore, ma cerchi di capire, dice molto sulla tua forza.

3. Il cambiamento dopo la gravidanza. Il fatto che lui si sia bloccato di nuovo dopo la gravidanza non è raro. Alcuni uomini vivono un senso di “tabù” o di trasformazione dell’immagine della partner: la vedono come madre, e faticano a riconciliarla con la figura erotica. È qualcosa che, se non elaborato, può restare silenziosamente presente e diventare un muro.

 4. Cosa puoi fare ora. Prova ancora a parlarne, ma in un momento neutro, non legato a un rifiuto o a un episodio specifico. Non come una richiesta di fare sesso, ma come un desiderio di comprendersi meglio.

Valutate insieme una consulenza di coppia o sessuologica. Non serve essere “in crisi” per andarci: può aiutare a sciogliere nodi che da soli è difficile affrontare.

Ti lascio con un pensiero:
la tua storia non parla solo di mancanza, ma anche di un legame che hai scelto e che continui a curare, nonostante la delusione e la distanza.
Ma l’amore vero, per durare, deve poter respirare anche nella sfera del corpo, non solo in quella del cuore o della mente. Ed è giusto che tu voglia ritrovare quell’equilibrio.

Dott-ssa Antonella Bellanzon

Dott.ssa Antonella Bellanzon

Dott.ssa Antonella Bellanzon

Massa-Carrara

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Dalle tue parole emerge una grande sensibilità e un forte desiderio di capire cosa sta accadendo nella relazione con tuo marito, più che di cercare colpe. È evidente quanto tu tenga a lui e alla vostra famiglia, ma la mancanza di intimità e di desiderio diventa con il tempo una ferita profonda, che tocca la tua autostima e il bisogno di sentirti amata e riconosciuta. Quando la sfera sessuale nella coppia si spegne, non si tratta solo di un calo del desiderio, ma spesso di qualcosa di più complesso, paure, blocchi, ansie o difficoltà nel comunicare le proprie emozioni. Il silenzio di tuo marito può essere una forma di difesa, mentre tu, nel tentativo di comprendere e accettare, ti sei trovata a mettere da parte una parte viva e autentica di te. Forse ora non è il momento di forzare la sessualità, ma di provare a ricostruire un dialogo sincero, che vi permetta di parlare non solo di ciò che non funziona, ma di come vi sentite l’uno accanto all’altra. Un percorso di coppia, o anche individuale, potrebbe aiutarvi a ritrovare equilibrio e vicinanza emotiva.

Non c’è nulla di sbagliato nel desiderare tenerezza, contatto e passione, sono bisogni umani profondi, e riconoscerli è il primo passo per tornare a vivere la relazione con autenticità.

Dott.ssa Klarida Rrapaj

Dott.ssa Klarida Rrapaj

Roma

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Buongiorno Simona, a mio avviso la situazione richiede un approfondimento. Forse suo marito ha, come lei ha intuito, qualche difficoltà più "antica" di cui non riesce a parlare o di cui magari non è neppure consapevole.

Le lascio il mio recapito telefonico nel caso voglia prendere appuntamento per approfondire la situazione, da sola o in coppia.

Saluti,

Dottoressa Raffaella Cortini 

Forlì e Meldola 

Dott.ssa Raffaella Cortini

Dott.ssa Raffaella Cortini

Forlì-Cesena

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Gentile Simona.
la ringrazio davvero tanto per aver condiviso la sua storia con tale sincerità e delicatezza. Si percepisce chiaramente dalle sue parole quanto lei tenga alla sua relazione e si sia impegnata, nel tempo, per capirla e prendersene cura, malgrado le difficoltà che sta vivendo a livello di intimità.

Ciò che descrive, il sentirsi amata e in sintonia nella vita di tutti i giorni, ma non desiderata o pienamente accolta a livello sessuale, può causare una sofferenza profonda, perché tocca corde molto intime dell’identità personale e della relazione di coppia.

La sua riflessione sul "silenzio" di suo marito è molto importante. Spesso, quando una persona tende a evitare il contatto o si chiude rispetto alla sessualità, non è solo questione di mancanza di desiderio, ma c’è qualcosa di più radicato e complesso: potrebbero esserci sentimenti di vergogna, timore, ansia da prestazione, o difficoltà nel vivere la sessualità come un momento di vero contatto e non di vulnerabilità. È possibile che, per suo marito, il sesso sia legato a qualcosa di faticoso o difficile da affrontare, e che per questo si rifugi in comportamenti più controllati o solitari.

Ovviamente, non è possibile capire appieno la situazione senza sentire anche la sua versione, ma il modo in cui lei si pone "comprensivo, non giudicante, seppur sofferente" fa pensare che ci sia la possibilità di affrontare questo argomento in un ambiente sicuro e protetto.

Un percorso di terapia di coppia potrebbe offrirvi proprio questo: un ambiente neutrale, dove entrambi possiate sentirvi liberi di esprimere i vostri bisogni e le vostre paure senza sentirvi attaccati o sbagliati. A volte, la presenza di una figura esterna che faciliti la comunicazione aiuta a far emergere significati nascosti e a ricostruire un dialogo che da soli diventa troppo complicato.

Nel frattempo, credo sia fondamentale che lei si prenda anche uno spazio personale per ascoltarsi, per elaborare il senso di frustrazione, la ferita del rifiuto e il timore di "ricadere nello stesso errore". Sentirsi desiderata, riconosciuta e accolta è un bisogno umano fondamentale, non certo una debolezza.

Le consiglio di non colpevolizzarsi per quello che prova, ma di vedere questo momento come un segnale del suo bisogno di essere considerata e di tornare a sentirsi viva anche a livello di desiderio.

Dott. Fabiano Foschini

Dott. Fabiano Foschini

Milano

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Buongiorno Simona, ciò che descrivi non è affatto paradossale, è invece una condizione piuttosto chiara che porta con sé molte implicazioni emotive, sia per te che per la vostra coppia.

Partiamo dal tuo dolore: quello che provi è assolutamente legittimo, perchè la sessualità in una relazione di coppia non è "meno importante" rispetto ad altre dimensioni, come sembri voler convincerti, ma è invece un linguaggio attraverso cui passano intimità, desiderio, riconoscimento reciproco e conferma del proprio valore come donna e come partner. Quando questo canale si chiude o non si apre mai davvero, l'effetto sulla tua autostima e sul tuo senso di identità è devastante. Tu stessa lo hai descritto: sei passata dal sentirti attraente al chiudere completamente quella parte di te.  

Ora, il punto centrale della questione non è quanto tu sia attraente o desiderabile, ma che tuo marito presenta chiaramente una DIFFICOLTA' marcata nell'area della sessualità di coppia. I segnali che descrivi sono molto eloquenti: preferenza costante per pratiche autoerotiche, evitamento dei rapporti completi, silenzio quando cerchi di parlarne, unico cambiamento significativo nel periodo in cui c'era l'obiettivo del concepimento (quindi una motivazione esterna, non il desiderio di te), ricomparsa di un interesse solo quando l'alcol abbassa le difese. Tutto questo fa pensare a  blocchi, paure, inibizioni o conflitti interiori che lui non riesce ad affrontare né a nominarle.

Inoltre il silenzio di tuo marito davanti alle tue richieste di dialogo è il dato più preoccupante. Dopo otto anni insieme e un figlio, il fatto che non riesca ancora a parlare di questa dimensione ci dice quanto sia profonda la sua difficoltà, qui non si tratta di timidezza o di poco interesse per te, si tratta di qualcosa che lo riguarda nel profondo e che lo spaventa talmente TANTO da non riuscire a verbalizzarlo nemmeno con la persona  più vicina (te).

Tu hai fatto quello che molte donne fanno in questa situazione, hai inizialmente cercato fuori ciò che mancava dentro la coppia, poi hai tentato di accettare, minimizzare, adattarti, ma la mancanza continua a farsi sentire e hai paura di "ricadere nell'errore", ma questa paura è in realtà il sintomo di un bisogno inascoltato, non una tua debolezza morale.

Capisco che tu veda in tuo marito la persona più adatta a starti accanto su tutti gli altri piani, e questo è importante, per carità, ma devi anche ammettere con te stessa che c'è un'area fondamentale in cui la relazione non funziona, e non per scelta consapevole e condivisa, ma per un blocco SUO mai affrontato.

Proposta di lavoro terapeutico:

  1. Per te individualmente: inizia un percorso psicologico personale per lavorare sulla tua autostima, sul rapporto con il tuo corpo e la tua femminilità, e sul significato che dai alla sessualità nella tua vita. Devi riappropriarti di questa parte di te, indipendentemente da ciò che farà tuo marito. Questa non è una dimensione che puoi continuare a tenere chiusa senza conseguenze sulla tua identità.
  2. Come coppia: è urgente che voi due intraprendiate una terapia di coppia con un professionista esperto in sessuologia clinica. Il silenzio di tuo marito non può più essere accettato come risposta. La nascita di vostro figlio ha aggiunto una nuova dimensione alla vostra famiglia, ma ha anche reso ancora più evidente il problema: lui ha bisogno di aiuto per comprendere e affrontare ciò che lo blocca. Potrebbe trattarsi di ansia da prestazione, di conflitti legati al ruolo maschile, di traumi precedenti, di fantasie che non riesce a integrare, o di altre questioni che solo un percorso protetto può far emergere.
  3. Comunicazione chiara: prima di iniziare la terapia di coppia, ti invito a fare un ultimo tentativo di dialogo, ma questa volta in modo diverso. Non chiedergli di parlare della sessualità in termini generici: digli chiaramente che la situazione sta diventando insostenibile per te, che hai bisogno di capire cosa sta succedendo, e che se lui non riesce a parlarne da solo con te, avete bisogno di un aiuto esterno. Presentalo non come un ultimatum, ma come un atto di cura verso di voi e verso la vostra famiglia.

Non puoi più continuare a reprimere e ad accettare senza comprendere. La comprensione vera richiede che entrambi siate disposti a guardare la realtà, anche se fa paura. Lui ha bisogno di trovare il coraggio di affrontare i suoi blocchi, e tu hai bisogno di smettere di farti carico da sola del peso di questa mancanza. Pensaci seriamente. Un cordiale saluto,

Dott.ssa Marzia Mazzavillani
Psicologa clinica - Voice Dialogue - Mindfulness - Dreamwork

Dott.ssa Marzia Mazzavillani

Dott.ssa Marzia Mazzavillani

Forlì-Cesena

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Buongiorno Simona,

mi dispiace molto per la situazione nella quale si trova; mi arriva la sua fatica di contattare il marito. L'intimità è parte integrante del rapporto di coppia: può essere vissuta con tempistiche e ad intensità diverse, ma ci da un'indicazione rispetto a quale sia la modalità con la quale i due corpi si incontrano. 

Racconta di avere un buon dialogo con suo marito e aggiunge che c'è spesso il tentativo di mettersi nei panni dell'altro per comprendere il suo punto di vista. Questa mi sembra un'ottima risorsa che potreste utilizzare anche in questo contesto. Quello che le suggerisco è di provare ad esprimere a suo marito quelli che sono i suoi vissuti rispetto a questa situazione, come lei si sente quando lui non la cerca e quando lui la respinge, come sente il suo corpo in quei momenti e potrebbe essere importante, per lei, anche esprimere quelli che sono i suoi bisogni, intimi e sessuali.

Se fare questo da soli, potrebbe sembrare troppo difficile, quello che le suggerisco è di provare a pensare ad un percorso psicologico di coppia che vi possa accompagnare in questa situazione di "distanza". Una fatica come questa può portare ad un vero e proprio terreno di incomunicabilità all'interno della coppia.

Rimango a disposizione, anche online.

Cordialmente,

dott.ssa Baratto

Dott.ssa Shana Baratto

Dott.ssa Shana Baratto

Trento

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