Come riconoscere una relazione d'amore malata

Riuscire a vivere delle relazioni affettive sane e soddisfacenti, può essere considerato uno degli aspetti che incide maggiormente sulla qualità della vita, tanto che può condizionare il tono dell’umore e l’energia che riusciamo a mettere nei diversi contesti della vita, come la famiglia, il lavoro e le relazioni sociali.

Tutti quanti, quando iniziamo una relazione d’amore, siamo presi dal momento iniziale che sembra essere magico e ci da l’illusione di un apparente stato di benessere.

Ma non appena questa fase idilliaca viene superata, emergono quelli che saranno altri importanti aspetti che caratterizzeranno la tonalità emotiva della relazione vissuta e non sempre saranno positivi.

A volte capita di ricadere in situazioni disfunzionali simili ad alcune già vissute in relazioni passate, altre volte emergono nuove dinamiche e modalità che ci mettono davanti a delle inaspettate fragilità caratteriali, che ci fanno ricredere sulla bontà della situazione vissuta.

Quando si è dentro una relazione “malata”, non ci si rende conto di vivere una relazione di questo tipo, perché si perde quella oggettività che si ha quando non si è coinvolti e per questo ci può essere la tendenza a sminuire quanto accade.

L’aspetto razionale e quello emotivo, non sempre viaggiano sullo stesso binario, e ciò comporta una difficoltà a percepire correttamente quelli che potrebbero essere degli indici di malessere.

Per riuscire a stabilire quali sono le caratteristiche di una relazione patologica si possono prendere in considerazione alcuni indici che ci fanno capire il grado di positività di una relazione:

    • 1) Il rapporto porta maggiori momenti di sofferenza piuttosto che di gioia, ciò influisce negativamente sul benessere psicologico e sulla propria autostima, e impedisce che si sviluppi quella serenità necessaria per affrontare i diversi ambiti della propria vita.

 

    • 2) Sono presenti maltrattamenti sia fisici che psicologici, senza esser capaci di porvi fine e chiedere aiuto.

 

    • 3) Il rapporto viene vissuto fuori da una base di realtà, si ha la continua speranza di un cambiamento dell’altro, senza nessun segno reale che ciò possa avvenire, anche perché una sana relazione si basa sull’accettazione reciproca e non sulla speranza che l’altro cambi.

 

    • 4) E’ presente una continua oscillazione tra momenti di amore e altri di odio, questa ambivalenza affettiva impedisce che si crei quella serenità necessaria all’evoluzione del rapporto.

 

    • 5) I ruoli e le dinamiche della coppia sono rigidi, e impediscono alla coppia di dare e prendere in modo diverso a seconda delle situazioni. Ciò impedisce che ci sia una flessibile distribuzione del potere e che si sviluppi la possibilità di sperimentarsi per entrambi sia nella richiesta che nella soddisfazione dei propri bisogni.

 

    • 6) I temi delle liti tendono ad essere sempre gli stessi, ciò avviene perché nel rapporto manca la comunicazione, l’ascolto e la comprensione reciproca che faciliterebbero la soluzione dei conflitti, e non si sviluppa la possibilità di creare nuove soluzioni necessarie per poter così andare avanti.

 

  • 7) Manca una progettualità nella coppia e il rapporto non cresce. Per ogni individuo dovrebbe essere naturale continuare a crescere e farlo anche insieme al proprio partner, se questo non accade o questa esigenza è sentita solo da uno dei componenti della coppia, diventa un indice di malessere che crea insoddisfazione e porta al graduale deterioramento del rapporto, perché mancano degli obiettivi comuni verso cui tendere.

Quando in una relazione affettiva sono presenti la maggior parte di questi aspetti è importante cominciare a mettere in dubbio il rapporto che si sta vivendo, perché spesso non farlo può portare a delle situazioni di malessere estremo, che influiscono sulla qualità della propria vita.

Piuttosto che arrivare a vivere situazioni estremamente dolorose e patologiche, è importante riuscire a fermarsi prima e chiedere aiuto ad uno psicoterapeuta che possa essere d’aiuto sia individualmente che in coppia, per uscire dall’impasse patologico che si è venuto a creare.

Riuscire a chiedere aiuto non è semplice, perché spesso non si vuole ammettere ne con se stessi, ne con chi ci sta intorno, il livello di patologicità della relazione vissuta, ma riuscire a farlo è il primo gradino da percorrere per raggiungere quello stato di benessere tanto ambito.

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