La fatica di essere mamma

LA FATICA DI ESSERE MAMMA

Spesso la cronaca racconta fatti di figlicidio, o di madri che non riescono più a reggere situazioni di grave stress familiare, che non riescono a prendersi cura dei loro figli sebbene li abbiano magari voluti e desiderati, fino a essere addirittura incapaci di proteggerli dalla loro stessa aggressività. Oltre a queste situazioni gravi molto pubblicizzate, ma per fortuna piuttosto rare, esiste un ampio numero di donne che dopo il parto vive momenti di difficoltà psicologiche, legati soprattutto all’enorme cambiamento che l’arrivo di un bambino porta con sé. Tra queste donne, alcune possono sviluppare una vera e propria depressione che rende grigio e insopportabile ogni giorno, ogni impegno, ogni gioia e ogni sorriso. Ecco allora che la quotidianità può diventare un macigno e occuparsi del proprio bambino un compito immane, per il quale non ci sente mai adeguate. Ogni pianto è la conferma di quanto si è incapaci come madri, mentre si rimane indifferenti a tutto ciò che c’è di positivo nell’aver accanto una creatura che cresce soprattutto grazie a noi, al nutrimento affettivo, alle attenzioni e alle cure amorevoli che le diamo. Si innesca così un circolo vizioso spesso sostenuto da pensieri pessimistici, negativi o di incapacità, accompagnati a volte dal timore di fare del male a sé o al bambino. La mamma ha paura di se stessa e di quello che potrebbe succedere.

La depressione postpartum è sottostimata perché circa il 50% delle donne che ne soffrono non chiede aiuto e anche se un aiuto viene offerto loro, spesso lo rifiutano. Affrontarla esclusivamente con l’ausilio dei farmaci ne elude la complessità e porta a ridurre l’importanza di questo disagio psichico. Lo sconvolgimento emotivo che deriva dalla nascita di un bambino puo’ scatenare nelle donne più vulnerabili un’esperienza depressiva di varia intensità. Circa il 10-20% delle donne soffre di depressione postpartum, una condizione caratterizzata da sentimenti di tristezza, colpa, senso di inutilità e ansia, pensieri di morte, difficoltà di concentrazione e nel prendere decisioni, disturbi del sonno e dell’appetito, mancanza di interessi e di energia. Questi sintomi non sono transitori e possono persistere, a vari livelli di intensità, per parecchi anni. Essi hanno una rilevanza particolare non solo perché ostacolano il recupero fisico della madre, ma anche perché possono compromettere il benessere del neonato. La difficoltà di prendere sonno dovuta alla depressione rende faticoso per esempio doversi svegliare per allattare il bambino. L’irritabilità e l’instabilità possono innescare un circolo vizioso nei confronti del neonato, che viene vissuto come difficile, se non impossibile, da gestire. All’interno di questo contesto emergono spesso difficoltà nella coppia, per cui le donne percepiscono scarso sostegno da parte dei loro compagni, che a loro volta possono far fatica ad adattarsi alle esigenze del bambino.

La depressione postpartum è diversa dal maternity blues per la maggiore durata e gravità dei sintomi. Il blues post natale è estremamente diffuso: l’80% delle donne presenta infatti una certa instabilità emotiva le prime due settimane dopo il parto. La depressione postpartum è diversa anche dalla psicosi postpartum, fenomeno più raro (due casi su 2000 nascite) ma più grave, per cui è necessario l’intervento psichiatrico.

                                                                                                                                                   

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