Buonasera, mia figlia è da dicembre che ha dei pensieri fastidiosi fissi. A dicembre appunto nonostante sapesse come si hanno rapporti sessuali (anche se non ne ha mai avuti) e come si rimanesse incinte aveva la paura che toccando la carta igienica o l'asse del water usato da sesso maschile poteva rimanere incinta, anche se mi ha detto che sa benissimo che non è così ma la sua mente glielo diceva, questo fino ad aprile. A giugno invece dopo aver sentito una frase o da me o da mia madre" non è che ti piacciono le femmine" il suo cervello continua a farle la domanda come un martello e lei in questi ultimi giorni sta malissimo e ha crisi d ansia e di panico perché dice che a lei assolutamente non piacciono le femmine ma i maschi e che proverebbe ribrezzo. Ha vent anni e in passato ha avuto un attacco di panico mentre giocava a basket e alle superiori studiava molto e ripeteva la lezione molte volte per l'ansia di non riuscire, nonostante i risultati erano ottimi. Adesso sta facendo test d'ingresso per università ma ha paura di non riuscire a e tirare. Le sto dando fiori di bach. Potete darmi dei consigli?
3 risposte degli esperti per questa domanda
Buongiorno,
mi pare di capire che il tema dell'ansia abbia accompagnato e accompagni ancora la vita della figlia
Penso che approfondire l'origine del malessere aiuterebbe sua figlia a comprendere meglio ciò che all'esterno si manifesta con quei pensieri che lei ha raccontato nella lettera
Una terapia psicologica sarebbe auspicabile
Gentile signora,
le consiglio di far contattare direttamente sua figlia ad una terapeuta al fine di poter comprendere esattamente la richiesta di aiuto
Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo il disagio che può sperimentare e quanto sia impattante sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stessa utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
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