Come gestire l’ANSIA

L’ansia o paura, è un’emozione. Se vogliamo distinguerle: la paura è più rispetto ad un pericolo immediato, l’ansia riguarda pericoli futuri. Non esistono emozioni giuste e altre sbagliate, in quanto sono naturali, possiamo dire invece che esistono emozioni piacevoli ed altre spiacevoli, come vissuto soggettivo. Le emozioni sono reazioni intense, prodotte da stimoli esterni e/o interni, che innescano cambiamenti psicologici e fisiologici, comportamenti. Esempio di stimolo esterno: un rumore forte ed improvviso alle nostre spalle ci mette in allerta rispetto ad un possibile pericolo e scappiamo, quindi è una reazione utile alla nostra sopravvivenza. Uno stimolo interno: il pensare all’esame del giorno dopo non ci permette di addormentarci ed iniziamo a ripassare in modo frenetico i libri, in questo caso una reazione non funzionale a superare l’esame, in quanto arriveremo alla prova non riposati o decideremo di non affrontarla, evitando. Inoltre le singole emozioni variano anche rispetto all’intensità, nel caso dall’ansia dalla preoccupazione si può arrivare all’angoscia. L’attacco di panico è la massima manifestazione di ansia fuori controllo.

Gli indicatori psicologici dell’ansia sono la distraibilità, la difficoltà a concentrarsi, i disturbi della memoria (non concentrandosi, i ricordi non si fissano), insonnia. I principali sintomi somatici sono: l’irrequietezza motoria, i tremori, le palpitazioni, l’oppressione toracica, la mancanza d’aria, le vertigini, l’eccessiva sudorazione, il nodo alla gola, la nausea, i disturbi gastro-intestinali, la cefalea tensionale. C’è un aumento della frequenza cardiaca e respiratoria, della pressione arteriosa. L’ansia diventa patologica quando è frequente, intensa e duratura rispetto alla situazione scatenante, con risposte eccessive, è presente una sofferenza soggettiva, vengono compromesse le nostre attività quotidiane: studio, lavoro, vita di relazione, ciclo sonno-veglia.

Il tentativo e la richiesta a noi terapeuti di eliminare l’ansia (un’emozione) è quindi impossibile e antifisiologica, però si può gestire. Il ricorrere a psicofarmaci, ansiolitici, va fatto solo dietro prescrizione medica, preferibilmente su indicazione e monitoraggio di uno psichiatra, in quanto l’uso prolungato degli ansiolitici può creare dipendenza. La psicoterapia, oltre ad imparare ad affrontare l’ansia, ci può aiutare a conoscere meglio il nostro funzionamento psichico e il significato della nostra ansia, oltre a come, quando si innesca.

Alcune semplici indicazioni e informazioni sulla gestione dell’ansia possono fornire un primo sollievo immediato: conoscere la curva dell’ansia e il suo naturale decadimento raggiunto l’apice, l’ansia quindi rapidamente sale e poi scende lasciandoci spossati, il ciclo in genere dura una decina di minuti. Possiamo immaginare e visualizzare la paura come un'onda, che monta, arriva e passa. L’ansia ci fa stare molto male, ma non ci pone in pericolo di vita, solo i cardiopatici corrono un reale rischio. Può aiutare tenere un diario dell’ansia per conoscerci meglio e monitorarla durante la giornata e rispetto alle situazioni. L’evitare i contesti o le persone che ci mettono in ansia, da un iniziale sollievo, però ingigantisce le nostre paure e ci fa sentire sempre più deboli e inadeguati. Affrontate a piccoli passi le proprie paure invece, iniziando dalle situazioni a minor impatto emotivo, ci aiuta ad adattarci all’ambiente e a percepirci più forti ed autonomi.

Nel caso l’ansia continui a persistere a livelli intollerabili come frequenza e/o durata e/o intensità occorre chiedere aiuto rivolgendosi ad uno psicologo psicoterapeuta.

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