Psicoterapia Cognitivo-Comportamentale del Disturbo Depressivo

La terapia cognitivo-comportamentale come suggerito da molti studi sull’efficacia è il tipo di trattamento più efficace per la cura della depressione (si vedano le tabelle di efficacia dei trattamenti secondo l’American Psychology Association, APA - http://psicologovarese.wordpress.com/efficacia-dei-trattamenti-apa/). Gli studi di efficacia evidenziano che circa il 75% dei pazienti depressi ha una significativa diminuzione dei sintomi entro le prime 20 sedute di psicoterapia. Inoltre questi risultati mostrano che i miglioramenti ottenuti tramite la psicoterapia sono durevoli nel tempo.

Dove nasce la depressione ?
La depressione non può essere imputata ad un’unica causa unica: alla base del disturbo si trova l’interazione di fattori di tipo biologico, ambientale e psicologico. Un fattore chiave che permette l’insorgere di questo disturbo è il modo in cui la persona interpreta gli eventi e utilizza le proprie risorse per affrontarli.

Purtroppo nella popolazione attuale è uno dei disturbi psicologici più diffusi e può colpire chiunque, indipendentemente dall’età, dal sesso, dal livello culturale e dallo status socioeconomico. Se si confrontano persone che non hanno mai sofferto di tale disturbo con chi lo ha già affrontato nel corso della propria vita, queste ultime hanno maggiori probabilità di ricadere nella medesima situazione.

E’ perciò di fondamentale importanza che si affronti il disagio e si impari a individuare e prevenire le ricadute. La terapia cognitivo-comportamentale, oltre a aiutare nel processo di guarigione, si pone anche l’obbiettivo di addestrare le persone a comprendere i segnali personali che sono indice di una possibile ricaduta e a utilizzare risorse efficaci e adatte alla prevenzione.


In che modo agisce la terapia cognitivo-comportamentale?

La psicoterapia cognitivo-comportamentale è di tipo breve e si focalizza sui sintomi presentati dal paziente, sugli episodi vita affrontati e sui rapporti interpersonali specifici. Il trattamento indaga non solo la formazione del sintomo, ma anche il funzionamento psicosociale e le predisposizioni di personalità. La teoria alla base di questo tipo di trattamento considera che i pensieri e le convinzioni negative delle persone su di sé, sul mondo e sul futuro esercitano una influenza fondamentale sull’esordio e sul mantenimento della depressione. Per tale motivo, intervenire efficacemente su questo disturbo vuol dire anche agire sui modi in cui si interpretano gli eventi che accadono, si reagisce e si valuta sé stessi.

Bisogna essere addestrati a identificare e modificare i propri pensieri e convinzioni negative e disfunzionali se stessi, sul mondo e sul futuro. Per fare ciò si ricorre a tecniche specifiche cognitivo-comportamentali. Il cambiamento nel modo di pensare porterà ad una regolazione del tono dell’umore e a modificazioni dei sintomi, che a loro volta influiranno positivamente sui pensieri. In modo simile, la modificazione di alcuni comportamenti problematici (es. isolamento sociale) avrà un effetto benefico sui pensieri e sulle emozioni. Con una corretta terapia è possibile spezzare i circoli viziosi che inducono e mantengono la depressione nel tempo.

Riassumendo, l’obiettivo centrale è quello di ripristinare un funzionamento sociale corretto, che permette la risoluzione della formazione dei sintomi. Nel momento in cui il disturbo è particolarmente grave, è necessario che alla psicoterapia sia associato uno o più trattamenti specifici (ad es., interventi di supporto, farmacoterapia) e, in casi estremi, ricoveri ospedalieri che salvaguardino l’incolumità del paziente e delle persone a lui vicine.

Gli interventi terapeutici includono:

 

  • psicoeducazione sul disturbo depressivo e i circoli viziosi innescati dai pensieri negativi
  • trattamenti di esposizione, in cui l’individuo svolge a casa gli homework assegnati
  • ristrutturazione cognitiva dei pensieri negativi, in modo da modificarli in pensieri più funzionali
  • interventi sullo stile di vita, come l’esercizio fisico e l’igiene del sonno
  • prevenzione delle ricadute.

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