Mia figlia di quasi 10 anni è spesso esclusa dalle altre bambine

valentina

Buonasera, mia figlia di quasi 10 anni è spesso esclusa dalle altre bambine e, così, a detta di lei, si rifugia nei maschi che spesso, invece la cercano. le maestre hanno notato questo e mi hanno chiesto di parlarle. Lei, dopo averle chiesto cosa succedesse in classe, mi ha detto che, non si sente cercata e, quando si avvicina spesso la mandano via. Non chiede il perché e se ne và. L'ho invogliata a chiedere il motivo, ho forse sbagliato? come posso, e se posso, aiutarla?? grazie

9 risposte degli esperti per questa domanda

Cara Valentina, Non credo che la sua reazione sia sbagliata, ma spesso, quello che per noi può sembrare una forte fonte di disagio, per i bambini non lo è, o lo è in misura minore. Ha provato a chiedere a sua figlia come si sente? Se è dispiaciuta per il fatto che le altre bambine la escludano? Il fatto che non chieda il perchè potrebbe far pensare a una sua difficoltà, ma potrebbe anche indicare la sua intraprendenza e la sua voglia di cavarsela in una situazione "scomoda". Provi a parlare per capire come si sente, prima di proporre soluzioni.

Cordialmente.

Buongiorno Valentina,

hai fatto molto bene a parlare a tua figlia. Io proverei a spostare l'attenzione più sul cercare di capire cosa accade quando prova ad avvicinarsi, (in questo mi farei aiutare anche dagli insegnanti, chiedendo di osservare la situazione quando si presenta) e un pò meno su quello che può fare tua figlia o che dicono le bambine. Cioè proverei a capirlo da alcune osservazioni delle maestre più che dai diretti interessati. Di solito si formano dei gruppi in classe in cui non vi è un motivo reale dell'esclusione ma è più una questione di rapporti precedenti di amicizia, simpatia ed esclusività. In questo le bambine sono molto più abili dei maschi. 

Con tua figlia, puoi provare a capire bene come si sente quando questo accade, farla parlare e dire cosa prova. Lasciarle lo spazio di potersi sfogare un pò. I rapporti in classe cambiano velocemente ma non ho capito se, avendo tua figlia 10 anni, è in quella classe da 5 anni oppure si è trasferita lì successivamente.

Spero di esserti stato di aiuto e se hai ancora bisogno scrivimi pure.

Gentile Valentina,

premetto che avrei bisogno di più elementi per capire il comportamento di sua figlia, per quello che mi sono immaginata adesso non credo ci siano problemi particolari penso inoltre che a volte le preoccupazioni che le maestre sollevano possono creare problemi laddove non ce ne sono. In questo caso credo che non ci sia niente di male per sua figlia a giocare con i maschi, credo che non si debba porre troppa attenzione sulla cosa correndo il rischio di farle sentire che lei non va bene esattamente come già si sente con le altre bambine. Mi pare sano e intelligente porsi tali domande da genitore, se vuole mi contatti così possiamo capire meglio tutta la situazione. Forse un colloquio basterebbe a tranquillizzare lei e a proteggere la bambina.

Dott.ssa Elena Palatresi

Dott.ssa Elena Palatresi

Perugia

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Buongiorno Valentina,

aprire un canale di comunicazione sulle difficoltà che una bambina può vivere in classe non è un errore. E se sua figlia si mostra disponibile a parlarne a maggior ragione. Potrebbe essere che sua figlia viva molto male il rifiuto, come è naturale che sia, e lo viva male a tal punto da crearsi un ambiente che sente più accogliente, in cui la dinamica del gruppo sia più adeguata alle sue esigenze psicologiche. Provi anche a chiedere a sua figlia in cosa e perchè si sente più accolta dal gruppo maschile, cosa la fa sentire più a suo agio...si sente più desiderata? lusingata? o è magari il tipo di attività che propongono più stimolante per lei? i motivi possono essere diversi e non è detto che non sia anche lei a preferire un ambito piuttosto che un altro....

Buongiorno Valentina,

quello che lei racconta di sua figlia sembrerebbe incentrato soprattutto sui ‘fatti’, su cosa è successo, mentre dalle sue parole parrebbe che manchi l’accento al ‘come’ sono stati vissuti questi fatti, ai sentimenti che ci sono dietro alle parole, sia da parte sua che da parte di sua figlia.

Intendo chiedere, con questo, che cosa sta sentendo, cosa sta provando dentro di sé - lei come mamma - davanti a questi vissuti di sua figlia, e soprattutto, che emozioni, che sentimenti sta provando la sua bambina quando si trova coinvolta in questi accadimenti?

La vita è fatta di relazioni e, nelle relazioni, le emozioni giocano un ruolo di primo piano.

Di conseguenza è questa la parte più importante dell’ascolto di un genitore, ‘approfittare’ di situazioni che portano a galla un groviglio di emozioni e sentimenti (tristezza, paura, rabbia o altro) come un’opportunità per insegnare alla propria figlia a riconoscere cosa le accade dentro di sé, e - con l’aiuto del genitore - imparare a gestirlo; questo però in che modo?

Per prima cosa cercando di non giudicare o sminuire i sentimenti della sua bambina riguardo a questi fatti, anzi facendole sentire e dicendole che capisce il suo stato d’animo e che è più che normale sentirsi amareggiati o arrabbiati perché veniamo esclusi dai nostri amici; aiutarla cioè anche a dare un nome a ciò che sta vivendo come sentimenti.

Infine aiutarla ad immaginarsi una soluzione a questo problema, senza suggerirgliela inizialmente lei come mamma, ma aiutando sua figlia a tirarla fuori direttamente lei (“Cosa potresti fare per affrontare questa difficoltà?”); se trova una sua via d’uscita sua figlia, molto meglio, poi – eventualmente - può aiutarla a darle anche lei qualche idea.

 Se poi nel passato ci fossero stati episodi simili in cui sua figlia ha trovato una soluzione soddisfacente, l’aiuti a ricordare questa sua capacità di affrontare problemi similari.

Questo potrebbe essere un importante passo da compiere insieme a sua figlia, in quanto farebbe sentire a sua figlia che può contare ancor più sulla mamma per sentirsi ascoltata e compresa e, di conseguenza, sentirsi meno confusa o smarrita davanti a questi sentimenti che le si muovono dentro.

La saluto cordialmente.

Salve Valentina, ho cercato il nome della sua bambina, ma non compare nella sua lettera. Mi dice che ha 10 anni e niente più. La richiesta viene dalle maestre e lei velocemente, dopo un tentativo fugace di  chiarimenti dalla sua bambina,  passa la domanda,  a questo sito. Dove una psicologa/o proverà a darle una risposta.  Credo che non abbia assolutamente sbagliato ad interessarsi dei motivi per i quali la sua bambina viene esclusa, magari spingendola a fare una domanda esplicita al gruppo delle bambine. Anche se dubito, che una domanda di questo genere possa portare ad una chiarificazione del problema.  Quello, che è importante, che lei cerchi di capire, se ci sono dei disagi profondi di sua figlia, che si manifestano,   in questo rifiuto dei pari del suo stesso sesso, o sia semplicemente un suo modo di essere, per il quale, lo stare con i maschietti le sia più congeniale.Non la lasci comunque sola ad affrontare questa situazione, le sia vicino, questo sarà sicuramente di aiuto a sua figlia

Buona vita

Salve signora Valentina. Il fatto che le insegnanti l’abbiano contattata per farle notare questa cosa, mi sembra un ottimo segnale del fatto che sono persone attente a come si comportano i bambini in classe.

Per quanto riguarda il comportamento della bambina, se non ci sono segnali di disagio, cioè se non litiga, è serena e tutto procede per il meglio, non mi preoccuperei più di tanto. Un po’ tutti cerchiamo le persone che ci apprezzano maggiormente e con cui abbiamo più affinità, penso sia un comportamento del tutto naturale, non trova?

Tra l’altro lei continua a cercare le compagne, ma se non viene accettata, è naturale che cerchi contatti altrove. Forse per curiosità, sarebbe interessante sapere che ne pensa la bambina del fatto che le altre non la cercano, ma giusto per avere il parere di lei. Per sapere se è tutto ok, insomma. In che modo vorrebbe aiutarla maggiormente? Forse la sente distante? Se posso esserle d’aiuto non esiti a contattarmi, risponderò volentieri.

Cordialmente

Buongiorno Valentina, ha fatto molto bene a chiedere a sua figlia perchè le altre bambine la escludono, oltre a questo però dovrebbe capire se ciò accade solo adesso oppure se è sempre successo. Inoltre provi ad osservare anche come vive la sua bambina l'"esclusione". Sono le maestre che l'hanno convocata e dunque sono loro a ritenerlo un problema: ciò che conta però e sua figlia e il suo comportamento a questo proposito.

Se lo vivesse anche lei come un disagio, allora sarebbe opportuno approfondirlo. Vista l'età di sua figlia, l'indicazione che le consiglio è una consulenza di tipo familiare. Il motivo principale è che questo tipo di consulenza, evita alla sua bambina di sentirsi colpevolizzata come unica "paziente" e  da la possibilità a voi genitori di capire meglio cosa sta succedendo e perchè.

Cordiali saluti

Gentile Signora, certo non ha sbagliato, ma non può naturalmente essere questa la soluzione del problema. È evidente che sussiste un disturbo relazionale, che però, per un’analisi diagnostica fondata, avrebbe bisogno di ben più articolate e approfondite informazioni.  Una rieducazione psicopedagogica dell’approccio genitoriale potrebbe, a quanto pare, essere una soluzione appropriata per ristrutturare, reindirizzare e migliorare le capacità relazionali della bambina. L’approccio A Distanza (online, ovvero via chat), previo consulto telefonico gratuito, potrebbe essere adeguato al caso in questione. Cordiali saluti.