Non so se si possa definire ipocondria

Valentina

Buongiorno a tutti,
sono una ragazza di quasi 27 anni e da circa 4 anni sono caduta in un tunnel di cui vorrei trovarne la fine.

Descrivo brevemente la situazione famiglia:
La più piccola di 3 figli, costituzione molto esile, madre che ha perso il padre a 19 e la madre a 22, molto, molto apprensiva ed ansiosa. Io al contrario ho sempre gestito bene le situazioni di possibile panico senza mai perdere la testa, anzi mantengo sempre una buona dose di razionalità.
Madre che da bambina mi ripeteva per spaventarmi che se non mangiavo sarei diventata anoressica, ma ero piccola e quasi non sapevo il significato, inoltre non le davo peso e in ogni caso era ed è la mia costituzione. Da più grande ogni volta che mi ammalavo doveva sempre indicarmi la causa (non ti sei coperta, è perché mangi poco, mangi male, non hai le vitamine ecc).
Sono una persona puntigliosa e che organizza tutto, mi danno davvero molto fastidio i contrattempi.

Poi sono cominciati i miei dolori: appena prendevo la febbre mi veniva (e tuttora mi viene) da piangere, ero attenta sempre a lavarmi le mani, ecc.
Presi una tonsillite e il dottore mi diede l'antibiotico, sono stata male per due giorni, sentivo spilli a mani e piedi che si erano gonfiati, disse di continuare comunque, poi andai dalla guardia medica, risultato: allergica alla penicillina.
Dopo mi è saltato il ciclo per quasi 3 mesi, visita ginecologica, mi dà progesterone e subito dopo la pillola (che non avevo mai preso perché preferivo altro). Dopo 5 giorni pronto soccorso perché non riuscivo a stare in piedi dal giramento di testa e tachicardia, risultato: sovraddosaggio di ormoni.
Il giramento di testa mi passò dopo 2 settimane (oltre a dei cambiamenti di umore assurdi).
Persi molti capelli, altre analisi: prolattina alta. Risonanza: microprolattinoma (che già immaginavo di avere dopo ricerche su Google).
Ed ho tralasciato altre cose..

Situazione attuale:
Ho sempre paura degli effetti collaterali delle medicine, se sento dolori o fitte improvvise alla testa ho sempre paura che sia qualcosa di grave, stessa cosa per il petto o il braccio sinistro (anche se ultimamente mi sforzo di essere razionale e a volte riesco devo dire, ma ora che mio padre è ricoverato proprio per il cuore è dura), tutti i giorni o in un modo o nell'altro penso alla morte, raramente capita anche che la sera io non riesca ad addormentarmi perché mi concentro sulle sensazioni del mio corpo e penso al peggio. Non mi fido molto dei medici, anche adesso me ne danno la riprova, ho un problema intimo e dopo 3 visite dove "non c'è niente, prendi questo" ancora non ho risolto niente.

Io non voglio vivere così, 27 anni e pensare di essere debole, di avere qualcosa che non va, sforzarsi sempre di avere una vita sana perché penso costantemente alla morte e al prevenirla.. ora sto pressando anche il mio compagno (un santo) perché lui faccia le analisi (non le fa da 4 anni). Non so se è ipocondria.. Ho notato che anche se è qualcosa di "grave" es. il prolattinoma, dopo che lo so mi sento meglio, dico "ho questo, bene, almeno so cosa ho e la pianto di ipotizzare" e paradossalmente sono più serena.
A volte mi viene da piangere ma non perché ho paura di morire ma perché ho questi pensieri che non riesco a gestire, irrazionali..
Voglio dire basta e prendere il toro per le corna prima che sia troppo tardi.
Grazie a chi mi risponderà..
Valentina

5 risposte degli esperti per questa domanda

Buongiorno Valentina, non so se si possa parlare di ipocondria o di pensieri intrusivi quasi ossessivi che ti portano a mettere in atto comportamenti compulsivi per poterli gestire.

Un percorso terapeutico lo consiglierei , il rischio é che queste paure si amplifichino sempre di più rendendoti difficile la quotidianità. Non è mai troppo tardi per intervenire.

 

Resto a disposizione.

Dott.ssa Luigia Cannone

Dott.ssa Luigia Cannone

Rimini

La Dott.ssa Luigia Cannone offre supporto psicologico anche online

Cara Valentina,

neanche io allo stato attuale so se si tratti di ipocondria o meno. Non importa. Appare evidente che lei da sempre sia stata "educata" ad "essere malata", allenata ad ascoltare ogni minimo segnale che il corpo le inviava, a focalizzarsi solo su segni e sintomi! Come fosse l'unico modo di vivere.

E infatti sembra che il suo focus sia questo e tutto il resto, della vita, non possa essere vissuto a pieno.

C'è da indagare la sua storia familiare, e la modalità di trasmissione transgenerazionale della, anzi delle sue "malattie".

Credo debba chiedere aiuto ad uno psicoterapeuta, conoscere la diagnosi (ipocondria o meno) a poco serve, bisogna capire l'origine di tali preoccupazioni e la necessità, per conformarsi agli insegnamenti che le sono stati dati di vivere in questo modo.

Sono a disposizione se volesse. Il consulto telefonico è gratuito.

 

Cara Valentina,

ritengo sia necessario intraprendere un percorso di Psicoterapia che ti permetta di riacquistare fiducia in te stessa, nella tua identità psichica, corporea e sessuale. Da ciò che mi racconti sento che sperimenti continuamente un vissuto di debolezza e di malattie, ritengo che alcune possano essere psicosomatiche. Anche se tua madre ti abbia inculcato delle paure non significa che devi averne. È necessario che tu possa distruggere queste paura che involontariamente hai interiorizzato acquistando uno stato di armonia e di forza con te stessa. Le paure che il tuo corpo sperimenta non ti appartengono, ma appartengono a tua madre. Tu e lei non siete un’unica cosa, ma siete distinte e separate. Buon percorso di crescita, ancora sei giovane e puoi investire energia per diventare una donna forte. 

Dott.ssa Iolanda Lo Bue

Dott.ssa Iolanda Lo Bue

Roma

La Dott.ssa Iolanda Lo Bue offre supporto psicologico anche online

A "Non so se posso definirla ipocondria"

Gent. Sig.ra, ho letto attentamente la precisa e puntuale descrizione del Suo caso. Le dico subito che tante, troppe componenti si sovrappongono, certo non è facilissimo districare la "matassa", però penso che con la Sua collaborazione, forza di volontà e pazienza ci potrà riuscire. Sia chiaro però che in casi come il Suo spesso è necessaria una collaborazione fra lo psicoterapeuta, lo specialista medico e i familiari: non sempre, e penso sia il Suo caso, i farmaci da soli aiutano! Se lo ritiene opportuno può contattarmi con una mail: giancdis@libero.it .

Cordiali saluti.

 

Ciao Valentina, 

sembra che tu sia talmente abituata a sentirti dire che c’e qualcosa che non vada che se questo non succede ti sorprendi. Come se la tua sicurezza sia legata a qualche difficoltà corporea.

Sono sicura però che il tuo corpo ha anche tante potenzialità e molta forza, ad oggi lati forse un po’ in ombra e da riscoprire.

Grazie a te per aver chiesto.

Ti abbraccio