Paura dell’inquinamento e di morire

Caterina

Buongiorno cari dottori, sono una mamma preoccupata, alle prese con un figlio di 9 anni che da un po’ di tempo manifesta la paura dell’inquinamento in maniera molto enfatizzata con conseguente paura di morire. È un bambino sano, fa sport regolarmente da quando aveva 2 anni, molto curioso e va bene a scuola. Ha molti amici che frequenta regolarmente anche fuori scuola. È il più grande di 3 fratelli. Questa paura dell’inquinamento lo rattrista in maniera tale che “prega “ spesso nella pioggia (per lui ancora di salvezza degli alberi). Il problema è la fissazione che ha. Pur essendo un bimbo sereno dei “piccoli” traumi ne ha subiti… (1 anno fa insieme al fratellino è rimasto bloccato in ascensore, fisicamente nulla è accaduto, solo un grande spavento per tutti); questo inverno ha assistito alla caduta del papà dallo slittino sulla neve e si è spaventato… molto… infatti il suo periodo no, con conseguente paura della morte in generale e poi incanalarsi nell’inquinamento è iniziata un mese dopo l’evento del papà. Cosa mi consigliate di fare?

4 risposte degli esperti per questa domanda

Quello che descrivi — una preoccupazione intensa e costante per l’inquinamento legata alla paura della morte — è una forma di ansia specifica che, in certi casi, può diventare una vera e propria fissazione emotiva nei bambini, specialmente dopo esperienze spaventose.  COSA STA SUCCEDENDO: Il tuo bambino sembra aver incanalato un’ansia generalizzata (sul tema della morte, del pericolo, della perdita) verso un oggetto “comprensibile” e concreto come l’inquinamento. È normale: i bambini danno forma alla paura scegliendo simboli che trovano nei discorsi degli adulti, nei media o a scuola.
Nel suo caso:

  • L’evento del papà è stato probabilmente il punto di rottura emotiva;

  • L’inquinamento è diventato il “nemico” che può spiegare e giustificare l’angoscia che sente;

  • La pioggia è diventata una forma di speranza e controllo.

Questo è un tentativo di dare senso e gestire l’ansia attraverso rituali, pensieri ripetitivi e comportamenti simbolici. Molti bambini attraversano momenti di paura, ma quando una preoccupazione diventa ripetitiva, fissa, associata a tristezza o isolamento emotivo, è importante intervenire con dolcezza ma con decisione. Non si tratta di allarmarsi, ma di ascoltare seriamente ciò che il bambino sta cercando di comunicare.  COSA PUOI FARE TU, ORA

1. Non minimizzare, ma normalizza

Invece di dire “non devi preoccuparti”, prova con:“Capisco che ti faccia paura. È vero, l’inquinamento è un problema, ma ci sono tantissime persone che se ne prendono cura ogni giorno, e anche noi possiamo fare la nostra parte. Dagli strumenti per sentirsi coinvolto, non impotente.

2. Aiutalo a trasformare l’ansia in azione

Spesso i bambini che si sentono impotenti cercano il controllo con rituali o pensieri ossessivi. Incanala il tutto in:                        Piccoli gesti ecologici: piantare un fiore, riciclare, fare una passeggiata nella natura. Libri o storie di eroi che proteggono il pianeta. Disegni o racconti per “dare forma” alla paura. 

3. Parlare della morte con sincerità, ma calma

Evita frasi assolute tipo “nessuno morirà mai” o “non devi pensarci”, e prova invece con:   “La morte fa parte della vita, ma tu sei sano, sei amato e noi ci prendiamo cura di te. Quando qualcosa ci spaventa, è importante parlarne e non tenerlo dentro.” 

4. Osserva i segnali: Se noti:

  • rituali ripetitivi o compulsivi,

  • pensieri fissi che interferiscono con le sue attività,

  • tristezza frequente o ritiro dai giochi,

...potrebbe essere utile coinvolgere uno psicologo infantile (meglio se specializzato in ansia nei bambini). Un percorso breve può aiutarlo a “mettere a posto” le emozioni, anche attraverso il gioco o il disegno.  UN ULTIMO MESSAGGIO PER TE, MAMMA: Il fatto che tuo figlio ti parli, che tu lo ascolti, che cerchi un aiuto — è già terapeutico. Non hai fatto nulla di sbagliato. I bambini ansiosi spesso sono anche molto intelligenti, sensibili e profondi. Con il giusto supporto, questo momento può diventare per lui una risorsa di crescita.

Dott.ssa Antonella Bellanzon

Dott.ssa Antonella Bellanzon

Dott.ssa Antonella Bellanzon

Massa-Carrara

La Dott.ssa Antonella Bellanzon offre supporto psicologico anche online

Buongiorno e grazie per la fiducia nel condividere la sua preoccupazione. Quello che descrive sembra una manifestazione d’ansia legata alla paura della morte e alla sensazione di impotenza, che nel suo bambino si è incanalata nel tema dell’inquinamento, probabilmente come modo per dare un “senso” e un “controllo” a paure più grandi (come la perdita dei genitori o la vulnerabilità del corpo).

Sarebbe utile valutare insieme la situazione in modo più approfondito e personalizzato. Se lo desidera, sono disponibile per una consulenza: può contattarmi al numero che trova sulla mia pagina.

Un caro saluto.

Buongiorno Caterina, grazie per averci scritto. La tua preoccupazione è più che comprensibile. A quell'età i bambini possono prendere consapevolezza della finitezza delle cose e sicuramente gli eventi spaventanti che sono recentemente accaduti possono aver dato una spinta a questo naturale processo. 
Probabilmente la paura della morte, con l'incertezza e l'ansia che ne derivano, sono stati incanalati nel fenomeno dell'inquinamento e nelle preoccupazioni nei riguardi dell'ambiente. I bambini sono davvero come spugne, lo saprai sicuramente benissimo, e davvero assorbono di pancia ciò che li circonda. 

Un consiglio che posso darti è quello di accogliere le sue preoccupazioni, normalizzarle come lecite e non negarle, ma spiegandogli dolcemente cos'è l'inquinamento e perché esiste, così come per il concetto di morte. 

Un'altra cosa che potete fare insieme è informarvi su piccoli gesti e abitudini quotidiane che possono apportare una differenza. Postreste guardare video sulla recycling culture, imparare insieme a piantare qualche alberello, fiore, o persino dei profumi o degli ortaggi, in modo da farvi il vostri piccolo orticello in vaso. Insomma, la sua preoccupazione può diventare stimolo per svolgere attività familiari positive e costruttive e che a loro volta diminuiranno il suo senso di impotenza e la sua ansia. 

Tuttavia, se questa ansia dovesse continuare o dovessi sentire che i suoi timori diventano eccessivi e il tema una fissazione a tuo avviso malsana, potete sempre contattare una/o psicologa/o infantile o sistemico relazionale per parlarne in qualche incontro, quanto basterà per chiarire le emozioni in gioco, esprimerle e contenerle. 

Per qualsiasi dubbio o domanda sono a disposizione e vi auguro davvero il meglio.

p.s. complimenti per il vostro bambino che al netto della sua (e vostra) preoccupazione mi colpisce molto per la sua spiccata sensibilità. Una qualità del genere è sempre più rara e va davvero coltivata!

Un caro saluto,

Dott.ssa Alessandra

Dott.ssa Alessandra Papi

Dott.ssa Alessandra Papi

Roma

La Dott.ssa Alessandra Papi offre supporto psicologico anche online

Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo il disagio che può sperimentare e quanto sia impattante sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stessa utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL

Dott. Francesco Damiano Logiudice

Dott. Francesco Damiano Logiudice

Roma

Il Dott. Francesco Damiano Logiudice offre supporto psicologico anche online