Mio figlio di quasi 17 mesi ha cominciato il nido

Simona

Buongiorno, Mio figlio di quasi 17 mesi ha cominciato il nido a inizio settembre e ci va serenamente tuttavia al momento del pasto assaggia 2 cucchiai e poi rifiuta altro. Perciò alle 11.30 me lo ridanno per farlo mangiare a casa. Dicono che se non mangia abbastanza non è il caso di prolungare l'orario poiché non sarebbe sereno nel vivere le altre attività (ninna e giochi). Io temo che più la cosa prosegue più lui capisce che quando rifiuta il cibo torna a casa con mamma perciò cosi facendo non si sblocca mai. Vorrei chiedere alle educatrici un approccio più duro, lasciarlo al nido fino a quando è pra della nanna, per fargli capire che è lì che deve mangiare, ma temo che così gli venga il rifiuto del nido che finora non ha avuto. Aggiungo che il suo approccio al cibo è sempre stato negativo e che siamo riusciti a svezzarlo solo grazie ai cartoni in tv e giochini in mano, praticamente anche a casa mangia solo se estremamente distratto, quasi passivamente. Non c'è nulla che mangi con passione, provato ogni tipo di cibo senza successo. Fino a 8 mesi ha rifiutato tutto ed è andato avanti solo col mio latte. Poi ha cominciato a mangiare ma solo in queste modalità senza le quali anche a casa non mangia. Speravo che per imitazione vedendo gli altri bimbi si sarebbe sbloccato ma non fa alcun progresso. Tutto questo solo per aottolineare che non si tratta di rifiuto del nido ma è il suo tristissimo approccio al cibo.

6 risposte degli esperti per questa domanda

Buongiorno Simona,

io lavoro da anni presso un nido come coordinatrice pedagogica e di bambini che non vogliono mangiare (a volte anche fino ai 2 anni) ne ho visti molti. Spesso l'approccio al cibo, come giustamente si rende conto anche lei, viene modellato in base alle figure di riferimento che si trova accanto e alla relazione con loro (cibo=relazione)

Le educatrici del nido , come accenna anche lei, dovrebbero comunque lasciare che il bambino si abitui al cibo e al ritmo degli altri. Inizialmente i rifiuti sono molti ma sperimentarsi e, diciamolo, anche avere fame dopo non aver mangiato nulla, aiuta i bambini a capire che ci sono delle regole e, o è così o nulla. Sembra rigido ma invece è contenitivo perchè se il bambino ottiene di andare dalla mamma se rifiuta il cibo lo farà sempre (quindi anche su questo condivido).

Voglio dirle che quello su cui a questo punto la invito a lavorare è l'approccio con il cibo a casa. Dar da mangiare sotto distrazione non aiuta il bambino a consapevolizzare che il cibo c'è e che serve. Piuttosto se si vuole giocare lo si fa con il cibo, quindi aiutando il bambino a sentirne la consistenza con le mani (magari mangiando anche voi con le mani e facendo vedere che vi divertite e che è buono) senza avere la paura di sporcarsi. Nel caso in cui suo figlio rifiutasse quel cibo in quel momento, è importante non dargli da mangiare quando ne ha voglia e ad orari qualsiasi , poichè anche questo non aiuta a stabilire delle regole e il bambino pensa "mangio quando voglio, tanto mamma me lo dà".

Quindi voglio rassicurarla che, a meno che non ci siano patologie conclamate, il bambino imparerà a mangiare qualsiasi cosa e da solo. La lotta cibo è spesso un modo per richiedere attenzione poichè i bambini, ne richiedono molta.

Non essendoci una domanda chiara che fa sento di volerla rassicurare sul fatto che il suo non è un tristissimo approccio quello di suo figlio ma una scelta. Mentre quello che porta lei non è un problema ma una grande paura.

Suo figlio supererà questa fase.

Resto a disposizione

Buonasera Simona,

i bambini, come molti pediatri sostengono, sono dotati di un personalissimo sistema di controllo del cibo e ne assumono in relazione ai loro bisogni. Per molti bambini il tempo dedicato alla consumazione dei pasti è tempo tolto ai giochi e alle attenzioni per sè. Comprendo perfettamente la sua preoccupazione che passa attraverso escamotage di intrattenimento vari affinchè mangi qualcosa e non mi sento affatto di biasimarla. Per quanto riguarda il contesto del nido concordo con lei nel provare ad affrontare con il supporto delle educatrici lo scoglio dei pasti. Siamo ancora ad ottobre e lo si potrebbe considerare ancora in fase d'inserimento quindi cerchi di far rimanere a pranzo il piccolo. Se ha bisogno di un confronto a riguardo non esiti a contattarmi. 

Dott.ssa Claudia Campisi

Dott.ssa Claudia Campisi

Roma

La Dott.ssa Claudia Campisi offre supporto psicologico anche online

Gentile Simona, sono d'accordo con lei riguardo l'approccio da seguire. In questi casi non è mai facile decidere cosa sia meglio fare, ma adesso potrebbe essere il caso di provare a prolungare l'orario in modo che suo figlio, come sosteneva lei, non si abitui alla routine “non mangio ed esco con mamma“... I bambini tenon naturaente ad adeguarsi ai limiti, è necessario però provare e dargli fiducia... Vedrà che dopo un po' di volte si abituerà...a mio parere ne varrebbe la pena...

Buongiorno Simona, il passaggio al nido è in piccolo "trauma" che il bimbi sta affrontando e anche il cambiamento  del modo di cucinare. A che ora fa colazione il bimbo? Fa merenda a metà mattinata? È' troppo carica per lui? Ogni bimbo ha i suoi rituali/abitudini e quindi piano piano affronterà anche il pranzo. Mano mano che frequenterà il nido farà amicizia con qualche bimbo in particolare è così sarà più motivato a mangiare. Cerchi di invitare il potenziale amichetto a casa sua in modo tale da rafforzare l'amicizia. Cordiali saluti 

Dott.ssa Federica Buffoni

Dott.ssa Federica Buffoni

Roma

La Dott.ssa Federica Buffoni offre supporto psicologico anche online

Cara Simona, le sue osservazioni molto attente mi fanno capire che ha ben chiare una serie di dinamiche comportamentali, che il suo bambino mette in atto. Se anche l' approccio al cibo diventa motivo di preoccupazione e attenzione per voi genitori diventerà per lui fonte di ricatto, e lo usa per ottenere ciò che vuole. Per quanto è il suo dolce bambino, si renda conto che i bambini sono molto abili e manipolativi per ottenere il soddisfacimento di un bisogno: attenzioni, stare a casa anzichè altrove, poter mangiare qualcosa di goloso anzichè le verdurine e così via. Ciò che ci vuole sono regole e coerenza, sia da parte sua che delle educatrici che trovo un tantino leggere nell' assunzione di responsabilità che il loro ruolo richiede. Forse anche a causa di tutta una serie di aggressioni che i genitori rivolgono a queste figure da un pò di tempo. Le consiglio di iniziare subito a leggere i "No che aiutano a crescere" e "Un genitore quasi perfetto". Se non dovesse bastare a trovare utili strategie per rompere questo circolo vizioso legato al cibo, le consiglio di farsi seguire insieme a suo marito( l' unione fa la forza) da un Terapeuta sistemico-strategico della sua zona che la guiderà passo passo. Se agirà subito nelle dirizioni che le ho indicato, con la collaborazione e la coerenza comportamentale anche delle altre figure da cui il bambino viene accudito, le posso assicurare che il problema si risolverà in brevissimo tempo.

Cari Saluti

Mi dispiace Simona

ma la situazione insieme agli altri ba,bini dovrebbe migliorare. Concordi con le maestre che magari possono consegnarglielo più tardi in modo che ha già visto tutti gli altri bambini mangiare ed è venuta anche a lui la fame. 

Non pensa sia un problema se poi eventualmente mangi a casa verso le 13 o le 14. Provi a fargli sperimentare la sensazione della fame

In bocca al lupo