Depressione, ansia e ossessioni da molto tempo

Simona

Salve dottori, sono una ragazza di 21 anni iscritta al primo anno di Medicina. Ho provato il test per due volte.
Mi iscrissi per un anno a Farmacia senza dare alcun esame perché non sentivo di essere motivata.
Nel mentre quell’anno provai a frequentare le lezioni di Medicina nella stessa università per capire come le lezioni fossero e queste confermarono l’idea di provare il test.
Il secondo anno rimasi a casa, per prepararmi al meglio.
Sono stati due anni intensi di preparazione, ma tantissima ansia e frustrazione.
La mia famiglia in questo lungo non poteva nominare questo maledetto test perché andavo su di giri. Mia mamma mi diceva spesso: “Spero rientrerai perché non voglio pensare a come possa andare al contrario” e si spaventava al sol pensiero, avendomi già visto una volta come sono stata giù dopo aver fallito la prima volta.
Quando mi dicevano: se non va non preoccuparti, troverai la tua strada in altro.
A queste parole davo di matto così tanto che l’argomento era diventato taboo.
Ho avuto crisi di pianto, tanta tristezza e infelicità.
Due anni di voglio rilassarmi un po’ ora, ma no, non posso permettermelo.
Ora nel 2019, sono rientrata.
Ma subito dopo nel mio cervello si sono intrufolati dubbi, paure e pensieri che fino a mesi prima sembravano assolutamente innocui.
Sono troppi anni
Voglio una famiglia con il mio ragazzo e desidero laurearmi prima
Voglio un lavoro più sereno e meno stressante
Voglio davvero fare il medico o è solo lo studio che mi affascina? O l’ho così idealizzata questa professione a tal punto ora di odiarla? Sono io capace, per come io sono sensibile e fragile di confrontarmi con una professione che va molto oltre il semplice mestiere. Avere delle vite tra le mani mi fa rabbrividire. Allora già penso a cosa potrei far dopo per non avere così tanta responsabilità. Ma poi mi chiedo, ne vale la pena dopo anni di studio fare completamente altro?
Questi pensieri occupano tutte le mie giornate.
Come è possibile aver cambiato idea? Ero così determinata che mi sono completamente annullata per arrivare a questo. E i complimenti e o visi di ammirazione degli altri quasi mi infastidiscono ( cosa che prima pensavo mi avrebbe fatto molto piacere, dopo anni che tutti mi guardavano dall’alto in basso per stare a casa a non far nulla). Questo è il prezzo da pagare dopo tutto?
Mi sentivo e mi sento in colpa dopo tutto con la mia famiglia che era così felice per me nonostante non avessero mai messo pressioni su di me, per loro era essenziale che io rientrassi per stare bene e per raggiungere un “”sogno””...mi hanno aiutato moralmente ed economicamente a raggiungere il mio obiettivo solo per vedermi serena.
Ne ho parlato con loro e non mi hanno detto di essere delusi, ma che devo trovare la mia felicità, anche se anche per loro è difficile capire come io abbia cambiato idea così velocemente dopo aver visto la mia determinazione per ottenere il mio posto in facoltà.

Mi sento frustrata e delusa da me di non essere felice dopo che ho da sempre pensato che quell’obiettivo, una volta raggiunto, mi avrebbe dato felicità e orgoglio.
Ora rifletto che avrei potuto fare Logopedia, ero rientrata ma rinunciai ovviamente per Medicina, lavorare con i bambini, applicare la medicina in altro modo, trovare la mia strada con serenità... Avrei voluto sicuramente scegliere un’altra città, fare esperienza e non ritrovarmi nel mio paesino vicino casa. Ma su questo anche non avevo mai avuto dubbi, i miei pensieri erano “Voglio stare vicina alla mia famiglia e al mio ragazzo, come faccio sei anni ?” Ora voglio darmi la possibilità di uscire e di vedere cose che forse ho sempre voluto provare.
Sento il tempo scorrere, mi fa paura lasciare perché perderei tre anni senza aver fatto nulla e perché starei abbandonando un percorso ammirato e desiderato da molti, ma che soprattutto mi ha arrecato tanta sofferenza e fatica con tanto stress, infatti nell’ultimo mese di preparazione quest’anno sono dimagrita cinque kg
Ho iniziato un percorso psicoterapeutico perché sento di aver toccato il fondo, i pensieri ossessivi su cosa devo fare?
Cosa devo scegliere per il Mio futuro? Se lascio poi me ne pento? Avrei da rimuginare ancora sul fatto che un giorno sarei potuta essere medico? Se lascio è solo perché sono una codarda...forse.
Sono diventati pensieri insopportabili, tristezza e senso di vuoto mi accompagnano mattina e notte (non dormo bene da mesi) Sono arrivata a tagliarmi perché mi sento in colpa.
Dovevo essere felice e non lo sono.
E forse non lo sono mai stata, perché il mio essere così malinconico e triste me lo porto dietro da quando ero piccola.
Mi ossessionavo per lunghi periodi e in quei periodi però stavo così male che addosso sentivo un peso insormontabile. Esempi come paura di essere rapita, di essere lesbica, posseduta, di dover svuotare la mia vescica completamente andando in bagno venti volte durante la notte, di non amare più il mio ragazzo. Rimuginavo sopra ai miei pensieri, che arrivavano e non potevo controllarli...qualsiasi pensiero mi passasse io dovevo analizzarlo anche concretamente, scrivendo sui forum, leggendo su internet.
Ma ora non è come una volta in cui riuscivo a superare tutto da sola, non reggo più questa sofferenza, penso di morire, sogno di notte di morire e questo non mi fa più male.
So che sono la sola a poter decidere ma non so più cosa mi faccia stare bene.
Non so più riconoscere le mie emozioni.
Cosa ho che non va?
Ho paura di non trovare più felicità in nulla. Ho perso contatto con la realtà. Non riesco a sentire la vita scorrere nelle vene. Non riesco ad essere felice nei momenti belli, non riesco a sentire la rabbia nei momenti brutti. Sento sofferenza e quei pochi momenti di svago sono accompagnati da un ombra che mi veglia e mi dice sono dietro l’angolo che ti aspetto e continuo così a pensare ed essere triste. Cosa c’è che non va in me? Con la psicoterapeuta ho iniziato da poco, ma mi ha detto che non è l’esterno da cambiare e ribaltare, ma è il
Mio interno che deve migliorare. Una volta aver lavorato su di me sarà tutto più chiaro. Ma io sento di avere qualche problema di tipo mentale grave. Mi sento spesso di perdere controllo e di non essere in me. Tremo e piango, faccio movimenti veloci, mi taglio. E la sofferenza è così tanta in questi momenti che non riesco a respirare. Alla mia famiglia ho raccontato molto, non dei tagli. Ma vederli poi sofferenti dopo aver ascoltato i miei pensieri più profondi, ho deciso di “fingere” (non con il mio ragazzo) per non farli stare ancora più in pensiero, non sono molto sicuro di quello che dico, perché mi chiedono spesso come io mi senta dopo aver visto i miei occhi vuoti e tristi.
Grazie per il vostro tempo prezioso. Ve ne sono grata, leggere consigli e capire qualcosa in più mi sarebbe di aiuto.

2 risposte degli esperti per questa domanda

Buongiorno Simona, la tua lettera è lunga e complessa. È difficile dare consigli semplici, veloci e pratici come richiederebbe un mezzo di comunicazione come questo. 

L'unica cosa che mi sento di dire è che, come tu stessa hai detto, questa sofferenza richiede un lavoro su te stessa. E per farlo sarebbe meglio incontrarci personalmente, in modo da poter capire meglio e stabilire insieme, eventualmente, un percorso adeguato alle tue esigenze.

Se vorrai, sarò lieta di aiutarti! 

Io ricevo a Lanciano e Pescara (centro) e non ti sarà difficile trovare i miei contatti. 

Resto a tua disposizione. Cordiali saluti 

 

Gentile Simona,

dal suo racconto avverto una santa Barbara, una polveriera, un turbinio di emozioni.

E' importante che abbia chiesto e segua un percorso di psicoterapia. La collega la aiuta a prendere in mano la sua vita e questo richiede impegno e tempo da parte di entrambe, ma soprattutto da parte sua, Simona, che ha a che fare con sé tutti i giorni ed in tutti i momenti. Ha già mosso i primi passi (ha riconosciuto di avere bisogno di un aiuto, l'ha chiesto ed ha iniziato il percorso) e questo è ottimo; ora ha aperta la possibilità di continuare. Coraggio!