EMDR: la terapia per elaborare il trauma

L’EMDR è un approccio terapeutico scoperto e strutturato dalla Dott.ssa Shapiro che si basa sulla stimolazione bilaterale (tramite movimenti oculari o tapping) durante la rievocazione di immagini traumatiche per elaborarne la carica emotiva disturbante: risulta molto efficace nel  trattamento del trauma e di problematiche legate allo stress traumatico, in particolare nel disturbo post traumatico da stress. I campanelli d’allarme che posso aiutare il paziente ad identificare la presenza di un trauma che interferisce nel raggiungimento del proprio equilibrio e benessere possono essere:

  • Flashback:  un vissuto intrusivo dell'evento che si propone alla coscienza, "ripetendo" il ricordo dell'evento in situazioni di potenziale tensione o improvvisamente durante la quotidianità.
  • Evitamento: la tendenza ad evitare tutto ciò che ricordi in qualche modo, o che sia riconducibile, all'esperienza traumatica (anche indirettamente o solo simbolicamente).
  • Incubi ricorrenti: che possono far rivivere l'esperienza traumatica durante il sonno, in maniera molto vivida.
  • Iperattivazione psicofisiologica, caratterizzata da insonnia, irritabilità, ansia, aggressività e tensione generalizzate o Intorpidimento, cioè uno stato di coscienza simile allo stordimento ed alla confusione.

Le sedute si strutturano con l’insegnamento di una tecnica di rilassamento e l’attivazione di un posto sicuro immaginario in cui il paziente può scegliere di ritornare nel momento in cui percepisce una carica emotiva eccessiva e non tollerabile. Nel corso delle sedute il terapeuta raccoglie alcune immagini disturbanti legate agli eventi traumatici da elaborare, identificando il grado di disagio che ciascuna immagine provoca nel paziente. Una alla volta le immagini identificate vengono elaborate tramite una tecnica immaginativa mentre il terapeuta esegue la stimolazione bilaterale, tramite movimenti oculari o stimolazione sensoriale.
Tale tecnica può essere utilizzata anche con i bambini e gli adolescenti per aiutarli ad elaborare sia traumi con la T maiuscola (incidenti, lutti, catastrofi naturali, maltrattamenti e abusi) sia traumi con la t minuscola cioè eventi di per sé non eccessivamente pericolosi ma che vengono vissuti in maniera traumatica dal bambino perché si inseriscono in una situazione stressante o in condizioni di ansia che limitano il suo benessere (per esempio un trasferimento e il cambiamento del gruppo di amici, il cambio di scuola, la nascita di un fratello o sorellina, la separazione dei genitori).

L’elaborazione dell’esperienza traumatica che avviene con l’EMDR permette al paziente di cambiare prospettiva: l’immagine cambia nei contenuti e nel modo in cui si presenta, i pensieri intrusivi in genere si attutiscono o spariscono e le emozioni e sensazioni fisiche si riducono di intensità, incorporando emozioni più adattive. Questo permette al paziente di recuperare la consapevolezza del proprio comportamento, riducendo i comportamenti di evitamento per favorirne altri più adattivi che gli permettano di impegnarsi nel raggiungimento dei propri obiettivi. Un altro cambiamento significativo è dato dal fatto che il paziente discrimina meglio i pericoli reali da quelli immaginari.

Dopo l’EMDR il paziente non dimentica l’evento  ma può ricordarlo senza una eccessiva attivazione emotiva: il contenuto diventa integrato in una prospettiva più adattiva e l’esperienza può essere usata in modo costruttivo dall’individuo.

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