Amore con intimità quasi zero, come fare per capirne le cause?

Karla

Sono una donna di 32 anni fidanzata da 3 con il mio compagno di 35. All’inizio della nostra relazione è avvenuto tutto con molta passione, partendo entrambi da situazioni precedenti e parallele da cui volevamo scappare. Ogni weekend partivo per andare da lui in una grande città -rispetto la mia- e trascorrevamo 3 giorni stupendi in cui ero accolta nel migliore dei modi, inserita tra i suoi amici, intimità alle stelle. Dopo un anno il rapporto ha subito un cambiamento poiché per assenza di lavoro è ritornato nella città di origine, distante solo 40 minuti dalla mia. Non ha mai amato venire da me, più che altro perché stando da lui (in entrambe le città) avevamo il nostro habitat mentre da me avremmo dovuto condividerlo con la mia famiglia. Non mi sono mai fatta problemi e sono sempre andata io. Abbiamo avuto come in ogni relazione dei bassi, in cui spesso ho notato il suo ricorrere a un grande vittimismo in cui faceva emergere le sue insoddisfazioni personali, i problemi adolescenziali e spesso i nostri problemi sono stati appunto mai risolti ma tamponati con un colpo di spugna e addossati a me. Se mi lamentavo perché avrei voluto un po’ di più la sua presenza ero egoista perché lui non stava bene poiché non aveva lavoro, se volevo magari pensare a una mini vacanza insieme (non ha problemi economici, spende molto per i suoi vizi e sfizi) mi faceva pesare di essere egoista perché lui aveva altri pensieri (trovare un lavoro ma senza davvero impegnarsi). Da più di un anno la nostra attività sessuale è cambiata. Massimo una volta al mese dove ha un’eiaculazione abbastanza precoce rispetto a prima. Una volta finito non si interessa di me, del fatto che anche io abbia desiderio di continuare e questa cosa mi fa male. Gliene ho parlato ma purtroppo non riusciamo a mantenere dei toni calmi, lui è molto bravo a innescare agitazione e io sono molto impulsiva dal rimanere assertiva. Ogni volta che ho cercato di dirgli che mi sentivo trascurata abbiamo litigato, mi bloccava telefonicamente dicendomi che gli avevo rotto i coglioni, che lui mi ama ma che non ce la fa a sostenere le mie lamentele e che non sta bene (lo ripete da anni ma non fa nulla per stare meglio). Ora siamo nuovamente in questa situazione:non ci vedevamo da più di un paio di settimane a causa di un litigio, ci siamo visti per 2 giorni e oltre ad abbracci, bacini a stampo nulla. Siamo stati 2 giorni al mare e neanche lì oltre a queste manifestazioni d’affetto, nulla. Siamo ritornati e lui fa finta di nulla. Io non ce l’ho fatta e gli ho detto di sentirmi frustrata dal notare che sono trascorsi quasi 2 mesi dall’ultima volta di intimità e lui ha reagito allo stesso modo (mi hai rotto le palle, non ce la faccio più, ora che stavamo tornando a stare sereni nuovamente te ne esci con qualcosa. Tu non stai bene con te stessa, vuoi sempre qualcosa di più. Io non vado così dietro al sesso. Fossero questi i miei problemi, ti avevo chiesto tranquillità, ora basta.). Eppure io sono stata abbastanza asservita, ho cercato di non dargli colpe ma di dirgli “qui c’è un problema che fingiamo non esista... capiamone la natura perché io ti amo ma non riesco a far finta che questa cosa sia normale. L’intimità è qualcosa di importante che non può essere messo così da parte”. Ho tentato di ricontattarlo ma non mi ha più risposto. Le persone che ho vicino mi dicono di lasciarlo perdere perché non è normale questa cosa. Razionalmente credo anch’io che non sia normale Peró a volte mi chiedo cosa fare. Sento il suo amore quando siamo insieme ma credo che per lui sia prioritario non variare la sua vita e dare importanza alle sue sfere (la sua musica. 8 giochi con i suoi amici) e non si interessi di alcuna progettualità perché quando parla di me mi descrive come la donna con cui vorrebbe passare la vita ma parla sempre al futuro. Cioè rimanda tutto quello che potremmo condividere in una situazione futura e io mi sento ferma.

3 risposte degli esperti per questa domanda

Cara Karla, verso la fine della sua lettera c’è una frase che mi colpisce: "Razionalmente credo anch’io che non sia normale però a volte mi chiedo cosa fare". Quel “razionalmente” può aiutarla a comprendere come questo problema non possa essere affrontato razionalmente. Non sto dicendo che deve lasciarsi andare agli impulsi, che non è mai buona cosa, ma che avrebbe bisogno di essere aiutata a guardare agli aspetti meno razionali di lei che, nonostante abbia capito che questa relazione è finita, che non è una vera  relazione ma purtroppo solo il ricordo di un breve periodo molto intenso (forse troppo?? ) che ha lasciato lo spazio alla noia e soprattutto alla trascuratezza e alla recriminazione dolorosa, così da poter comprendere cosa di se stessa la tiene legata a quest’uomo che chiaramente non la ama e non è interessato a lei. Purtroppo di questo non si può parlare in un messaggio su un sito. La consiglio di rivolgersi ad un terapeuta ad orientamento analitico nella sua zona. E’ giovane e ha diritto a permettersi qualcosa di migliore. Invece sembra che voglia “irrazionalmente”  scegliere un rapporto del tutto insoddisfacente.

Buon lavoro terapeutico dunque!

 

Carissima Karla,

l’intimita è qualcosa che si costruisce gradualmente. Non a parole soltanto ma con i gesti. Anche tu a volte dovresti astenerti nel rapporto sessuale e farti desiderare maggiormente. Far sentire che il tuo corpo ha bisogno di lui e di essere toccata, amata, accarezzata con tenerezza. A volte i periodi di astinenza servono per apprezzare ancor di più l’atto sessuale o meglio il fare l’amore. Mi auguro possiate conoscervi meglio ed essere più comprensivi l’uno con l’altro.

Cordiali saluti

Dott.ssa Iolanda Lo Bue

Dott.ssa Iolanda Lo Bue

Roma

La Dott.ssa Iolanda Lo Bue offre supporto psicologico anche online

Lei ha incontrato e si è innamorata di un uomo moltocentrato in se stesso. Il motivo per cui sia così va rintracciato nella sua vita e nella sua storia di vita. Già nei primi tempi della vostra relazione ci sono stati accenni al suo centramento su se stesso. Aveva bisogno di qualcuno che si occupasse di lui e attenuasse la sua ansia e le sue angosce. MA LUI NON è IN GRADO DI DARE, di occuparsi altrettanto dell'altro, di sacrificare o accomodare i propri spazi a favore dell'altro. Se questo chiede qualcosa, viene considerato una persona di disturbo, fatta sentire tale, colpevolizzata e allontanata. 

La compagna non può sentirsi appagata in una relazione simile, non può modificare se stessa per accontentare. Sarebbe una fatica estenuante e avvilente. Non è compito della compagna diventare terapeuta. Solo il partner potrà decidere di prendere in mano se stesso, proporsi un percorso personale e cambiare in meglio la propria esistenza.