La malattia porta ad allonatnarsi nel rapporto intimo

fabio

Buongiorno sono un uomo di 42 anni sposato con una donna che amo tantissimo.
Da alcuni mesi mia moglie e malata di fibromialgia, con dolori diffusi e stanchezza cronica, e il suo pensiero costante al non capire del perchè non sta bene, la tiene lontana con la testa al nostro rapporto.
Questo la distrae da tutto ma sopratutto influenza molto il nostro rapporto intimo, non desidera che la cerco per fare l'amore.
A volte riesco a essere indifferente e stargli vicino senza cercarla fisicamente, ma come uomo ho bisogno di lei di sentirla presente, di sentire che anche lei abbia il desiderio di fare l'amore, ma in questo periodo non avviene.
Io cerco di parlane con lei ma lei si altera, dicendo che io penso solo a quello.
Ho paura che questa situazione non migliori, ho paura che lei non torni più a essere serena e coinvolta nel nostro rapporto di coppia.

3 risposte degli esperti per questa domanda

Buonasera, la malattia di sua moglie, la fibromialgia, è una malattia con tante componenti tra cui è considerata importante anche una componenete psicologica. Ciò mi fa pensare che sua moglie sia, oltre che sofferente fisicamente, anche un po' sofferente sul piano psichico e ciò non solo come conseguenza della malattia ma, forae, anche come concausa. Una cosa sempre utile è quella di parlare del suo (del marito) desiderio di avere un rapporto che sia completo: di discussione, di scambio reciproco, di confronto intellettuale e affettivo, ecc.  ma anche fisico. E di mettersi allo stesso tempo in ascolto dei bisogni e dei desideri della moglie cercando di andare al di là del verbale. Cercando cioè di capire se sotto c'è qualcosaltro. Sotto ai sintomi ci sono spesso più cose di quelle che appaiono. Una ulteriore possibilità è di proporre una consulenza di coppia per valutare in quale modo la vostra relazione possa migliorare con conseguenze positive generali su tutto il rapporto. Infine resta la sua (del marito) possibilità di chiedere un aiuto psicologico individuale per chiarire meglio la propria condizione psicologica e affettiva e imparare ad essere più capace di capire se stesso ma anche la moglie. 

Cordiali saluti

Nelle patologie croniche spesso si assiste ad un'alterazione della sfera sessuale. A seconda della patologia, possono nascere delle problematiche correlate che interferiscono con i rapporti sessuali in modo diretto o indiretto. Per esempio, nel caso dei tumori, alcuni trattamenti di cura possono portare alla menopausa anticipata, o alla secchezza vaginale, o a stanchezza e dolori diffusi. La donna vive il sesso in modo molto differente dall'uomo. Mentre per quest'ultimo è sufficiente solitamente un piccolo stimolo di natura sessuale per creare eccitazione, la donna ha bisogno di più tempo e più stimoli (in linea di massima). Ne consegue che, se i dolori cronici tipici della fibormialgia impediscono di concentrarsi sulle sensazioni corporee date, per esempio, dai preliminari, sarà molto difficile che la donna raggiunga un livello di eccitazione tale da vivere serenamente il rapporto sessuale vero e proprio. Questo potrebbe anche portare al rifiuto di qualsiasi forma di contatto perchè "tanto non ho voglia".
Il consiglio è di parlare del problema con i medici che l'hanno in cura per la fibromialgia, spiegando come la malattia abbia influito negativamente sulla vostra vita sessuale. Questa sfera della vita di coppia è molto importante e i medici non possono ignorare la sua richiesta.

Oppure potrebbe rivolgersi inizialmente ad un ginecologo, seguire le indicazioni e poi, eventualmente, contattare uno psicologo specializzato in sessuologia.
Le soluzioni a questo problema ci sono, basta iniziare a parlarne con qualcuno che possa aiutare.

Gentile Fabio, lei scrive che sua moglie da qualche mese soffre di “fibromialgia” che le causa dei sintomi fisici (stanchezza cronica e dolori diffusi) ed un probabile e comprensibile vissuto psicologico di preoccupazione e difficoltà ad accettare questa diagnosi e questi sintomi che presumibilmente sono piuttosto invalidanti e modificano la qualità della vita.

Quando si è ammalati si tende a centrarsi su sé stessi, per fare appello alle proprie risorse e perché probabilmente si tende a porsi molte domande: perché? Perché proprio a me? Cosa ho fatto io per meritare questo? Come farò in futuro? Chi mi può aiutare? Peserò su chi mi sta vicino ... e forse tante altre.

Questo centrarsi su sé stessi però non vuol dire che non si ha bisogno degli altri … Anzi è molto importante avere delle persone affettivamente vicine, da cui la persona ammalata possa sentirsi capita, ascoltata, supportata, protetta.

Sarebbe importante che lei fosse informato e consapevole delle caratteristiche della malattia di cui soffre sua moglie, delle modalità di cura e di quello che possono fare le persone vicine per aiutare chi soffre di questa particolare patologia.

In generale, comunque, la prima cosa è l’ascolto. Ascoltare, vuol dire cercare di mettersi nei panni della persona che sta parlando, questo può permetterci di capire in quale stato d’animo si trova, non vuol dire necessariamente fare o cercare subito una soluzione … a volta sentirsi ascoltati e compresi è già sufficiente di per sé.

Per quanto riguarda l’intimità, è più probabile che sua moglie, in questo periodo, preferisca i gesti che le dimostrano affetto e protezione, calore ed accoglienza, proprio perché sta vivendo un momento di incertezza che forse la fa sentire fragile.

Se lei vuole provare a proporsi in questo modo, avere la pazienza che sua moglie trovi un nuovo equilibrio, è probabile che questo permetta a sua moglie di avvicinarsi e farsi avvicinare nuovamente da lei.

Cordiali saluti.

Dott.ssa Monica Gozzi

Dott.ssa Monica Gozzi

Reggio nell'Emilia

La Dott.ssa Monica Gozzi offre supporto psicologico anche online