Perchè ci innamoriamo della persona sbagliata?

Per quanto l'idea romantica di un incontro fortuito, o segnato dal destino, sia per la maggior parte di noi particolarmente affascinante, quello che avviene quando ci sentiamo attratti da qualcuno non è dovuto unicamente alla casualità.

Le tracce delle esperienze passate agiscono nel nostro mondo interiore, emotivo e, per lo più inconscio, spingendoci verso una certa persona, piuttosto che un'altra.

A determinare la formazione di quelle immagini che veicoleranno ed influenzeranno scelte, comportamenti e modalità di pensiero, sono le relazioni primarie; quindi quelle avute con i genitori o comunque con le prime figure di accudimento ed attaccamento.

Sono stati individuati quattro stili di attaccamento, che si formano nei primi anni di vita e che in qualche modo si ripetono nella modalità di entrare in relazione con l'altro da adulti. Per approfondimenti consiglio la lettura di Bowlby.

Quello che per il momento ci interessa, è comprendere che l'incontro amoroso, e non solo questo, è influenzato da fantasmi del passato che tornano ad agire le loro dinamiche, mettendoci in contatto con bisogni, paure e sensazioni ancestrali.

Senza cadere nel determinismo psichico o in banali generalizzazioni, potremmo cominciare ad osservare ed analizzare le caratteristiche dei nostri partner e delle relazioni con loro instaurate, per poterci iniziare a porre delle domande rispetto alle nostre scelte e ai nostri comportamenti, anche se questi sono per lo più inconsci.

Questo atteggiamento di riflessione è un primo passo per procedere verso quel processo di ritiro di deleghe e proiezioni per cui spesso riteniamo, ad esempio, che la colpa sia dell'altro o della sfortuna, ed essere, di contro, sempre più consapevoli di come funziona la nostra psiche e, di conseguenza, poter iniziare ad assumerci la responsabilità di noi stessi e di come ci muoviamo nel mondo.

Quante volte dai miei pazienti, nel mio studio, ma anche da amici e conoscenti, ho sentito dire “anche questa storia è finita come la precedente”, “capitano tutti a me i traditori”, “questa donna assomiglia alla mia ex.. eppure sembrava diversa”, “ma che sfortuna, questa volta sembrava potesse andare bene”; questo accade perché tendiamo a ripetere gli stessi “errori” che sono in gran parte determinati da dinamiche inconsce, che hanno le loro origini in antiche esperienze.

La tendenza è quella a riproporre meccanismi conosciuti, se pur dolorosi, a volte col fine di esorcizzarne gli aspetti distruttivi, altre volte col fine di ottenere una ricompensa o un risarcimento, altre volte semplicemente perché è l'unica cosa che sappiamo fare.

Questo “incantesimo” durerà fino a quando non impariamo a riconoscere queste dinamiche in noi, come qualcosa che ci appartiene e di cui possiamo, almeno in parte, assumercene la responsabilità.

Ho notato quanto sia importante per le persone apprendere che, imparando a conoscere il proprio mondo interno, è auspicabile e possibile sentirsi maggiormente autonomi e meno vittime dell'altro da sé.

A chi “permettiamo” di sedurci? Cosa desideriamo dell'altro? Chi o cosa ci fa perdere il controllo? A cosa non riusciamo a resistere? Rispondere a queste domande significa far luce sul processo della fascinazione amorosa, che è la via regia al confronto con le proprie componenti inconsce e, quindi, l'accesso al regno delle sedimentazioni dinamiche di antica origine che influenzano, tacitamente, le nostre scelte adulte.

Sedurre deriva da se-ducere dove se sta a significare separazione e ducere condurre, quindi separare condurre fuori (dal retto cammino). Quando ci innamoriamo lasciamo all'altro il potere di sedurci, condurci oltre il conosciuto e l'abitudinario, ed è così che, attraverso l'altro, veniamo catturati da contenuti interni fino a sentirci privi di controllo, rapiti dalla passione trasportati, appunto, altrove.    

Carl Gustav Jung ritiene che il rapporto con l'Ombra (parte inferiore, scissa, della personalità; regione dell'inconscio che deriva dalla rimozione di contenuti vissuti come negativi o non congrui con l'immagine che si ha di sé) emerge soprattutto quando siamo sedotti; vivere questa esperienza ci permette dunque di cambiare rotta e confrontarci con aspetti della nostra personalità sconosciuti o rinnegati.            

L'altro assume un potere seduttivo perché in qualche modo ha a che fare con questi aspetti Ombra di cui siamo per lo più inconsapevoli.

In questi termini potremmo pensare alla seduzione come ad un'occasione di conoscenza di noi stessi.

L'esperienza della seduzione diventa dunque riattivazione di un fantasma del passato, risvegliato dalla presenza dell'altro, del seduttore.

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