Il matrimonio, riflessioni su come prevenire eventuali crisi

Dopo questo cambiamento storico, “ l’unione per sempre”, non ha più avuto la stessa valenza, e le certezze che accompagnavano un simile passo, si sono modificate. Ora quando ci si sposa, si sa che c’è la possibilità di una via d’uscita dal matrimonio, tanto che può capitare che il matrimonio venga vissuto come una prova, piuttosto che come un passo definitivo, e se da un lato sapere di avere una via d’uscita, ci permette di affrontare delle esperienze con maggiore serenità, dall’altro ce le fa vivere anche con maggiore superficialità, tanto che spesso vengono sottovalutati degli aspetti che potrebbero aiutarci a predire la riuscita o il fallimento di un matrimonio.

Non c’è effettivamente una ricetta giusta che ci possa indicare con esattezza il giusto percorso da seguire per la buona riuscita di un matrimonio, ma vi sono degli aspetti che se ben curati, possono migliorarne la vita. Analizzare e assumere consapevolezza di alcune dinamiche e stati emotivi della coppia sia prima del matrimonio, che durante, può aiutare a prevenire e risolvere delle problematiche, che potrebbero inficiarne la buona riuscita.

Il periodo che precede il matrimonio, è speso costellato da una serie di paure, ansie, e perplessità, che fungono da campanelli d’allarme sulla effettiva giustezza di ciò che si sta per fare, e possono far sorgere dei dubbi sul passo che si è deciso di compiere. Un elemento su cui è importante focalizzarsi, dopo aver raggiunto la certezza che la persona scelta è quella giusta, è valutare se lo svincolo, dalle famiglie d’appartenenza è avvenuto correttamente, o se vi è da parte di queste, una continua intromissione nella vita della coppia. Può capitare che i futuri sposi non si sentano abbastanza maturi per sostenere una vita a due, e per questo favoriscono la continua presenza e aiuto, di una o entrambe le famiglie, questo fatto mina la possibilità di sperimentarsi autonomamente e di crescere insieme; è assodato che quando ci si sposa, si sposa anche la famiglia dell’altro, ma imparare a mettere i giusti confini, può permettere di prevenire eventuali problemi.

Altro aspetto non meno importante riguarda la difficoltà a uscire dal ruolo di figli e la paura di non riuscire ad essere adeguati a fare i coniugi, per via di fantasie interne collegate a questo cambiamento che derivano dal vissuto personale e dalla paura di non riuscire a soddisfare le aspettative che compagno/a, famiglia, amici e società hanno o che noi pensiamo che possono avere.

Questo può portare a fare le cose per l’altro e a non soddisfare i bisogni più intini e autentici sia individuali che della coppia. Una volta celebrato il matrimonio, dopo l’iniziale periodo idilliaco che possiamo definire, “Luna di Miele” la coppia inizia a entrare nel vivo delle vita matrimoniale. In questa fase, possono emergere alcuni aspetti che prima non erano emersi o se emersi, si pensava che col matrimonio, sarebbero venuti meno, uno di quelli più diffusi riguarda il passaggio dal ruolo di figlio a quello di coniuge. Inconsapevolmente si mantengono nella coppia dei comportamenti che sono stati condizionati dal proprio vissuto rispetto alla famiglia d’origine; per esempio la moglie si aspetta che il marito abbia rispetto a lei dei comportamenti simili a quelli che il proprio padre ha avuto con la madre e con lei, oppure il marito che nella sua famiglia ha rivestito spesso un ruolo paterno per via di un padre assente, anche nella coppia tenderà a fare il padre con la propria moglie, favorendo uno sbilanciamento di potere nella coppia.

Questa confusione di ruoli, confini e aspettative mal soddisfatte, può generare a lungo andare delle situazioni di squilibrio e stati di crisi, che se affrontate correttamente, possono aiutare la coppia a crescere e a ridefinirsi, invece se non risolte, possono portare ad uno stato di continuo malessere e insoddisfazione che può risolversi con la separazione. Il matrimonio secondo quanto affermano Malagoli Togliatti e Lubrano Lavadera (2000) può essere definito come il risultato di un continuo e delicato lavoro di costruzione, mediazione e traduzione dei desideri e bisogni individuali, delle storie e culture di entrambe le famiglie e di tutte quelle norme, dei valori e dei vincoli sociali del contesto socio-culturale di appartenenza.

Alla luce di quanto detto, riuscire a mettere a fuoco, i fattori che possono generare malessere nella vita pre e post-matrimoniale, dà la possibilità di avere maggiori elementi su cui riflettere per poter migliorare la riuscita del proprio matrimonio. Se la coppia da sola non è capace di effettuare questa analisi, perché emotivamente coinvolta o incapace di avere gli strumenti per poter modificare alcune modalità relazionale disfunzionali, può chiedere aiuto ad uno psicoterapeuta competente in terapia di coppia, che li aiuterà a trovare il giusto equilibrio per poter andare avanti serenamente.

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