Come devo comportarmi se mia figlia mi accusa di essere un genitore manipolatore?

Marcella

Salve a tutti.. ho 3 figli di cui 2 maggiorenni da poco. Ho sempre avuto un buon dialogo con i miei figli, non ci siamo mai nascosto nulla. Giorni fa ho scoperto che mia figlia si confidava con mia sorella che sta consultando uno psicologo perché io sono un genitore manipolatore e le ho rovinato la vita. Mi sono documentata sulla questione e non mi rispecchio. Durante la sua adolescenza mi sono fatta aiutare da una psicologa per sapere come comportarmi con lei. Oggi invece questa accusa mi ha completamente svuotata e messa in crisi che non mi sento più di fare la mamma spontanea neanche col piccolo che ha 1 anno e mezzo. Mi sento una fallita. Consigli?

3 risposte degli esperti per questa domanda

Cara Marcella, il proprio valore non si misura in base a una singola circostanza. Forse il senso di fallimento di cui parli non è imputabile a una singola parola, manipolatrice . Forse piuttosto che ricercarne il senso per tua figlia ( che di vita davanti ne ha ancora tanta per potere parlare di esistenza rovinata ) potresti iniziare un percorso per comprendere il senso che nella tua storia ha questo « fallimento  . Di che fallimento stiamo parlando ? Rispetto a quale obiettivo e di chi? Potrei continuare all’infinito ma mi auguro di poterti incontrare di persona . Un abbraccio.

Solo la figlia che la accusa puo' aiutarla a capire in che modo e' stata manipolatrice: si faccia dire esempi, fatti, quando e come lei si é sentita manipolata.
Altrimenti sono accuse vane. Le faccia capire che se é veramente così che lei si sente; lei come madre vuole capire e magari cercare di cambiare, mettendosi in discussione, per il bene degli altri fratelli. Le dica che puo' essere disposta a fare un percorso psicologico anche lei ma sua figlia le deve spiegare, non puo' limitarsi a dire "sei una manipolatrice, mi hai rovinato la vita" e basta. Altrimenti, adesso è sua figlia che sta rovinando la vita della madre.

Gentile Marcella, è difficile rispondere alla sua domanda perché, se ho capito bene, ciò che lei racconta non le è stato detto da sua figlia direttamente ma da qualcun altro. 

Quando le situazioni ci vengono riportate da altri, si possono creare notevoli malintesi e si alimentano, inevitabilmente, ansie e rancori.

Se sua figlia si è rivolta ad una psicologa (come lei, del resto, ha fatto quando ne ha avuto bisogno) significa che ha fatto una scelta costruttiva e matura: non abbia timore, perché la collega saprà agire con professionalità e aiutare sua figlia ad elaborare le difficoltà che ha nel rapporto con lei e l'eventuale rabbia che prova nei suoi confronti  (come farebbe supporre la frase riportata) come è piuttosto comune alla fine dell'adolescenza. 

Le consiglio di attendere qualche tempo e poi di provare a cercare un dialogo con sua figlia su come si sente in questo periodo, senza far trasparire preoccupazioni o rimproveri impliciti relativi alla situazione. 

Molti auguri e ci riscriva se ha bisogno.