Il perfezionista

La tendenza al perfezionismo nasce dalla paura di essere troppo piccolo se non si è il più grande, di essere sbagliati se si sbaglia, perché erroneamente l'errore viene percepito come umiliazione e disfatta.

Il perfezionista è colui che nell'essere ineccepibile in quello che fa cerca illusoriamente di nascondere un senso di inadeguatezza mai superato che viene da lontano. 

Il perfezionista, infatti, segretamente teme di non poter essere soddisfatto nella propria vita se le cose che fa non hanno un esito straordinario, in quanto nella logica del "tutto o nulla" o del pensiero dell'individuo in negativo, ritiene che se le cose non andranno bene le persone lo rifiutano o ancor peggio si prenderanno gioco di lui.

Da qui la tendenza del perfezionista a vivere uno stato di perenne tensione, sempre insoddisfatto, sotto stress e in colpa. Secondo tellenbach ogni stato melanconico trova le sue radici nell'intento del soggetto di darsi valore cercando di fare sempre le cose con la massima estensione e precisione nello stesso tempo. Dal momento che è impossibile fare molte cose in modo perfetto, ciò non fa che portare il perfezionista o verso un frenetico attivismo che non trova pause o verso una sorta di letargia depressiva improntata passività. Per questa ragione spesso il perfezionista dopo momenti di intenso lavoro di solito sceglie di entrare in altri periodi dove decide di non fare più nulla.

ALLORA COME FARE FRONTE AL PERFEZIONISMO?

  • Una prima via sta nell'imparare a gioire delle piccole cose.
  • Una seconda via sta nell’imparare a smettere di giudicare severamente sia se stessi che gli altri. Non serve accusare.

Quando giudichiamo qualcuno parliamo più di noi che dell’altro. Occorre avere presente che sovente i nostri giudizi sferzanti sugli altri sono uno specchio di parti di noi stessi che non abbiamo ancora accettato.

Talora è difficile accettare di potere gioire anche se non si è perfetti. Ma non c’è alternativa.
Solo le persone che sanno condividere la normalità dell’imperfezione possono essere felici.

Di tanto in tanto smetti di chiedere approvazione e di controllare. Se tendi a rimuginare smetti di volere verificare come vanno le cose. Vai altrove.
Prova a distrarti. E quando te la senti sperimenta l’idea di condividere e ridere dei tuoi fallimenti. Come ci insegna “il metodo della risposta” potrai renderti conto che quell’ansia che inizialmente percepisci intollerabile prima o poi svanisce.
Puoi coltivare una buona autostima e pace interiore anche nella pratica quotidiana della normalità. 

Ora poniti le seguenti domande:

  1. Riesci ad accettare le critiche negative senza farti abbattere?
  2.  Ti ritrovi spesso ad evitare situazioni o comportamenti per paura
    di sbagliare?
  3. Sei assillato di concludere quello che hai intrapreso a fare?

Buona riflessione e se vuoi approfondire sappi che io ci sono, contattami!

Dott.ssa Aurelia Gagliano.

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