Mia moglie è affetta da una depressione post parto con fenomeni aggressivi

Alessandro

Buonasera sono sposato con mia moglie da 2 anni, siamo fidanzati da 8 (contesto cattolico credente). Abbiamo avuto il nostro primo figlio un anno fa. Lei è evidentemente affetta da una depressione post parto con fenomeni aggressivi e propositi suicidi) ma non accettta in nessun modo di farsi aiutare da uno psicologo. Io sono entrato in terapia da uno psicologo locale, ma non riesco a farla partecipare ad una seduta. Il suo atteggiamento è di netto rifiuto di ogni aiuto. Come posso fare per aiutarla? Grazie per l'attenzione

4 risposte degli esperti per questa domanda

Gentile Alessandro,

si informi anzitutto che indirizzo segue il suo psicologo e se è psicoterapeuta. Se non ottiene risultati le consiglio di provare indirizzi terapeutici diversi.

Sia la strategica Breve che la Gestalt ad es.hanno frecce al loro arco per affrontare casi simili, ma non è possibile escludere che ci sia necessità di una terapia di coppia o individuale per sua moglie. Occorrerebbero ovviamente altre informazioni.

Cordiali saluti

Dott.ssa Valentina Sciubba

Dott.ssa Valentina Sciubba

Roma

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Buonasera, a volte capita che la depressione possa portare ad un rifiuto sull'aiuto terapeutico. Sotto la depressione potrebbe esserci molta paura, una rabbia non gestita e se non si vuole intervenire, anche una mancanza di consapevolezza sulla gravità della situazione. Lei sicuramente è in una situazione di difficoltà perchè dall'altra parte non c'è una persona che sembra rendersi conto del problema. In questi casi ci sono diverse possibilità. 

La prima che mi viene in mente è quella di sedersi con lei e parlarle della sua preoccupazione, di quello che nota in lei, del bisogno che ha di essere accompagnato a questo momento difficile e inoltre a focalizzarsi anche sulle conseguenze che tutto questo può portare nel vostro bambino.

Nel caso in cui ha già fatto questo senza successo, le consiglio di sentire il parere di uno psichiatra per capire cosa poter fare. In casi così la terapia farmacologica potrebbe aiutare a stabilizzare l'umore per poi intervenire sotto il profilo terapeutico. Quello che mi sento di rinforzarle è la protezione del bambino da dinamiche pesanti e rischiose dal punto di vista del suo benessere psicologico. I primi anni di vita si creano quelle che saranno poi delle convinzioni di vita. 

In bocca al lupo per tutto

Salve Alessandro 

lei è stato molto bravo a farsi aiutare ed attraverso la sua terapia può aiutare sua moglie.

Credo che potrebbe essere possibile una psicoterapia di coppia in modo che lei possa mantenere il suo spazio di terapia personale.

Non può accettare che sua moglie, madre di suo figlio, decida di non curarsi se sta così male e minaccia il suicidio. Coinvolga anche le famiglie di origine in modo accogliente, ma sicuramente Alessandro sa quali armi di persuasione utilizzare!

Non abbia paura di perdere il suo spazio personale. Può avere entrambi le possibilità 

Buongiorno Alessandro. Comprendo la sua preoccupazione! se gli episodi di aggressivita' e i propositi suicidi sono frequenti penserei ad un tso, anche perche' sua moglie  pare rifiutare aiuto e cure. So che sembra una cosa terribile, ma se serve ad evitare conseguenze peggiori, ritengo sia da valutare seriamente. Nel frattempo e' necessario un aiuto in casa e con il bambino, in modo da alleggerirla dallo stress della routine e per far si che non sia mai sola. Parli con il suo medico curante. Per il tso basta chiamare l' ambulanza in un momento di crisi di sua moglie. Sarebbe meglio convincerla ad un ricovero volontario anche con l' aiuto del medico di base. Continui a farsi supportare dalla psicologa alla quale si e' rivolto e provi a cercare nella sua città associazioni o organi di supporto per la depressione post partum.

Le auguro il meglio