Vivo una relazione che non mi rende felice

Raffaele

Buongiorno
Sono un ragazzo di 32 anni e da quasi 2 convivo con la mia ragazza insieme alla figlia pre-adolescente.
Che dire, non sto bene: non sono sereno, a mio agio
I motivi sono tanti, che qui elenco:
1. Il vivere in un piccolo appartamento con una ragazzina è molto pesante; lei racconta delle sue avventure, i suoi problemi, che a me non interessano minimamente; per carità, non le voglio male, ma abitare sotto lo stesso tetto di una persona emotiva, fragile, impacciata non è semplice e non è mai stato il mio sogno >> ovviamente voi direte ‘chi te lo ha fatto fare?’…già, è un domanda che mi faccio ogni mattina che mi sveglio.
Ma come fare ora? Dico alla madre che non sopporto la figlia? L’unica via è andarmene da là e lasciarle
2. La mia compagna guadagna pochissimo e sta seguendo dei corsi di aggiornamento per OSS; ma ora come ora è tutto sulle mie spalle: bollette, cibo, cibo e cura degli animali (sì, ho beccato il pacchetto completo) >> cosa dovrei fare? Dirle che mi sono stufato di tirar fuori i soldi per lei? E poi come farebbe? Come andrebbe avanti? Ha iniziato il corso (spendendo suoi bei soldi) sapendo di avere alle spalle me, ma il primo stipendio se va bene arriverà a dicembre.
Tutti i miei soldi per stare in una famiglia che non sento mia.
Sono combattutissimo, agitato, stressato: le voglio molto bene alla mia compagna ma, ora come ora, se dovessi rispondere alla domanda ‘ti vedresti in futuro con lei’ direi di no. Lasciandola starei bene? Da solo vivrei bene? Cosa cerco veramente?
Se si va in vacanza pago io, poi vacanza: io adoro stare all’aria aperta, esplorare, campeggio, ostello, si dorme dove si trova, lei invece deve avere sempre un posto di riferimento perché altrimenti si agiterebbe (chiamatela paranoia, fobia dell’ignoto) quindi hotel, spiaggia e basta.
Cosa mi impedisce di lasciarla? I sensi di colpa, il fatto che comunque con lei mi diverto, sto relativamente bene, ma mi domando se è questa la mia strada: una relazione dovrebbe essere serena e piacevole da affrontare, ma non qui: per carità, si litiga e tutto in qualsiasi relazione ma…non lo so
Vedo i miei colleghi (i miei amici, i miei familiari) che organizzano grandi ferie in giro per il mondo, e io? Perché non dovrei meritarlo se non sborsando più del dovuto e in ogni caso prevedendo che non sarà un viaggio che piace da fare come dico io? Dovrò andare da solo, e la mia compagna? Da sola a casa?
Questi dubbi mi attanaglialo ogni giorno: dovrei parlare con lei, ma cosa risolverei? La farei cadere in depressione facendola sentire una fallita visto che lei sa perfettamente di vivere sulle mie spalle.
Non so che fare, se aiuterebbe un percorso psicologico.
Sto male, non vivo come vorrei.

4 risposte degli esperti per questa domanda

Gentile utente, mi scusi se non riporto il suo nome.

Per la prima domenda le direi che in ogni caso Lei rappresenta per la ragazza una figura genitoriale anche se solo "accreditata"  quindi non le rimane che assumersi la rsponsbilità del ruolo. A volte bisogna solo ascoltare e dare poche indicazioni.

Per le ferie avete una idea di viaggio o vacanze differenti. Forse un viaggio organizzato potrebbe resserenare la sua compagna.

Gli amici si possono sempre frequentare anche se con la responsabilità di una famiglia i tempi si ristringo.

Per quanto riguarda un percorso psicologico quello è utilte soprattutto quando si sa che cosa si vuole e poi ha dei costi, pottebbe considerare anche di fare un percorso di coppia crescendo insieme si rafforza il legame oppure si decide di concluderlo.

Le auguro, a lei e alla sua famiglia, tanta fortuna.

 

Buongiorno, ragazzo 32, meglio dire uomo di 32 anni. Che le pare? come le suona la parola uomo e non ragazzo? Nella sua letterea mancano alcune informazioni molto importanti: quanti anni ha la sua compagna? e sua figlia? come vi siete conosciuti? come mai è venuta a vivere in casa sua, quali erano gli accordi? Teme di dirle che non è sereno, ma se questa persona la ama possibile che non se ne accorga? Oltre a farla cadere in depressione, come lei dice, cos'altro teme? e lei cosa teme per se stesso? Potrei continuare ancora, ma come vede ci sono molte incognite e le stesse domande bisognerebbe rivolgerle alla sua compagna. E' sicuramente utile un percorso sia per lei, che per voi come coppia.

Se desidera può contattarmi sul portale.

Grazie e buone riflessioni

Dott.ssa Morena Chili

Dott.ssa Morena Chili

Bologna

La Dott.ssa Morena Chili offre supporto psicologico anche online

Buona sera, ho letto con attenzione la sua richiesta. Mi sembra di aver percepito che sta vivendo un conflitto interiore complesso legato alla situazione che sta vivendo. Credo che un percorso psicologico potrebbe aiutarla a comprendere le motivazioni profonde che hanno contribuito a creare la relazione che sta attualmente vivendo con la sua compagna.

Resto a sua disposizone

 

Buongiorno,

dalla sua lettera si evince quanto sia esasperato e irritato da questa situazione.
Ora non starò qui a farle domande di cui non avrei risposta, quello che le suggerirei è di concedersi di intraprendere un percorso psicologico che l'aiuterebbe a fare chiarezza in questa situazione, a capire cosa vuole in questo rapporto ma soprattutto da se stesso e nella sua vita, per poter fare poi una scelta che sia più consapevole e lucida.

Lei chiede: “dovrei parlare con lei, ma cosa risolverei? La farei cadere in depressione facendola sentire una fallita...”. In coppia, come in qualsiasi relazione, si 'parla' per trovare un punto d'incontro e non per puntare il dito e addossarsi le colpe, anche perché a creare questa situazione ha contribuito anche lei e ne è in parte responsabile.
Sicuramente all'inizio aveva altre aspettative, non immaginava un tale carico di responsabilità. È un suo diritto cambiare idea ma faccia chiarezza prima dentro se stesso.

Può contattarmi qualora avesse necessità.

Saluti.