Disturbi Sessuali → Descrizione dei più noti disturbi

Come accennato nei capitoli precedenti, i disturbi e le disfunzioni sessuali stanno diventando un serio problema proprio perché viene a mancare educazione scolastica, conoscenza del proprio corpo, paure e timori di vario genere che, in special modo nel maschio, sono i più evidenti. I giovani ricorrono all’aiuto dei farmaci e questo deve far riflettere sulle conoscenze che ora hanno della sessualità.

Adesso cerco di elencare e descrivere sinteticamente i disturbi più denunciati da chi chiede un consulto dallo specialista.

DISTURBI DEL DESIDERIO
La diagnosi disfunzione sessuale si certifica quando essa non può essere attribuita a fattori organici, come farmaci o malattie fisiche o altri disturbi di tipo fisiologico e psichico. Riguardo alla motivazione sessuale, ancora esistono molte controversie fra i vari studiosi; alcuni la definiscono determinata da fattori interni pulsionali, altri da fattori esterni o incentivi. La motivazione sessuale più nota è senza dubbio quella psicanalitica che Freud indicò nella sua opera “tre saggi sulla teoria sessuale” in cui introduce il concetto di “libido”. Teorie più recenti, si basano sul concetto d’incentivi o stimoli esterni e ipotizzano che il desiderio sessuale sia dipendente dalla stimolazione ambientale. Si può affermare che per l’uomo e la donna, il desiderio sessuale dipende dal grado in cui il soggetto ripone attese positive nei confronti del comportamento sessuale; ciò può essere il risultato dell’apprendimento culturale, infatti, la sessualità può essere piacevole o peccaminosa secondo la propria educazione e religiosità, la propria esperienza e in misura minore eventuali stati ormonali o di deprivazione.

Le cause individuali che possono provocare questo tipo di disturbo, possono essere:

  • per convinzione religiosa
  • personalità ossessiva - compulsiva
  • disturbi dell’identità di genere
  • specifiche fobie sessuali
  • paura della gravidanza
  • sindrome della vedovanza
  • preoccupazioni dell’invecchiamento
  • fattori legati allo stile di vita.


Possono anche esserci cause per conflitti all’interno della coppia:

  • mancanza di attrazione verso il coniuge
  • scarse abilità sessuali del partner
  • conflitti coniugali
  • conflitti di potere
  • incapacità di fondere i sentimenti di amore con il desiderio sessuale



Il trattamento di questi casi è complesso e occorre tempo per ottenere risultati positivi che non sempre sono tali. Kaplan si è occupata per prima di questi modelli d’intervento e ha iniziato concentrandosi sulla focalizzazione sensoriale. In seguito Lo Piccolo, Friedman e Pridal hanno integrato la terapia con esercizi specifici.

DISTURBO DA AVVERSIONI SESSUALI
Questo tipo di disturbo è stato introdotto nel DSMIII e poi nel DSMIV dalla Kaplan che è l’unica che per il momento ha dedicato un manuale al trattamento delle avversioni e fobie sessuali. L’ansia anticipatoria per i rapporti sessuali, induce i fobici a comportamenti di fuga o di evitamento per ridurre l’ansia. Se eventualmente si trovano nella situazione da non poter fuggire, scattano veri e propri attacchi di panico, il che rende penoso il rapporto sessuale. La persona con disturbo da avversione sessuale può presentare un desiderio sessuale ipoattivo e non prova eccitamento e non raggiunge l’orgasmo. Il trattamento terapeutico più indicato, inizialmente è l’esposizione graduata in vivo, che consiste nel far affrontare al soggetto la situazione ansiogena nella realtà. Per situazioni di avversione sessuale generalizzata è impiegata la tecnica ideata da Masters e Johnson "Focalizzazione sensoriale". Nei casi con forte panico sessuale necessita procedere gradualmente e occorre anche la somministrazione di antidepressivi per innalzare la soglia alla reazione di panico. Per risolvere con successo queste problematiche occorre che lo specialista conosca molto bene il soggetto che ha chiesto aiuto poiché un’errata diagnosi può procurare ulteriori ansie.

DISTURBI DELL’ECCITAMENTO SESSUALE

Disturbo dell’eccitamento sessuale femminile
Nel 1970 Master e Johnson definirono l’incapacità della donna a raggiungere l’orgasmo con il termine” disfunzione orgasmica” eliminando il vecchio aggettivo “frigida”. La Kaplan in seguito suddivise le difficoltà di eccitamento da disfunzione sessuale generale a disfunzione orgasmica. Jehu suddivise la disfunzione sessuale generale in disfunzione vaso congestiva cioè mancanza di risposta nella lubrificazione e gratificazione sessuale insufficiente. Il DSMIV ha accolto solo la prima ipotesi. Data la poca conoscenza delle risposte di eccitazione sessuale femminile sia da un punto di vista fisiologico sia psicologico, la possibilità di trattamento è caratterizzata dagli esercizi di Kegel, la terapia di stimolazione di Gillan, o come descrive la Kaplan varie tecniche di tipo cognitivo comportamentale per la parte psicologica del disturbo. Per alcune donne ha dato esito positivo anche la terapia ormonale questa non è consigliabile a tutte poiché come può aumentare il desiderio e l’eccitabilità, lo può anche diminuire.

Disturbo maschile dell’erezione
Questo disturbo, consiste nell’impossibilità, parziale o completa, persistente o ricorrente, di raggiungere e mantenere l’erezione durante l’attività sessuale. Master e Johnson stimarono che le cause psicogene per questo disturbo erano intorno al 95% dei casi. Uno studio recente ha equilibrato i dati portando al 40% per causa organica, 40% psicogena e il 20% mista psicogena e organica. Le indagini per la verifica di tale disturbo presentano diverse difficoltà, devono essere condotte da personale specializzato. La Kaplan propone diverse cause che possono provocare l’impotenza secondaria: timore dell’insuccesso, timore di essere abbandonato o di non essere amato, incapacità di abbandonarsi alle proprie sensazioni corporee, mancanza di coinvolgimento, eccessivo coinvolgimento, stress generale. Trattamenti vari possono essere i trattamenti grazie alle nuove ricerche, sia di tipo medico, sia psicologico. Molti studiosi consigliano di associare la psicoterapia a un trattamento medico, altri dissentono specialmente quando da una buona diagnosi si percepisce che si tratta spesse volte di ansia da prestazione o timore della figura femminile. Le terapie di tipo medico sono: terapie ormonali, terapie farmacologiche per via orale (viagra cialis etc.) terapie locali, trattamenti chirurgici. Il trattamento psicologico somministrato da sessuologi specialisti, si basa su procedure di decondizionamento sia attraverso tecniche di gestione dell’ansia, sia mediante un’esposizione graduata in vivo per far si che la coppia ricominci a manifestare espressioni di affetto attraverso il contatto fisico. Inizialmente è proibita la penetrazione per far sì che l’uomo abbia una diminuzione dell’ansia poiché non deve fare nessuna prestazione.

DISTURBI DELL’ORGASMO

Disturbo dell’orgasmo femminile
L’orgasmo femminile è una combinazione di esperienze soggettive e di mutamenti fisiologici nella vagina e nell’area pelvica. Gli aspetti soggettivi, comprendono descrizioni come “raggiungere l’acme”, senso di contrazione nell’area genitale ed elevata eccitazione seguita da un improvviso sollievo e rilassamento. Gli aspetti fisiologici comprendono l’intero corpo, contrazioni dell’utero, della vagina e dello sfintere anale. Il termine più antiquato per descrivere questo disturbo, si chiama “anorgasmia”; esso si determina quando la donna non ha mai raggiunto l’orgasmo da sola o con il partner o con qualunque tipo di stimolazione. Questo è il disturbo più frequente nelle donne. Come sempre in queste nuove ricerche, gli studiosi stanno cercando le vere motivazioni di questo effetto, anche se la presenza dell’ansia può dare indicazioni sulle paure ed eventuali traumi precedenti. Se nell’uomo l’ansia può produrre la facilitazione all’orgasmo, nella donna avrebbero un effetto inibitorio facendole perdere la concentrazione sulle sensazioni.

Trattamento
Il trattamento più efficace per questo tipo di disturbo è quello dei nove passi di LO Piccolo: informazione sulla fisiologia e anatomia sessuale, esplorazione visiva e tattile dei genitali, esplorazione dei genitali all’interno, stimolazione manuale, aumento d’intensità della stimolazione, uso del vibratore, masturbazione alla presenza del partner, stimolazione del partner, coito vero con posizione a ponte. Questo programma è un misto di un esposizione graduata in vivo, per abbassare l’ansia, e un training di abilità sessuali effettuato con la tecnica shaping o modellaggio. La presenza del partner è utile per vari motivi sia perché necessita effettuare le tecniche in coppia sia per evidenziare veramente chi è il vero disturbato, infatti spesse volte quando la donna denuncia anorgasmia il proprio partner è un eiaculatore precoce o ha problemi di erezione.

Disturbo dell’orgasmo maschile
Anche per l’uomo, come per la donna questo disturbo si riferisce al ritardo o assenza ricorrente o persistente dell’orgasmo. Questo si può anche chiamare “eiaculazione ritardata o inibita”. Il soggetto che soffre di eiaculazione ritardata, mantiene una buona reazione agli stimoli sessuali e pur provando desiderio alla scarica orgasmica non riesce a portarla a termine. Anche in questo disturbo sono da distinguere varie fasi se si tratta di un causa primaria o secondaria se esiste ansia o problematiche organiche, neurologiche, endocrinologiche, farmacologiche chirurgiche. Eliminate le cause organiche e avendo un quadro più chiaro della situazione si può iniziare il trattamento che può essere di tipo psicodinamico o cognitivo comportamentale e come tecnica di terapia sessuale si considerano i passi dettati dalla Kaplan. Anche per questo trattamento è importante la partecipazione del partner poiché il problema è anche di coppia.

EIACULAZIONE PRECOCE
Per questa definizione possono sorgere alcuni dubbi se considerarla una disfunzione oppure no, infatti si tratta di una persistente e ricorrente eiaculazione in seguito a stimolazione sessuale anche minima, prima durante o con la penetrazione, sempre prima che il soggetto possa definirsi soddisfatto. La maggior parte delle definizioni date sull’eiaculazione precoce, sono maschiliste. Alcuni hanno tentato di definirla in base al numero di spinte pelviche intravaginali effettuate dall’uomo prima dell’eiaculazione, altri quantificando il tempo in minuti. Alcuni ricercatori clinici hanno preferito definire l’eiaculazione precoce in termini di controllo volontario cioè la disfunzione si presenta quando l’uomo non è capace di ritardare volontariamente l’eiaculazione. Sono state date molte spiegazioni sia mediche che psicologiche e tuttora si stanno facendo studi, ma con poche diversità da quanto la Kaplan, Master e Johnson, Kinsey diedero una loro presumibile definizione. La Kaplan usa il condizionale poiché afferma che potrebbe essere il risultato inconscio e profondo odio per le donne: eiaculando rapidamente l’uomo sporca, deruba la donna dal piacere sessuale, tutto ciò comunque non è mai stato dimostrato. L’ansia, con tutte le coincidenze di prestazione, altro aspetto che si è verificato nei soggetti che denunciano questo tipo di disturbo. La frequenza di attività sessuale se sono basse può incidere nel far raggiungere immediatamente gli spasmi eiaculatori.

Trattamento
La mancanza di una definizione precisa dell’eiculazione precoce, e la scarsa chiarezza circa la sua eziologia hanno fatto si che si sviluppassero varie strategie di intervento mirate al controllo eiaculatorio. Le strategie di intervento si basano sia su spiegazioni biologiche sia psicosociali, quelle comportamentali e farmacologiche sono le predominanti.

Master e Johnson introdussero la tecnica dello “stop-start” ; Semans aggiunse la manovra di “squeeze o compressione”; la Kaplan riprese queste tecniche e invitando l’uomo a concentrarsi sulle proprie sensazioni erotiche e percepire quando è vicino all’eiaculazione in modo tale di cessare la stimolazione da parte della partner. Lo Piccolo suggerisce due procedure alternative come lo stiramento dello scroto e dei testicoli verso il basso, e la manovra di Valsalva ( espirazione forzata a naso e bocca chiusa). Altri terapeuti includono tecniche di esercizi focalizzati sulle sensazioni, training di comunicazione, educazione, riduzione dei pensieri distraesti e riduzione delle richieste di performance. L’impiego di psicofarmaci può essere utile inizialmente per abbassare la soglia di ansia da prestazione per, gradualmente, togliere il farmaco con la progressione delle prescrizioni di esercizi e tecniche per il disturbo stesso.

DISTURBO DA DOLORE SESSUALE

LA DISPAREUNIA
Si tratta di un persistente e continuo dolore vaginale nel corso di un rapporto sessuale o dopo di esso. Il DSM IV TR afferma chiaramente che il disturbo può avere cause psicologiche o miste a quelle organiche. Il gruppo di ricerca della Binik, fra le principali studiose della dispareunia, ha concettualizzato la dispareunia non più come una “disfunzione sessuale”, bensì come disturbo del dolore nel suo studio, identifica alcuni sottotipi di dispareunia. Le dispareunie presenti nel periodo pre menopausa vengono considerate delle forme di “ Sindrome della Vestibolite Vulvare” che si tratta di dolore definito come bruciore acuto che può essere facilmente prodotto con la pressione del pene per la penetrazione in vagina. Altro tipo di dispareunia è “ L’atrofia vulvare o vaginale” che presumibilmente si verifica dopo la menopausa in seguito al calo dei livelli di estrogeni. La dispareunia come abbiamo detto può essere provocata sia da problemi fisiologici sia psicologici; questi ultimi sono in prevalenza nella donna e anche se non ci sono molti studi si possono trovare anche nell’uomo. Nella DONNA le cause psicologiche sono individuate in uno stato ansioso che provoca alterazioni nella lubrificazione e soprattutto nell’elevazione del tono muscolare vaginale. In questi casi sono indicate tecniche di rilassamento e di controllo muscolare, di gestione dell’ansia. In conclusione si può affermare che gli sforzi terapeutici devono essere indirizzati verso tre mete fondamentali:

  • ridurre o controllare il dolore
  • trattare le conseguenze negative dell’esperienza del dolore
  • ristabilire una piacevole vita sessuale



VAGINISMO
Si tratta della contrazione della muscolatura vaginale, come conseguenza del timore della penetrazione. Il dolore deriva dai tentativi del pene di forzare l’orificio vaginale serrato e non ha alcuna base organica. Anche in questo disturbo esiste un primario e un secondario. Per il primo non c’è possibilità di alcun tipo di penetrazione; per il secondario, pur provando una forte ansia, vengono permessi alcuni tipi di penetrazione come il tampone o uno speculum. Questo disturbo, molto diffuso, è il più frequente dopo l’anorgasmia. Il punto di vista psicanalitico ha in genere interpretato il vaginismo come un rifiuto del ruolo femminile, una resistenza contro le prerogative sessuali maschili, una difesa contro l’incesto paterno reale o immaginario o una fuga dalle fantasie di castrazione. La Kaplan ha rifiutato l’ipotesi psicanalitica. Infatti, lo ha concettualizzato come una risposta condizionata a un qualsiasi stimolo avversivo associato al coito o alla penetrazione vaginale. Come trattamento si opera una strategia di esposizione graduata che comporta la dilatazione per piccoli passi. Questo per circa da due a sei settimane. La sequenza degli esercizi guidati da un esperto sessuologo si sviluppa attraverso varie fasi: auto esplorazione, introduzione del dito mignolo con l’aiuto di lubrificanti, introduzione del dito anulare fino a introdurne due accompagnati da lievi movimenti, introduzione delle dita del partner, infine l’introduzione del pene lasciando il controllo alla donna. Lo specialista esperto usa anche altri metodi spiritosi in special modo con donne giovani che piano piano si creano da se un pene col Das. E' chiaro che se lo ritiene utile può fare anche una psicoterapia per capirne le cause più profonde. E' consigliabile abbinare le due cose.

DISFUNZIONI SESSUALI INDOTTE DA CAUSE SPECIFICHE DI NATURA NON PSICOGENA
Esiste una serie di stati patologici in grado di influenzare negativamente il desiderio sessuale di cui lo specialista deve essere a conoscenza.

- ALTERAZIONI DELL’ASSE IPOTALAMO-IPOFISI Diminuzione della secrezione degli ormoni tropici, che consiste in un abbassamento del testosterone e nell' aumento della prolattina.

- ANOMALIE TESTICOLARI MALATTIE ENDOCRINE ALTRI DISTURBI come sindrome carcinoide, insufficienza renale cronica,diabete, sclerosi a placche, lesioni del midollo spinale, interventi chirurgici pelvici demolitivi, patologie o traumi cerebrali, epilessia temporale, infarto, disturbi cardiaci, arterosclerosi, malattie debilitanti, aspetti psichiatrici.

- SESSUALITA,FARMACI E DROGHE disfunzione sessuale indotta dall’assunzione di sostanze: antidepressivi, bloccanti dei recettori adrenergici, farmaci antistaminici, psicofarmaci, antipsicotici, antidepressivi, ipnotici, ansiolitici, allucinogeni, amfetamine, cocaina, narcotici, antiepilettici, farmaci endocrini e anche farmaci vari che possono influire sull’organismo.

DISFUNZIONI SESSUALI NON ALTRIMENTI SPECIFICATE
Queste disfunzioni vengono definite dal DSM IV poiché evadono dalle disfunzioni sopra descritte ed occorre una maggiore indagine sia medica che psicologica poichè non si riesce a determinare se è primaria o no.

DISTURBI SESSUALI NON ALTRIMENTI SPECIFICATI
Anche in questo caso si includono quei disturbi che non rientrano nei criteri dei disturbi citati. In questa categoria di disturbi si può inserire anche l’immagine corporea, come ad esempio gli uomini che si preoccupano più del dovuto delle dimensioni del proprio membro virile e che per questo si creano problemi che inficiano nell’erezione, le donne che possono ritenersi non attraenti o sexy. Tutto ciò produce distrazione e difficoltà nel raggiungere l’orgasmo e una serena interazione sessuale. (da pag 359 a 366 del manuale Psicologia e Psicopatologia del comportamento sessuale ci sono le tabelle con autori e risultati di questi disturbi). I sessuologi si sono occupati anche dei disturbi di ipersessualità “dongiovannismo” negli uomini e "ninfomania" nelle donne.

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