Mi sento sola e abbandonata.

Andrea

Buongiorno a tutti, mi chiamo Andrea. Sono una ragazza di 22 anni, sono pessimista e non vedo mai del bene in tutto quello che mi succede. Mi hanno detto che io mi comporto troppo da vittima e forse hanno ragione. Vi spiego tutto quello che mi ha fatto stare male, magari voi potrete darmi una spiegazione. In questi 22 anni sono successe tante cose, sia belle che brutte. Purtroppo le cose belle non le ricordo bene, ma le cose brutte me le ricordo nel minimo dettaglio. Quando ero piccola ho sempre avuto problemi a rapportarmi con le altre persone, non ero in grado di farmi degli amici. Per questo mia mamma mi portava ai giardini del mio paese per cercare di farmi giocare con gli altri bambini. Andando alle elementari ho conosciuto altre ragazze. Mi sono legata ad alcune di loro, tra la quale Lucia. Uscivo sempre con lei, lei negli anni mi ha sempre tradito e ferito per divertimento. Per non rimanere da sola l’ho sempre perdonata, ma anche le altre ragazze del gruppo alla fine hanno iniziato a comportarsi come lei.
Un giorno la mia vicina di casa e amica decise di dare la festa di compleanno in giardino, invitò tutti tranne me. È stata così gentile da venirmi a dire che avrebbe invitato tutti tranne me. Quel giorno sono stata tutto il tempo alla finestra a guardarli fino a quando mia mamma non mi portò ai giardini per farmi smettere di guardarli.
I miei genitori litigavano spesso e spesso mettevano me e mio fratello nel mezzo per chiedere io nostro parere (avevamo circa 8 anni io e 10 anni mio fratello). Spesso, a turno, uno dei miei genitori scappava di casa e io, mio fratello e l’altro genitore rimasto con noi dovevamo inseguirli per riportarlo a casa. Ho visto mia madre spaccare un quadro con la foto del loro matrimonio in terra, ho visto mio padre lanciare una bottiglia di birra addosso a mia madre e mancarla di poco. Ora loro negano che queste cose siano successe e mi chiedo se magari è la mia mente che si ricorda male o se sono loro che non vogliono ammettere che siano successe davvero.
Una sera, dopo aver preso un treno per andare a riprendere mia madre che era scappata di casa, lei decide di dirmi che Lucia mi aveva organizzato una festa a sorpresa. Lì per lì era così felice di avere un’amica che facesse queste cose per me da non essermi accorta che mia madre me lo aveva detto solo per farmi stare male come stava lei in quel momento.
Dopo anni ho sperato che divorziassero per mettere fine a tutto.
Alle medie ho continuato ad avere problemi nel rapportarmi con le persone, e le poche amiche che avevo avevano iniziato a uscire senza di me, inventarsi cose per farmi stare male.
In particolare ricordo di un giorno in cui Lucia andò in piscina con una nostra amica di nome Carmen e sua sorella. Ricevetti una chiamata da questa mia amica dicendomi che un uccellino le aveva detto che io avevo parlato male di lei. Non lo avevo fatto, e quindi chiesi chi glielo avesse detto. Sul sottofondo sentii la voce di Lucia e quando avevo capito che lei era con lì, loro hanno iniziato a dire che non ci fosse e a prendermi in giro. Ricordo che passai tutta la giornata a piangere fino a quando non mi addormentai.
Ricordo di una mattina nella quale avevo discusso con mio fratello, andai in bagno e tornata nella nostra cameretta mio fratello, accanto a mia madre mi diede uno schiaffo fortissimo in faccia. Pensavo che mia madre sarebbe intervenuta in mia difesa e invece la sentii dire a mio fratello che lei gli aveva detto di darmelo piano. Mi sono sentita tradita e nei mesi avvenire mio fratello mi minacciava per qualsiasi cosa di darmene un altro forte in quel modo se nom avessi fatto quello che diceva lui.
Iniziano le superiori, io e Carmen decidemmo di frequentare l’alberghiero mentre la Lucia andò a ragioneria. Nonostante andassimo in scuole diverse continuavamo a uscire tutti i giorni.
In prima superiore ho conosciuto tramite un gioco online un ragazzo più grande di me. Ho deciso di dargli il mio numero di telefono. Purtroppo lui viveva a 5 ore di macchina da me. Mi piace un sacco e io piacevo a lui, parlavamo un sacco e mi piaceva stare con lui al telefono, ma ogni volta che ci organizzavamo per incontrarci io trovavo qualche scusa per far saltare tutto. Una volta avevamo organizzato di incontrarci in una città a due ore da me, lui con tutta la famiglia era arrivata in quella città e io la sera prima, spaventata da non so cosa, trovai una scusa per non andare. Giustamente lui si arrabbiò molto e poco tempo dopo iniziammo a litigare fino a quando non smettiamo di parlarci.
Lui era il mio migliore amico, il mio confidente e una persona che mi ha sempre supportato quando stavo male anche se non riuscivo a dirgli che ero molto infelice. Ho sempre avuto paura che se lui mi avesse visto di persona non gli sarei piaciuta e lo avrei perso.
In seconda superiore ho discusso con Carmen, lei riuscì a farmi litigare con tutte le mie amiche e a emarginarmi. Il fatto che non riuscivo a farmi altre amiche non aiutava la mia situazione e rimasi sola.
Carmen e un’altra mia amica decisero, durante le lezioni, che finita la giornata scolastica mi avrebbero aspettato alla fermata del pullman per picchiarmi. Andai dalla mia migliore amica e compagna di banco Paola per chiederle aiuto ma l’unica cosa che mi disse era di mettermi davanti al suo pullman così si poteva godere la scena. Davanti al pullman della mia migliore amica, alla fine, questa ragazza mi picchiò con tutti che la incitavano.
Il giorno stesso Lucia mi mandò il video dell’accaduto prendendomi in giro.
Finita la scuola, Paola andò in Erasmus con altre ragazze per un mese a Malta. Ero da sola quindi insieme ad un’altra ragazza decidemmo di andarle a trovare per il giorno del mio compleanno (per circa 4 giorni saremmo rimaste lì). Arrivata lì Paola non uscii mai con me perché era sempre troppo stanca e io mi ritrovavo la notte a piangere da sola in hotel.
Nonostante tutto io continuavo a far finta di niente, a perdonarle ogni volta, per qualsiasi cosa mi facessero.
Iniziato a lavorare ho trovato capi che continuavano a sfruttarmi e a sotto pagarmi per il lavoro che facevo con contratti in nero.
Lascai tre lavori perché questi motivi.
Rimasa a casa senza lavoro e senza amiche, decisi di scaricare un gioco per passare il tempo.
Lì ho conosciuto delle belle persone, si parlava e si scherzava. Passavo le giornate così, fino a quando in quel gioco non ho conosciuto un uomo sposato con due figli.
Iniziai a parlare con lui per lo più di cose inerenti al gioco, fino a quando non sbocciò una bella amicizia. Iniziammo a parlare al telefono tutti i giorni, lunghe chiamate mentre lui lavorava e io stavo a casa. Non c’era interesse da parte mia nei suoi confronti, ma parlando sempre più spesso iniziò a esserci fino a quando un giorno lui non mi ha chiesto di uscire.
Ero davvero indecisa, sapevo che era sbagliatissimo. Ma per una volta volevo essere felice e prendermi quello che mi rendeva felice. Accettai di uscire con lui e durante la prima uscita gli chiesi per quale motivo mi chiedeva di uscire e con quale scopo. Mi disse che la moglie lo aveva tradito e che da quel giorno faceva tutto quello che voleva e che con lei non andava molto bene. Mi disse che con me non sapevo cosa sarebbe successo ma che tutto poteva accadere. Abitavano a 2 ore di distanza e all’inizio veniva solo lui da me. Ci vedevamo spesso all’inizio, eravamo entrambi molto presi. Persi la verginità con lui. Mi trattava come fossi una regina. Ma dopo pochi mesi lui iniziò ad essere assente, a non rispondere ai messaggi e a iniziare a rispondermi male. Non capivo cosa fosse successo, mi comportavi nello stesso modo di sempre e non capivo cosa gli avessi fatto.
Piano piano le cose con lui iniziarono ad andare male, non ci vedevamo da mesi fino a quando lui non decise di andare in Albania, suo paese di origine. Mi invitò ad andare anche io e alla fine partii. All’epoca lavoravo ed ero riuscita stranamente ad ottenere dei giorni di ferie. Passammo dei giorni stupendi, ancora oggi abbiamo un bel ricordo di quella vacanza. Ma finita la vacanza mi rivelò che mi aveva invitato solo perché pensava che non sarei mai riuscita a partire.
Con lui abbiamo sempre dovuto fare le cose in segreto, la maggior parte del tempo la passavamo a fare sesso.
Iniziai anche io ad andare da lui con la macchina. A volte mi portava al ristorante anche se si vedeva che lui aveva molta paura di essere scoperto insieme a me.
Durante una litigata mi rivelò che io durante il primo appuntato avevo capito male e che lui non avrebbe mai lasciato la moglie e i figli.
Da quel giorno andò sempre tutto peggio nonostante ancora oggi noi stiamo “insieme”.
Sa bene che io sono molto attaccata a lui perché non ho nessun altro e penso se ne stia approfittando per fare con me quello che vuole.
Con lui sto molto bene ma non riesco più a essere l’amante, la seconda scelta e a dovermi nascondere sempre.
Nel frattempo ho subito delle molestie sul luogo di lavoro da parte di un ragazzo di colore che lavava i piatti nel ristorante nella quale lavoravo. Il ristorante si trova in un paese vicino al mio, a 15 minuti di macchina. Tutto è iniziato perché lui aveva bisogno di un passaggio per tornare a casa perché non aveva la macchina e stava nel mio stesso paese. Io non volevo accompagnarlo di notte perché non lo conoscevo e cercavo qualsiasi scusa per non accompagnarlo. Dato che lui non sapeva come tornare i miei colleghi lo portavano a casa e poi tornavano indietro.
Il mio capo continuava a insistere che lo riaccompagnassi io perché a lui scocciava fare tutta quella strada. Mi diceva che nella Bibbia c’è scritto di aiutare il prossimo e che ero razzista. Alla fine stanca del mio capo decido di accompagnarlo, la prima sera gli chiedo chi fosse, da dove venisse e altre domande per capire se fosse pericoloso. Lo lascio alla stazione del mio paese e torno a casa. Dato che non c’erano stati problemi decido di portarlo anche la sera successiva ma lì inizia a fare troppi apprezzamenti sul mio corpo e a insistere sul fatto che io dovessi andare a letto con lui.
Il lavapiatti continuava a infastidirmi e io mio capo e i miei colleghi lo istigavano a continuare, lui continuava a chiedere foto del mio sedere e una volta mi ha tirato uno schiaffo sul sedere. Quando sono andata dal mio capo, nonostante il lavapiatti avesse confessato ad un mio collega, il mio capo non mi credette e mi disse che lui non poteva difendermi perché doveva difendere la sua azienda.
Il mio capo da quel giorno continuava a spingere a farmi dare le dimissioni.
Alla fine non trovandomi più bene mi sono recata al sindacato per farmi aiutare, loro capirono che mi stava spingendo a dare le dimissioni per non dovermi pagare dei bonus. Sono riuscita a farmi licenziare e nella lettera di licenziamento diceva che io ero razzista, litigavo con tutti e non riuscivo a lavorare in squadra.
Ho riniziato a uscire con Lucia perché ero sola, pensavo che fosse cambiata dopo 6 anni che non ci si sentiva. Ma è la stessa persona egoista che vuole solo divertirsi con le persona per poi mollarle il giorno dopo.
Una sera litigando con i miei genitori decisi di andarmene di casa. Non ho un lavoro ma ho tanti soldi da parte. Mio padre mi prese di peso e mi lanciò contro un muro e io spaventata chiamai la polizia. Non volevo denunciarlo e quindi la polizia non venne a controllare che stessimo bene. Ho perso anche la fiducia nelle autorità quel giorno.
Ho trovato un po’ di compagnia nel cane di mio nonno. Con la morte di mio nonno, il cane è rimasto da solo e sapendo che stava male e che sarebbe morto a breve decisi di stare con lui tutti i giorni. Lo tenevamo legato nel giardino di casa di mio nonno e stava da solo tutto il girono. Stavo bene con il cane, giocavamo e stavamo insieme tutto il giorno fino a quando non è morto 4 mesi dopo.
Sono passate due settimane dalla sua morte, le mie “amiche”escono senza di me e non mi cercano mai. non ho ambizioni e non so cosa fare della mia vita. Continuo ad essere l’amante di un uomo che non mi cerca più e che lo deve pregare di darmi qualche attenzione. Ho chiesto ai miei genitori di uscire con me ma sono sempre troppo occupati per farlo. E quindi sono due settimane che sto nel letto a piangere.
Un anno fa disperata dissi a mia madre e a mio fratello che ero depressa e che un giorno ho cercato di togliermi la vita. Mi diedero dell’idiota e mi risero in faccia.
Cosa devo fare? Non so davvero cosa fare per stare meglio. So che è colpa mia, ma non so dove sto sbagliando. Voglio solo essere felice. Vi prego aiutatemi

1 risposta degli esperti per questa domanda

Buongiorno Andrea, credo che tu abbia una bassa autostima e su questo dovresti lavorare. Per una serie di ragioni familiari hai avuto alcune attenzioni facendo la vittima e mostrando a tutti le tue "inadeguatezze". Questa è diventata la modalità per entrare in relazione con gli altri Mi faccio trattar male e mi faccio deridere perché merito solo questo è così ho un rapporto, doloroso ma pur sempre un rapporto. Ritengo che tu debba lavorare sulla tua autostima perché le tue modalità relazionali dipendono da questo 

Dott.ssa Carla Fineschi

Dott.ssa Carla Fineschi

Siena

La Dott.ssa Carla Fineschi offre supporto psicologico anche online