Prima di tutto: il fatto che tua figlia ti abbia chiesto di andare dallo psicologo non è un fallimento, è un segnale di forza. Sta riconoscendo di avere bisogno di aiuto, e che non riesce a gestire da sola quello che prova. È anche segno che si fida di te. A 11 anni si è in una fase delicatissima:
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Si inizia a cambiare fisicamente ed emotivamente (pre-adolescenza).
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Aumentano le pressioni scolastiche e sociali.
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Il cervello è in pieno sviluppo e l’autoregolazione emotiva è ancora fragile.
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I litigi con i genitori diventano una forma (inconscia) di separazione e ricerca di autonomia.
Le sue difficoltà scolastiche, ansie, problemi di sonno e comportamenti oppositivi sembrano tutte facce di una faticosa richiesta di aiuto che non riesce a esprimere in modo sereno. Attenzione: quando un figlio dice “mandami dallo psicologo”... Non va ignorato. Non significa per forza che ci sia una diagnosi grave, ma può voler dire "Io non riesco più a farmi capire". "Non mi sento sicura in quello che provo". "Vorrei parlare con qualcuno che non mi giudica o mi sgrida".
Dici che litiga spesso con tua moglie, che non è violenta ma severa. Potrebbe esserci:
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Un'escalation di tensioni, in cui entrambe finiscono per sentirsi ferite e non ascoltate.
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Una difficoltà di tua figlia a gestire le frustrazioni, tipica di quest’età.
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Una possibile fatica emotiva anche di tua moglie, che magari è molto coinvolta e stanca. Ascoltala senza correggerla o difendere nessuno Quando ti parla, non giustificare subito tua moglie. Dille ad esempio:
“Mi interessa capire bene cosa senti. Voglio aiutarti, dimmi cosa ti fa stare male.”
Solo dopo aver ascoltato a fondo, puoi dire:
“Posso anche spiegarti come la vede mamma, se vuoi. Ma prima voglio capire te.”
Prendila sul serio: valutate uno psicologo infantile
Non è un’umiliazione. Uno psicologo non serve “perché c’è qualcosa che non va”, ma per:
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Aiutarla a dare un nome alle sue emozioni.
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Offrirle un luogo neutro per raccontarsi.
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Supportare anche voi genitori con consigli pratici (molti offrono anche incontri familiari).
Potete dirle:
“Abbiamo visto che ti senti molto stressata, e ci dispiace. Ci hai chiesto di parlare con qualcuno, e siamo d’accordo. Ti vogliamo bene e vogliamo che tu stia bene.”
Se tua figlia ti chiede aiuto, la risposta non deve essere solo disciplina, ma anche comprensione. Mostrale che ci sei, che non la giudichi, e che se serve un supporto esterno, va bene. Come padre, il tuo ruolo può essere quello di “ponte” tra lei e sua madre, tra lei e il mondo adulto.
Dott.ssa Antonella Bellanzon