Bambino molto timido da sempre nella relazione con gli altri

paolo

Mio figlio ha 5 anni e mezzo frequenta la scuola materna. Cercherò di descrivere alcuni comportamenti che tiene e che mi preoccupano non poco. E' un bambino molto timido da sempre nella relazione con gli altri, si nasconde dietro i genitori difficilmente risponde a domande di persone che non conosce, searriva qualcuno in casa si nasconde. Non ho dato molto peso a questo perchè sia io, mia moglie e la sorella più grande di 8 anni abbiamo lo stesso tipo di carattere. Lui però è veramente difficile da trattare, non si convince a fare niente, fa come dice lui e basta, non sente ragioni ed ha frequenti crisi isteriche. A scuola si isola non risponde alle domande delle maestre non interagisce con i compagni, va spinto a fare i lavoretti anche se poi li effettua da solo.A casa ho provato a farlo giocare con un bambino di poco più grande e non ha dato problemi anche se bisogna fare come dice lui. Sinceramente sono preoccupato soprattutto del comportamento che tiene a scuola e del futuro inserimento alla scuola elementare e del condizionamento di tutta la vita familiare. Cosa devo fare ? Grazie in anticipo.

11 risposte degli esperti per questa domanda

Buongiorno Paolo, per valutare al meglio il comportamento dei bambini bisognerebbe essere presenti in vari contesti e valutare alcuni aspetti. Per esempio ha qualche amico preferito con cui questa timidezza scompare? C'è qualche occasione in cui non è così? Sarebbe importante poter considerare questi aspetti e altri, per capire come aiutare suo figlio a vivere serenamente i momenti sociali, che sono fondamentali per una crescita equilibrata. Le consiglio, pertanto, di consultare direttamente uno psicoterapeuta che deciderà se lavorare con il bambino o con tutta la famiglia. Le auguro di poter risolvere presto questo disagio
Gentile Paolo da quanto emerge dalla psicologia il bambino timido è anche estremamente intelligente e riesce a sentire la complessità dell'ambiente e delle persone in modo molto sottile. Sicuramente non ha nessuna voglia di essere trattato come il piccolino con cui fare scherzi e farsi prendere un poco in giro, come di solito si usa fare nella nostra cultura dove il bambino è poco considerato in sè (anche se poi è coperto di regali e di materialità e cose superflue). Nei recenti studi sui bambini emerge in generale il fatto che hanno competenze comunicative elevate ma non nel senso di come intendiamo noi la comunicazione che è anche confusa con la socializzazione verso tutti. Se questo è vero per tutti i bambini, sicuramente per il bimbo timido lo è di più. Le sembrerà un paradosso quanto le vengo dicendo, ma in effetti lei me lo dimostra con l'esempio che porta di come suo figlio ha interagito col compagnetto più grande da lei invitato a casa. Personalmente posso dirle anche che da madre di un bimbo timido (che prima di interagire osservava) mio figlio mi sta dando ora molte soddisfazioni (ha ora 21 anni),non solo è molto bravo ma anche socializzato e considerato bravo amico dai compagni. Col mio dire, voglio intanto rassicurarla. Direi di prendere la questione con maggior calma. A scuola è pure possibile che occorra lavorare un poco con le maestre per spiegare loro che con lui occorre fare un pò diverso che con gli altri, nel senso che forse ci vuole un approccio personalizzato e il comprendere le sue esigenze. Forse pure si annoia un poco. D'istinto dalla sua descrizione non mi è scattato il campanello di allarme, e non credo suo figlio sia di una grande problematicità. Tuttavia ascolti il consiglio anche di altri colleghi (io non sono una psicologa infantile)ma lavoro molto con genitori e di solito ho buoni risultati nello spiegare loro come rapportarsi ai figli. Mi faccia sapere come procedono le cose...ho una grande predilezione per bambini timidi e intelligentissimi e credo fermamente che vadano capiti prima, poi se la cosa è serissima curati. Le auguro una buona giornata!
Buongiorno Paolo, dalla descrizione degli atteggiamenti del bimbo appare una situazione difficoltosa ben conosciuta e trattata nell'età evolutiva. Utilizzo il termine difficoltà e non problema poichè non appare come originale e non risulta patologico rientrante in classe di disturbo. Si tratta di una serie di atteggiamenti e comportamenti che uniscono la timidezza all'opposizione (sino forse a diventare tirannia in taluni casi; vedi: "non si convince a fare niente, fa come dice lui e basta"). Tali situazioni sono risolte nell'85% dei casi nel giro di 5/7 sedute operando con i genitori in qualità di co-terapeuti; ossia assieme allo psicologo-psicoterapeuta si convengono le manovre educative che poi i genitori adottano con il figlio. Ciò permette ai genitori e al figlio di non patologizzare. Può rivolgersi ad uno dei terapeuti affiliati al Centro di Terapia Strategica di Arezzo (vedi sito) oppure può contattarmi per ulteriori delucidazioni. Cordialmente
Caro Paolo, ritengo che il problema presentato dal proprio figlio debba essere affrontato. Posso pensare che il bambino non sia solamente timido ma probabilmente i suoi comportamenti possono essere causati da qualche “timore”. Quindi, si rivolga ad uno psicologo specialista in età evolutiva per farsi seguire nella comprensione delle motivazioni e l’origine di tali comportamenti nel diffidare con gli adulti e con i coetanei. Il collega vi può consigliare poi l’atteggiamento più adeguato per stimolare gradualmente la socializzazione del bambino. Cordiali saluti
Dott.ssa Maria Zampiron

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Padova

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Caro Paolo, dici tu stesso che la modalità relazionale oppositiva di tuo figlio infondo rispecchia uno stile presente in tutto il contesto familiare, solo in maniera più accentuata. Forse varrebbe la pena provare a cambiare il vostro stile educativo per correggere i suoi comportamenti problema. Il bambino ha forse bisogno di essere spronato di più a stare con gli altri e a vivere le regole più serenamente, a cominciare dall'ambiente domestico. Provate a spronarlo a svolgere delle attività a casa che implichino delle regole: a partire dal gioco con l'amico poco più grande o con la sorella, sotto la vostra supervisione ovviamente, per intervenire laddove si manifesti l'opposizione. Non lasciatevi coinvolgere dall'ansia del bambino e dalla frustrazione che egli vi genera, piuttosto mostratevi fermi e tranquilli nel dare la regola: o l'accetta o non gioca, tutto qui. Per aiutarlo a vivere serenamente i rapporti con gli altri dovete voi per primi cercare di liberarvi dall'ansia e dalla timidezza, per trasmettergli calma e serenità. Provate con questi accorgimenti, se le cose non dovessero migliorare con l'ingresso alla scuola elementare allora suggerisco una valutazione presso uno specialista. Spero di essere stata d'aiuto.
Dott.ssa Gloria Baisini

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Brescia

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Gentile utente, una risposta su internet non può essere esaustiva sul tema che ci propone. E' ovvio che l'aiuto di uno psicologo o meglio psicoterapeuta potrebbe giovare sia al bambino che a tutta la famiglia. Tenga presente che esiste un apprendimento "da modello" che nei bambini è molto importante, i bambini cioè imparano a ripetere ciò che vedono fare dagli adulti. Da ciò discendono delle soluzioni comportamentali che dovrebbero coinvolgere in primis la famiglia, ma i modi di attuazione poi possono essere articolati, prevedere un trattamento familiare non necessariamente semplicistico ma mirato e variegato in base a quanto lo psicologo saprà discernere. Cordiali saluti
Dott.ssa Valentina Sciubba

Dott.ssa Valentina Sciubba

Roma

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Salve Paolo,da quel che scrive sembra che suo figlio possa rientrare in un carattere "timido",tuttavia mi sembra di capire che abbia anche molte risorse,visto che riesce a svolgere attività in classe e gioca con altri bambini (anche se "a modo suo").Probabilmente ha solo bisogno di essere un pò incoraggiato e sostenuto nello svolgere le "normali" attività di bambino. Quello che mi chiedo è: a casa che tipo di carattere ha?E' più aperto?Una cosa importante sulla quale riflettere è ciò che ha scritto rispetto alla somiglianza di carattere di suo figlio con lei, sua moglie e sua sorella. Sembra che ci sia una sorta di "predisposizione" alla timidezza nella vostra famiglia, perciò probabilmente suo figlio, vivendo con voi, ha assorbito questo stile. Una consulenza psicologica potrebbe portarvi a capire quali potrebbero essere i piccoli atteggiamenti da modificare nei confronti di vostro figlio; dargli fiducia, incoraggiandolo, è sicuramente uno dei primi passi da seguire. Vi auguro di poter ritrovare l'armonia familiare, buon cammino!
Dott.ssa Silvia Pelagatti

Dott.ssa Silvia Pelagatti

Siena

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Signor Paolo, da quanto lei descrive per Suo figlio di 5 anni potrebbe trattarsi di una forma di timidezza patologica infantile. Tra l’altro Lei afferma che in famiglia avete un po’ tutti lo “stesso carattere” per cui si può ipotizzare anche l’esistenza di una qualche forma di eredità genetica. La timidezza solitamente lascia trasparire il senso di disagio provocato da timori, insicurezze o altro che può innescare comportamenti esistanti/evitanti, impacciati ed a volte anche scontrosi e/o aggressivi. Quando la timidezza diventa patologica anche l’autostima è molto scarsa e - nella persona - si produce un malfunzionamento nelle relazioni interpersonali. Pertanto sig. Paolo il mio consiglio è il seguente: dovrebbe (se possibile insieme a Sua moglie) consultare uno psicologo dell’età evolutiva per decidere quale percorso psicoterapeutico è più adatto per far superare tale disagio al Vostro bimbo. Con i miei auguri e un cordiale saluto.
E' il periodo in cui il bimbo sta per perdere il proprio egocentrismo. Non penso che bisogna fare altro se non aspettare.
Caro sig. Paolo, la prima riflessione che vorrei fare è che esistono tantissime sfumature di personalità, tra cui la timidezza. E’ bene che un genitore si preoccupi per il bene di suo figlio per questo faremo alcune riflessioni sulla base di quanto letto. Una prima osservazione va rivolta all’atteggiamento che il bambino esprime di fronte a cose nuove; di solito i bambini con una timidezza normale, non riescono a rimanere distanti, spettatori, di fronte ad un gioco nuovo, un libro nuovo, una novità che li interessano direttamente. Una seconda riflessione va posta sul nostro stile educativo: che genitori siamo? Troppo ansiosi? Troppo severi? Il nostro bambino è sottoposto a rimproveri eccessivi? Si sente sufficientemente coccolato? Infine vorrei sottolineare che “etichettare” il nostro bimbo come eccessivamente timido può suscitare in lui riflessioni e pensieri che non può comprendere e affrontare. I bambini vanno incoraggiati, aiutati a superare gli ostacoli, hanno bisogno di rinforzi positivi, di esempi da cui trarre insegnamenti. Quello che mi sento di suggerire, facendo riferimento alle poche notizie che ho, è di portare esempi a vostro figlio; considerando che anche lei e sua moglie siete molto timidi potete raccontare episodi della vostra infanzia sul tema e partecipare con lui e altri bambini ai giochi. Potete inoltre aprire la vostra casa ai vostri amici (se già non lo fate); anche la socializzazione, come altre abilità relazionali, si impara facendo e osservando; potete quindi, grazie alle esigenze di vostro figlio, riscoprire vecchie amicizie che per impegni lavorativi si è costretti a tralasciare. Un’ultima considerazione riguarda l’atteggiamento di leader del suo bambino: potrebbe essere una buona idea iscriverlo ad attività sportive di gruppo, nelle quali si acquisiscono abilità sociali quali collaborazione, condivisione e spirito di squadra. Spero che queste poche osservazioni possano aiutarla nell’educazione di suo figlio,
Salve Paolo sembra che suo figlio abbia appreso uno stile familiare. Inutile consigliarle di spingerlo alla vita sociale e di fare più voi vita sociale. Le consiglio una consulenza familiare, tutta la famiglia. Un terapeuta familiare può individuare motivazione e strategie. Si può rivolgere al Consultorio della sua città oppure ad un Istituto di Terapia Familiare. Se non trova nulla mi ricontatti. Saluti