Quando la "coppia scoppia" : l'intervento del mediatore familiare

Quando la "coppia scoppia": l'intervento del mediatore familiare.

“Una compagnia di porcospini, in una fredda giornata d’inverno, si strinsero vicini, per proteggersi, col calore reciproco, dal rimanere assiderati. Ben presto, però, sentirono le spine reciproche; il dolore li costrinse ad allontanarsi di nuovo l’uno dall’altro. Quando poi il bisogno di scaldarsi li portò di nuovo a stare insieme, si ripeté quell’altro malanno; di modo che venivano sballottati avanti e indietro tra due mali, finché non ebbero trovato una moderata distanza reciproca, che rappresentava per loro la migliore posizione.”

(A.Schopenhauer)


Credo che la famosa metafora dei porcospini di A. Schopenhauer racchiuda in sé il vero principio della Mediazione Familiare: una coppia può ferirsi stando accanto per innumerevoli motivi, fino ad arrivare poi al punto di volersi separare. Spesso però, per salvaguardare il bene dei figli, si è costretti a riavvicinarsi ricadendo “nell’altro malanno”: l’incompatibilità della coppia, la quale, aveva provocato il precedente allontanamento.

Diviene così necessario trovare la "migliore posizione" in grado di consentire ai genitori di assumere la giusta distanza, che permetta loro di riacquisire la responsabilità genitoriale, il giusto equilibrio e una comunicazione efficace. Così da impedire che la separazione abbia conseguenze negative sulla vita dei figli.
 
È naturale che una coppia separata, che decide di separarsi o in fase di separazione, si trovi ad affrontare un periodo piuttosto difficile e particolarmente delicato, in cui, gli equilibri esistenti, seppur in certi casi fittizi, vengono a mancare fino ad arrivare allo scioglimento. Molto spesso in questa fase c’è un elevato livello di conflitto. La coppia viene schiacciata dagli avvenimenti passati ed è spesso rancorosa. È proprio in questi casi che può divenire molto utile l’intervento di un mediatore familiare.
 
Ma qual è il ruolo del mediatore familiare?


Il Mediatore familiare è un professionista qualificato, che garantisce equità e dialogo fra le parti, un attento ascoltatore con il compito di gestire il conflitto e le emozioni all’interno della coppia.
Il ruolo del mediatore è quello di comprendere gli stati emotivi che accompagnano questa delicata fase che potremmo definire di “elaborazione del lutto” legato alla separazione e di riattivare la comunicazione in modo tale da rimettere in luce la loro responsabilità genitoriale.


Se è vero che la coppia coniugale può sciogliersi con la separazione o con il divorzio, è pur vero che genitori si rimane per tutta la vita.
Il mediatore, attraverso le sue domande, sollecita un processo di evoluzione e, così facendo, i coniugi si liberano dal conflitto orientando il loro comportamento verso qualcosa di più positivo.


Gli obiettivi da raggiungere sono:
1.stimolare una comunicazione efficace tra le parti contenendo e riorganizzando il conflitto; 

2. fare in modo che non ci sia prevaricazione di una parte sull’altra; 

3.favorire un clima di fiducia, rispetto e collaborazione; 

4.consentire alle parti di scegliere i temi da trattare; 

5. fare in modo che siano sempre le parti ad arrivare a un accordo comune che possa soddisfare entrambi.
 
In sostanza, il ruolo del mediatore, non è quello di difendere, né di giudicare, ma di accogliere entrambi i punti di vista, le posizioni ed i valori delle persone che si trova di fronte, facendosi garante dell’equilibrio di potere tra le parti, ed eventualmente facendo emergere lo squilibrio esistente in modo che i soggetti possano prenderne atto e porvi rimedio.
 
Come funziona la mediazione familiare?


La mediazione familiare può essere paragonata ad un ponte che congiunge due sponde senza riunirle, un ponte che garantisce il passaggio.
   
E’un percorso in cui la coppia viene accompagnata da un terzo neutrale, il mediatore, il quale cerca di favorire una comunicazione efficace tra gli ex coniugi e di trovare una serie di accordi, accettati da entrambe le parti, al fine di riorganizzare la relazione familiare.


La mediazione si svolge attraverso una serie di incontri (circa 10/12) con cadenza settimanale, della durata di circa un’ora. Il mediatore si impegna alla riservatezza, quanto detto durante la mediazione non deve essere riportato in altre sedi.


Il fine unico della mediazione è quello di stabilire degli accordi tra le parti, mettendo al primo posto il benessere dei figli. Accordi duraturi e sostenibili nel tempo in grado di riportare serenità.


Quando si ricorre alla mediazione?


Certamente nei casi di separazione o divorzio.
I coniugi in procinto di separarsi o di divorziare, possono rivolgersi ad un mediatore che li accompagnerà aiutandoli ad ascoltarsi e a rispettarsi.


Ai genitori viene chiesto di esporre i problemi che comporta la separazione sia per la coppia che per i figli, al fine di provare a risolvere tutti i problemi partendo da quelli più urgenti. Va sottolineato che non è il mediatore a prendere le decisioni in questione, ma sempre e solo la coppia.


Attraverso il percorso di mediazione si cerca di mettere al centro di tutto la persona e i suoi valori più profondi, quelli che vengono raggiunti e feriti dal conflitto, affinché essi possano emergere ed essere conosciuti e ri-conosciuti dai diretti interessati.
La mediazione permette di capire che i conflitti non sono necessariamente distruttivi, ma possono essere anche generatori di un nuovo rapporto.


Capita spesso di non riuscire ad avere una visione più ampia della realtà creando comportamenti rigidi e irremovibili che non lasciano spazio al cambiamento. Attraverso la mediazione familiare si ha la possibilità di osservare da vicino i soggetti coinvolti, analizzare i loro punti di vista, capire le necessità di ognuno fino a favorire una nuova relazione.


Il percorso di Mediazione Familiare è personalizzato per ciascuna coppia e ha lo scopo di creare accordi efficaci e duraturi tra le parti in conflitto, perché realmente condivisi e rispondenti ai bisogni di entrambi in un clima di rispetto ed imparzialità.
 

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