Buongiorno Martina,
La tappa dei "no" arriva in tutti i bambini. È una tappa utile, perché struttura la personalità del bambino, che passa dall'essere completamente dipendente dal genitore a capire che può "scegliere" qualcosa con la propria testa. Ovviamente è molto critica, perché il genitore ha il difficile compito di negoziare ogni volta, in modo da far capire al bambino che a volte è possibile scegliere e a volte no (e su questo bisogna essere molto fermi, senza rabbia, ma fermi).
Lottare con lui ogni giorno per ogni cosa è sfiancante, sia per voi che per lui, aggiungiamoci anche l'emotività e tutto ciò che è riconducibile alla sua gestazione e otteniamo una potente bomba ad orologeria.
Il mio consiglio è quello di scendere a qualche compromesso. Cercate di farlo sentire ascoltato. Chiedetegli cosa desidera mente fa la lagna: a volte la fanno senza motivo, solo in virtù del contrasto, è funzionale per lo sviluppo, ma il vostro ruolo è di riportarlo dall'essere contro di voi ad essere su di sé. Calmatelo e chiedetegli cosa desidera e se è possibile dateglielo altrimenti, negoziate di nuovo! Se in quei momenti vi mostrerete disposti a cercare di capirlo e ad accoglierlo, potrebbe scoprire che il vostro affetto gli basta a calmarsi e che non c'era alcun desiderio irrinunciabile.
Quando vi è possibile, tramutate la routine in gioco, si sentirà più accolto e accetterà più volentieri di vestirsi, lavarsi ecc.
Attenzione però! La negoziazione non è consenso totale, ma un qualcosa che rende ad entrambe le parti! Questo farà in modo che si senta importante per voi, ma non dominante. Nel rapporto ci deve essere spazio per entrambi, voi e lui.
Per tutto il resto, cercate di trovare il sorriso e il divertimento ogni volta che potete. Vivetevi il vostro affetto e attendete con esso il nuovo nascituro.
Vi mando un grosso augurio!
Dr.ssa Michaela Mortera