Il circuito del criceto: correre sulla ruota delle notifiche

C'è quella sensazione quando vedi la notifica rossa su Instagram. Quel piccolo numerino che ti dice che qualcuno, da qualche parte nel mondo, ha interagito con la tua esistenza digitale. In quel preciso istante, nel tuo cervello sta succedendo qualcosa di molto simile a quello che succedeva ai tuoi antenati quando trovavano un albero carico di frutta matura. Solo che invece di garantirti la sopravvivenza, ti garantisce un cuoricino.

La dopamina è la valuta del tuo cervello. Non è, come molti credono, la molecola della felicità - quella sarebbe troppo semplice. La dopamina è la molecola del "forse stavolta sì". È la sostanza chimica dell'anticipazione, della possibilità, del "chissà cosa c'è dietro l'angolo". È il motivo per cui controlli il telefono 96 volte al giorno anche quando sai benissimo che nessuno ti ha scritto negli ultimi 30 secondi.

Il circuito della ricompensa del tuo cervello funziona con una parte chiamata area tegmentale ventrale che produce dopamina come la Ferrero produce Nutella. Questa dopamina viaggia verso il nucleo accumbens - il centro di smistamento Amazon del piacere - e poi alla corteccia prefrontale, il CEO del tuo cervello che decide se vale la pena ripetere l'esperienza. Questo sistema si è evoluto per premiarti quando fai cose utili alla sopravvivenza: mangiare, bere, riprodursi, socializzare. Il problema è che Instagram ha capito come hackerare questo sistema meglio di qualsiasi hacker russo.

Ogni volta che posti qualcosa, il tuo cervello entra in modalità casinò di Las Vegas. Non sai se riceverai 5 like o 500, se ci sarà quel commento della persona che segretamente stalkeri o solo l'immancabile "bellissima!" di tua zia. Questa incertezza è fondamentale: se sapessi esattamente quanti like riceverai, saresti molto meno interessato. È lo stesso principio per cui nessuno gioca alle slot machine che pagano sempre 1 euro ogni volta che inserisci 1 euro.

La cosa affascinante è che la maggior parte della dopamina non viene rilasciata quando ricevi il like, ma mentre aspetti di riceverlo. Gli studi mostrano che il picco di dopamina avviene nell'anticipazione, non nel momento della ricompensa. È per questo che passi più tempo a controllare se hai ricevuto notifiche che a godertele effettivamente. È come quando ordini qualcosa online: l'eccitazione mentre tracki il pacco è spesso superiore a quando effettivamente lo apri. Solo che con i social, il "pacco" arriva ogni 5 minuti, 24 ore al giorno, 7 giorni su 7.

Il tuo cervello paleolitico interpreta ogni notifica come un potenziale jackpot. "Forse è il messaggio di quella persona!" pensa. "Forse il mio post è diventato virale!" spera. "Forse qualcuno mi ha taggato in qualcosa di importante!" immagina. Di solito è pubblicità di corsi di trading online o l'ennesima catena di Sant'Antonio.

Come con qualsiasi sostanza che crea dipendenza, più dopamina assumi, più ne hai bisogno per ottenere lo stesso effetto. È la tolleranza. I primi tempi di Facebook, un like ti faceva sentire una rockstar. Ora se un post non raggiunge almeno i 50 like pensi di cancellarlo per la vergogna. I tuoi recettori della dopamina, bombardati costantemente, diventano meno sensibili. È come vivere vicino a una discoteca: le prime notti non dormi, dopo un mese non senti neanche più la musica. Solo che invece di abituarti al rumore, ti abitui alla gratificazione istantanea, e tutto il resto - una conversazione reale, un tramonto senza stories, un pasto senza foto - diventa incredibilmente noioso.

Il refresh compulsivo della home di Instagram è il comportamento del piccione di Skinner applicato all'homo digitalis. B.F. Skinner, psicologo comportamentista, scoprì che i piccioni premevano più compulsivamente un pulsante quando la ricompensa arrivava in modo casuale piuttosto che fisso. I social media hanno perfezionato questo meccanismo. Non sai mai quando arriverà il prossimo contenuto interessante, il prossimo like, il prossimo drama nei commenti. Quindi continui a refreshare, come un piccione particolarmente ansioso con opposizione prensile e un piano dati illimitato.

Il bello è che spesso non stai neanche cercando qualcosa di specifico. È puro comportamento compulsivo guidato dalla dopamina. È come aprire il frigo ogni 10 minuti anche se sai che non è magicamente comparso del cibo nuovo. Solo che il frigo digitale ogni tanto ti premia con un meme divertente, rinforzando il comportamento.

La Fear Of Missing Out non è solo una sensazione psicologica - ha una base neurochimica precisa. Quando vedi le stories degli altri che si divertono, il tuo cervello rilascia dopamina non per premiare, ma per motivarti all'azione. "Guarda cosa ti stai perdendo!" urlano i tuoi neuroni. "Dovresti essere anche tu a quella festa/aperitivo/viaggio alle Maldive!" È un meccanismo evolutivo che serviva per assicurarsi di non perdere opportunità di cibo o accoppiamento quando il resto della tribù si muoveva. Ora serve principalmente a farti sentire inadeguato mentre guardi le stories di gente che finge di divertirsi per far sentire inadeguati altri che guardano le loro stories. È il circolo vizioso perfetto.

Nei primati, il grooming - spulciarsi a vicenda - rilascia dopamina e rinforza i legami sociali. È un comportamento fondamentale per la coesione del gruppo. I like e i commenti sono essenzialmente grooming digitale: piccoli gesti di riconoscimento sociale che attivano gli stessi circuiti neurali. Il problema è la scala. Un macaco interagisce con 20-30 individui. Tu potenzialmente con migliaia. Il tuo povero cervello cerca di gestire rapporti sociali con più persone di quante i tuoi antenati ne incontrassero in una vita intera. È come chiedere a un contabile del 1950 di gestire la contabilità di Amazon con carta e penna.

La buona notizia è che il cervello è plastico. I circuiti della dopamina possono essere "rieducati". La cattiva notizia è che ci vuole tempo e disciplina, due cose che la gratificazione istantanea ha reso più rare del buon senso nei commenti di Facebook. Non serve buttare il telefono nel Tevere, anche se l'idea ha il suo fascino. Ma capire come funziona la dopamina può aiutarti a usare i social in modo più consapevole. È la differenza tra bere un bicchiere di vino a cena e scolarsi una bottiglia di vodka a colazione.

Disattivare le notifiche è un primo passo. Il tuo cervello ti ringrazierà. Stabilire orari specifici per controllare i social funziona - come facevano con la posta, quando la posta era ancora una cosa. Praticare la gratificazione ritardata aiuta: posta la foto e non controllare i like per un'ora. Se ci riesci, hai più autocontrollo della media della popolazione. E soprattutto, ricordati che la dopamina non è felicità, è anticipazione. La felicità vera richiede serotonina, ossitocina e altre sostanze che Instagram non sa come stimolare.

Le big tech stanno investendo miliardi per rendere le loro app ancora più coinvolgenti. È una corsa agli armamenti tra il tuo autocontrollo e i migliori neuroscienziati che il denaro possa comprare. Stanno vincendo loro. Ma sempre più persone stanno diventando consapevoli di questi meccanismi. Il digital detox non è più roba da hipster, è sopravvivenza psicologica. E tu, leggendo questo capitolo, hai fatto il primo passo: capire il nemico. O meglio, capire che il nemico non sono i social, ma il modo in cui il nostro cervello paleolitico reagisce a stimoli per cui non è preparato.

La prossima volta che senti l'impulso di controllare il telefono, fermati un secondo. È una necessità reale o è solo il tuo cervello che mendica la sua dose di dopamina. Nella maggior parte dei casi, sappiamo entrambi la risposta. Ma probabilmente lo controllerai comunque. Lo faccio anch'io. L'importante è esserne consapevoli. È il primo passo per riprendere il controllo del nostro cervello formato tascabile.

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