Disturbo Ossessivo Compulsivo di Personalita

Staff Psicologi Italia

Il Disturbo Ossessivo Compulsivo di Perosnalità è caratterizzato dalla tendenza al perfezionismo e alla precisione, dalla preoccupazione per l’ordine e per il controllo di ciò che accade.

Questi soggetti mostrano un'alta attenzione per le regole, sono molto concentrati sul lavoro al punto di trascurare le attività personali e le amicizie, sono spesso molto coscienziosi, scrupolosi, critici soprattutto verso i propri errori, sono avari e taccagni, cercano di accumulare denaro in previsione di imminenti catastrofi, danno un'eccessiva importanza al dettaglio tanto da perdere di vista l'obbiettivo finale.

Un punto importante di questo disturbo è la razionalizzazione delle emozioni: l'individuo che presenta il disturbo ossessivo compulsivo di personalità tende a controllare il più possibile le proprie emozioni, i propri impulsi per non perdere la propria autostima o non recare danni a nessuno. Vivrà così una vita sentimentale controllata, risulterà essere rigido, impostato, noioso al punto di compromettere i suoi rapporti interpersonali.

Criteri diagnostici per il Disturbo Ossessivo Compulsivo di Personalità secondo il DSM IV

A. Un quadro pervasivo di preoccupazione per l’ordine, perfezionismo, e controllo mentale e interpersonale, a spese di flessibilità, apertura ed efficienza, che compare entro la prima età adulta ed è presente in una varietà di contesti, come indicato da quattro (o più) dei seguenti elementi:

  • attenzione per i dettagli, le regole, le liste, l’ordine, l’organizzazione o gli schemi, al punto che va perduto lo scopo principale dell’attività;
  • mostra un perfezionismo che interferisce con il completamento dei compiti (per es., è incapace di completare un progetto perché non risultano soddisfatti i suoi standard oltremodo rigidi);
  • eccessiva dedizione al lavoro e alla produttività, fino all’esclusione delle attività di svago e delle amicizie;
  • esageratamente coscienzioso, scrupoloso, inflessibile in tema di moralità, etica o valori (non giustificato dall’appartenenza culturale o religiosa);
  • è incapace di gettare via oggetti consumati o di nessun valore, anche quando non hanno alcun significato affettivo;
  • è riluttante a delegare compiti o a lavorare con altri, a meno che non si sottomettano esattamente al suo modo di fare le cose;
  • adotta una modalità di spesa improntata all’avarizia, sia per sé che per gli altri;
  • il denaro è visto come qualcosa da accumulare in vista di catastrofi future;
  • manifesta rigidità e testardaggine.

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