Pensieri e relazioni ai tempi del web

Il punto di partenza di questa analisi è la consapevolezza che, nel bene o nel male, internet è protagonista di un passaggio storico di vasta portata dal punto di vista antropologico.

Quindi, lungi dall'assumersi il compito di stabilire quale fra il mondo prima di internet e dopo internet sia il migliore, vorrei semplicemente offrire degli spunti di riflessione e informazione che inquadrino chiaramente gli aspetti di limite e di risorsa connessi al fenomeno culturale web.

Risorse

- Pensiero veloce, multitasking, collegamenti rapidi. Al giorno d' oggi con l'accrescersi della società dell'informazione il cervello si abitua a svolgere più compiti simultaneamente senza provocare interferenze. Come un computer ha la possibilità di aprire varie finestre ed elaborare in parallelo le informazioni anche il nostro cervello è capace di elaborare più compiti contemporaneamente. La formazione cerebrale diviene in tal modo più flessibile e capace di suddividere l'attenzione in molteplici attività di elaborazione. questo però, va a discapito della concentrazione attenzionale e percettiva.

- Gli adolescenti si muovono nello spazio virtuale costruendosi un'identità da mostrare agli altri: scelgono un nome, interagiscono attivamente, stringono amicizie. La rete si presenta, così, come un vero e proprio ambiente sociale dal quale non si può essere esclusi se si vuole essere accettati dal gruppo generazionale. Diventa una possibilità esplorativa, un luogo di autosperimentazione sociale, un posto dove ci si può mettere facilmente in gioco per raccogliere un feedback sociale e relazionale da parte del gruppo dei pari, a patto che il mondo virtuale non prevarichi quello reale.

Rischi

- L'adolescenza è il periodo più importante per la definizione dell'identità dell'individuo. Erikson (1995) dice che il superamento della crisi d'identità tipica della fase adolescenziale richiede l'integrazione di varie componenti: di tipo personale (attitudini e capacità), di tipo sociale (l'inserimento nei ruoli sociali) e di tipo esperienziale (convinzioni derivate da vicende infantili ed emotive che hanno insegnato qualcosa). Invece, l'interrealtà è un contesto che permette la moltiplicazione delle identità piuttosto che la loro integrazione. La generazione dei "nativi digitali" rischia di restare nel solco di questa crisi, in quanto i continui feedback provenienti da internet e l'opportunità di modificare la propria identità e di svelarla a proprio piacimento, attraggono i ragazzi e li portano a soddisfare incontrollatamente i loro bisogni di appartenenza sociale e di sicurezza, rimanendo invischiati nel rapporto con i social network e ostacolando la maturazione di un'identità autentica.

- Un secondo aspetto critico è l'analfabetismo emotivo. Con questa espressione Goleman (1995) intende la mancanza di consapevolezza e controllo delle emozioni proprie e altrui.

Da tutto ciò si evince inoltre che l'utilizzo dei mezzi web da parte degli adolescenti non è da demonizzare, perciò è importante fare una distinzione tra uso e abuso:

L'uso è un consumo controllato e limitato di una sostanza o di un oggetto;

L'abuso invece è il consumo improprio o eccessivo, di una qualsiasi sostanza o strumento. L'abuso diventa sempre meno controllabile, e se prolungato nel tempo scivola velocemente nella dipendenza.

Dipendenza da internet

Purtroppo, nell'ultimo decennio, l'uso improprio della rete ha creato un numero sempre più crescente di dipendenze virtuali.

La vita trascorsa in internet può arrivare ad assorbire una quantità di tempo tale da condizionare la vita reale: si innescano così meccanismi patologici che condizionano pesantemente le relazioni sociali, la situazione finanziaria e la salute mentale delle persone coinvolte.

Vi sono tre fattori che stanno alla base delle Dipendenza da Internet:

Accessibilità: ovvero la facilità con cui oggi è possibile connettersi ad internet per ottenere una gratificazione rapida dei bisogni.

Controllo: l'elevato livello di controllo e di autodeterminazione che il soggetto può avere sulle attività online induce un potente senso di onnipotenza, che però è virtuale e non reale.

Eccitazione: l'enorme quantità di stimoli e di contenuti che si possono trovare in internet portano le persone a sperimentare elevati livelli di adrenalina.

Le Dipendenze da Internet sono più frequenti in persone che presentano una fragilità emotiva di base. In queste persone l'uso di Internet viene vissuto come un tentativo di compensare le problematiche relazionali reali, o di evadere dalle difficoltà della vita.

Come educatori, operatori della salute e genitori, ho ritenuto importante illustrarvi alcuni segnali ai quali prestare attenzione per riconoscere la dipendenza da web (Internet Addiction Disorder).

Quando è in rete, il ragazzo manifesta palesemente un senso di benessere ed euforia, oppure è totalmente assorbito, commenta o fa spesso esclamazioni ad alta voce, come se gli altri non ci fossero

Sembra incapace di staccarsi da Internet. Se nessuno interviene resta collegato per tempi lunghissimi anche quando si accorge che è tardi e dovrebbe fare altre cose. Se costretto a smettere si innervosisce o mostra forti reazioni di sofferenza e insofferenza

Quando non può collegarsi manifesta apatia, depressione, irritabilità, stanchezza, malessere psicologico generale. Oppure ha un'aria distratta e assente: non ha "staccato la spina"

Approfitta di ogni occasione e di ogni scusa per collegarsi anche per brevi periodi, anche di nascosto

Più tempo passa in Rete, più vorrebbe passarne. Nega di passare troppo tempo su Internet, anzi si lamenta di non passarne abbastanza

Manifesta una caduta negli altri interessi che aveva prima e non ne sviluppa di nuovi. Ad esempio non guarda più il calcio

Internet diventa un interesse in sé, e non uno strumento al servizio degli altri interessi. Ad esempio le notizie sulla sua quadra o sulle moto o sui cartoni preferiti lo interessano solo se può accedervi attraverso Internet. Gli altri canali d'informazione (giornali, TV, discussioni con altri) non suscitano più interesse

Manifesta un ritiro dalle relazioni sociali. Preferisce internet alla compagnia degli amici o dei familiari

Trascura gli altri doveri, in primo luogo quelli scolastici, in qualche caso anche l'igiene e la cura personale, perché o passa molto il tempo su Internet o li esegue senza impegno, con la testa altrove

Non riesce a dare resoconti delle attività svolte online, è volutamente evasivo, mente

Ci sono alterazioni nel comportamento alimentare: mancanza d'appetito, tende a saltare i pasti, a mangiare fuori pasto, a mangiare in fretta per correre al computer/cell

Possono esserci anche disturbi fisici, tipici di chi passa molto tempo al computer/cell: disturbi del sonno, occhi arrossati, mal di testa, mal di schiena.

Cyberbullismo

Un altro importante fenomeno nato dall'utilizzo improprio del web tra gli adolescenti, e che richiama al disagio relazionale, all'isolamento e all'analfabetismo emotivo di cui parlavamo precedentemente, è il cyberbullismo.

Secondo la definizione, il bullismo è "la prevaricazione e la vittimizzazione, ricorrente e ripetuta nel tempo, di una persona, o gruppo di persone, esposta ad azioni offensive da parte di uno o più compagni coetanei."

Mentre per cyberbullismo si intende la stessa cosa, ma attuata attraverso il web.

Il cyberbullismo, però, ha alcune caratteristiche proprie rispetto al bullismo tradizionale:

Anonimato del molestatore: Per la vittima è difficile risalire da sola al proprio molestatore; mentre il cyberbullo anonimo può diffondere spiacevoli informazioni sul conto della vittima e inoltrarle a un ampio numero di persone.

Difficile reperibilità: se il cyberbullismo avviene via sms, WhatsApp o mail, o in un forum online privato, ad esempio, è più difficile reperirlo per gli adulti, educatori o polizia postale.

Indebolimento delle remore etiche: l'anonimato indebolisce le remore etiche: spesso la gente fa e dice online cose che non farebbe o direbbe nella vita reale.

Assenza di limiti spazio temporali: mentre il bullismo tradizionale avviene di solito in luoghi e momenti specifici (ad esempio in contesto scolastico), il cyberbullismo investe la vittima ogni volta che si collega al mezzo elettronico utilizzato dal cyberbullo (WhatsApp, Facebook, Twitter, blogs, etc.)

Come nel bullismo tradizionale, però, il prevaricatore vuole prendere di mira chi è ritenuto "diverso", solitamente per aspetto estetico, timidezza, orientamento sessuale o politico, e così via. Gli esiti di tali molestie sono l'erosione di qualsivoglia volontà di aggregazione ed il conseguente isolamento, implicando a sua volta danni psicologici non indifferenti, come la depressione o, nei casi peggiori, ideazioni e intenzioni suicidarie. Spesso i molestatori, soprattutto se giovani, non si rendono effettivamente conto di quanto ciò possa nuocere all'altrui persona.

Cosa può fare un genitore per prevenire le conseguenze negative legate al web?

Senza dubbio l'utilizzo del mondo virtuale non corrisponde automaticamente all'incontro con questi problemi.

La vigilanza delle figure adulte non può essere applicata con la semplice restrizione o privazione.

Il consiglio più ovvio, ma se ben messo in pratica anche il più utile, che posso dare ai genitori è quello di non vietare ma porre dei limiti. Fissate delle regole su come e quando usare il computer (o il cellulare, la tv, il videogioco).

L'esempio familiare vale ancor di più per quel che riguarda la prevenzione al bullismo e cyberbullusmo: se i ragazzi assistono a scene di violenza domestica fisica, psicologica ed emozionale, imparano che la prepotenza è un mezzo per ottenere quello che si desidera.Quindi, è stato dimostrato da più fonti e ricerche che punire i bulli non è efficace nel limitare i comportamenti aggressivi. Occorre soprattutto il dialogo empatico e confidenziale tra genitori e figlio, educare alla capacità di mettersi nei panni degli altri e rispettarne opinioni e diversità.

Quindi, i genitori devono offrire agli adolescenti positive opportunità di identificazione sociale, ossia coinvolgerli in situazioni appaganti e reali che possano favorire il fluire di pensieri e emozioni, riconoscere quelle altrui e, soprattutto, fornire rispecchiamento sociale.

Nel caso si riconoscano comportamenti definiti "a rischio", invece, c'è bisogno di rivolgersi a professionisti che operino nel settore della prevenzione: innanzitutto, lo psicologo è il punto di riferimento al quale genitori ed educatori dovrebbero rivolgersi.

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