E' geloso fino all'ossessione nei miei confronti e pensa sempre che io lo tradisca

Andrea

Salve, sono una ragazza di 24 anni e vi scrivo perchè sto vivendo una situazione di sofferenza legata alla mia relazione con un ragazzo di 23. Lo conosco e ci frequentiamo da 6 mesi, e in questo tempo ho avuto modo di conoscerlo, ma ancora ad oggi non posso dire di conoscerlo perchè non riesco a capire i suoi comportamenti. Innanzitutto è una persona che parla molto poco di sè e fa fatica a esternare quello che sente davvero dentro, rimane sempre alla superficie dei suoi sentimenti, e in generale è piuttosto silenzioso. Io cerco di parlare con lui ma pare proprio che non voglia affrontare i suoi problemi e i suoi dolori, perchè le sue reazioni sono violente, o a volte menefreghiste, come se non si trattasse di lui ma della vita di qualcun altro. So che la sua infanzia è stata dolorosa, fino ai 9 anni ha vissuto in una famiglia in cui il padre picchiava la madre, strillava in casa rompendo oggetti, muri, o faceva uso di cocaina davanti al figlio con gli amici; è stato anche picchiato per punizione del padre. Poi i suoi genitori si sono separati ed è rimasto con la madre, che però a 13-14 anni l'ha lasciato a vivere da solo per andare a vivere con un nuovo uomo in un'altra città vicina facendogli visita ogni tanto. Lui ha lasciato la scuola e ha iniziato a lavorare. Verso i suoi genitori mostra rancore e dolore, ma rispetto e anche devozione, specie per il padre, nonostante i loro rapporti siano quasi inesistenti. Ogni volta che deve vedere il padre è ansioso e nervoso e pronto al litigio con me per qualsiasi scusa. E con la madre cambia atteggiamento e diventa docile e mansueto. Così fa con i genitori, ma con le persone esterne e che non conosce è ipercritico, irritabile e spesso attaccabrighe e pronto al diverbio per qualsiasi cosa, anche solo per essere stato guardato. E' come se provasse rabbia per ogni essere umano, eppure cerca proprio i posti affollati e rumorosi. E' geloso fino all'ossessione nei miei confronti e pensa sempre che io lo tradisca, dicendo di essere stato tradito da tutte le ragazze con cui è stato. Fa fatica a conoscere nuove persone, perchè si sente sempre minacciato da esse, o entra forzatamente in disaccordo, o diventa scortese, o menefreghista. Però ha un suo gruppo di amici con cui è cresciuto, ma che lo ha portato più che altro a "eccedere": persone orientate al farsi del male o a farne agli altri; "ragazzate" pesanti o violente, droghe pesanti e luoghi come stadio-discoteche-skin. Anche lui ha fatto uso di droghe (ecstasy, cocaina e acidi) e ha passato questa fase "rabbiosa", e tuttora credo che questo tipo di cose lo divertano, anche se ha abbandonato l'abitudine delle droghe pesanti per darsi alle leggere. Il fatto è che io sono innamorata di lui perchè è una persona allo stesso tempo delicata e gentile, affettuosa, premurosa, che cerca di dimostrare in tutti i modi che mi ama. Ma questo solo in certi momenti, o periodi. La nostra storia va avanti con 3 giorni di litigi e 2 di amore folle, alternati. Non esistono vie di mezzo, o tutto o niente, o si fida di me ciecamente o non accetta neanche che rivolga parola a qualcuno (se uomo), o sono la donna della sua vita e vuole vivere tutta la vita con me o mi odia e mi disprezza (anche a parole molto pesanti e gratuite, senza fondamento),ogni aspetto della nostra storia è a due estremi che si alternano continuamente per periodi più o meno lunghi. C'è incoerenza in tutto questo, esagerazione per dettagli piccolissimi di vita che diventano importantissimi e vitali tanto da farci arrivare quasi a lasciarci ogni volta per poi rifare pace nel momento di razionalità e stare benissimo insieme di nuovo. Sono come dei picchi, ma basta nulla per scatenarli, le sue reazioni sono imprevedibili e teatrali, spesso violente e il più delle volte per cose impensabili. C'è come la volontà di creare i problemi, facendoli crescere man mano, e in quei momenti sembra che sia in lotta contro di me, ogni cosa (e questa è una sua inclinazione) viene detta e fatta in senso distruttivo anche se non coscientemente o appositamente, e la cosa che importa è sconfiggere il nemico, che in questo caso sarei io; ma il fatto è che i discorsi per sostenere queste liti sono incongruenti, non portano a nulla, tolgono solo energie e a volte si contraddicono o non sono reali. Si sente sempre criticato da me, addirittura quando cerco di parlargli di come mi sento o della nostra storia lui sente in queste parole (che sono solo espressione dei miei sentimenti!) una minaccia e una critica (è molto sensibile e insicuro). Io non so davvero come devo comportarmi, sia per non soffrire io perchè comunque sono coinvolta emotivamente, sia perchè sento che lui non sta bene e vorrei aiutarlo e non so come. E' come stare con due persone diverse contemporaneamente, angelo e diavolo coesistono in lui, quando è "angelo" è la persona che amo e che mi attrae, ma il "diavolo" represso è sempre in agguato e fa di tutto per allontanarci. Il fatto è che tutto questo avviene senza il suo controllo, senza la sua volontà, e spesso è depresso e si isola anche dagli amici per questo (ma anche apparentemente senza motivi). A me sembra di impazzire a mia volta, perchè non riesco a stare in equilibrio tra queste sue altalene e visioni distorte e pessimistiche della vita; ma so che mi ama quanto io lo amo, e fa di tutto per dimostrarmelo a modo suo, il suo amore per me è sincero. Mi è venuto il dubbio che possa soffrire di qualche disturbo psichico, perchè non è normale questo suo comportamento. Ma ad ogni modo, quello che mi interessa è capire se posso trovare un approccio migliore con lui, come posso migliorare questa situazione, perchè è veramente pesante e ne soffro doppiamente perché non ho una stabilità emotivo-affettiva così. Grazie fin da ora.

15 risposte degli esperti per questa domanda

La tua domanda di aiuto è sicuramente complessa. Da quello che dici sembra che il tuo problema sia l'estrema diffidenza del ragazzo con cui stai vivendo questa storia. Diffidenza che si esplica in gelosie, e sensazioni di ipercriticismo. Inoltre mi pare di capire che la vostra storia si anima di due vissuti all'estremo: idealizzazione o svalutazione. Mi pare di capire che vorresti aiutarlo perchè nei suoi momenti buoni tu vivi bene. Ma la domanda che mi pongo e che ti propongo è questa: come ti senti a vivere secondo le sue priorità umorali? Perchè sembra che tu lo immagini vittima di stati emotivi che gli piovono dal cielo e che lui "vittima del destino avverso" non possa che essere posseduto da dimensioni angeliche o demoniache. Forse se riuscissi a vederlo come una persona e non come un "posseduto" potresti iniziare a chiedergli un rapporto reale di scambio. Deresponsabilizzandolo completamente, mi chiedo: perchè ci stai insieme? Perchè se non dipende da lui l'odio che prova verso di te, non dipende da lui neanche l'amore che prova per te. Parli di droghe pesanti e leggere, di amici trasgressivi e di un mondo fatto di litigi e rabbie. La sensazione che ne deriva da questo campo di battaglia è che tenti di fare la crocerossina e cerchi uno psicologo disposto a guarire il sofferente fidanzato. Il consiglio che ti posso dare è: cerca di rivedere le tue priorità, e se possibile chiediti quale funzione svolgi all'interno del rapporto. Perchè credo sia molto dura vivere all'ombra delle esigenze di una altro. Anche e anzi soprattutto quando si ama. Cordiali saluti
Andrea, la persona, da lei descritta, sembra essere affetta da bipolarismo. Essendo una persona che vive la propria quotidianità attraverso sentimenti totalmente opposti. Ha una storia dove i controsensi sono stati fin dalla sua nascita elementi quotidiani, un padre tossico che dava al figlio un messaggio di totale sottomissione e sudditanza in alcuni momenti per poi dimostrarsi furente, aggressivo. La madre è stata per un certo periodo l'unico oggetto amato che gli dava stabilità in quella totale instabilità ; lo ha abbandonato preferendo un'altro uomo, non tenendo conto dei suoi sentimenti. Tutto ciò lo manifesta attraverso questo amore ossessivo e violento ( dopo l'abbandono materno ha perso la capacità di relazionarsi con il femminile di cui ha bisogno ma non ha fiducia e stima). Risolvere una situazione così complesso prevede l'aiuto terapeutico e forse anche farmacologico. Provi a coinvolgerlo in una terapia di gruppo, ponendola come un percorso che aiuti entrambi a far sviluppare più correttamente il vostro rapporto affettivo.
Salve Andrea, in queste tue righe ho letto tanta sofferenza e tanto coinvolgimento. La volontà di andare avanti migliorando la situazione e il tentativo fermo e deciso di trovare quantomeno la stabilità. Sai moltissime cose del tuo ragazzo e pertanto deduco che il tuo interesse sia stato fino ad oggi importante e sincero. Mi sento di farti una sola osservazione nella speranza che in qualche modo possa aiutarti a chiarire le tue idee e darti una mano, anche piccola, in questa difficile situazione. Tu vuoi la tua stabilità emotiva, ma parli dei suoi problemi. Tu parli dei suoi problemi ma chiedi come puoi cambiare tu. Ti poni come se tu dovessi cambiare o come se il tuo cambiamento potesse realmente essere determinante. Mi sento di dirti che i suoi problemi dovrà affrontarli lui prima di ogni altro, con motivazione e determinazione, tu potrai fare lo stesso per i tuoi problemi ma non per i suoi. Potrai dargli una mano, sostenerlo, ma questo avrà effetto solo se lui vorrà realmente e sinceramente lavorare su di sé. Da quel che scrivi deduco che sei legata e ti dichiari innamorata di una persona che evidentemente non ti rende felice, non ti dà quella stabilità che senti necessaria. Penso che dovresti guardarti dentro, pronta ad osservare anche le parti più sofferenti, e chiederti se questo è il tipo di relazione che vuoi, se questo è il tipo di uomo che può renderti felice, se la soluzione giusta è quella di adattarti a lui e cambiare te stessa oppure ci sono anche altre risposte a queste domande. Anche tu hai diritto alla stabilità emotiva, alla serenità ed alla felicità, non è un egoismo cercare il proprio benessere, è un egoismo toglierlo agli altri. Nella speranza di averti dato qualche utile spunto di riflessione ti faccio un sentito in bocca al lupo. Ciao
Salve Andrea, in queste tue righe ho letto tanta sofferenza e tanto coinvolgimento. La volontà di andare avanti migliorando la situazione e il tentativo fermo e deciso di trovare quantomeno la stabilità. Sai moltissime cose del tuo ragazzo e pertanto deduco che il tuo interesse sia stato fino ad oggi importante e sincero. Mi sento di farti una sola osservazione nella speranza che in qualche modo possa aiutarti a chiarire le tue idee e darti una mano, anche piccola, in questa difficile situazione. Tu vuoi la tua stabilità emotiva, ma parli dei suoi problemi. Tu parli dei suoi problemi ma chiedi come puoi cambiare tu. Ti poni come se tu dovessi cambiare o come se il tuo cambiamento potesse realmente essere determinante. Mi sento di dirti che i suoi problemi dovrà affrontarli lui prima di ogni altro, con motivazione e determinazione, tu potrai fare lo stesso per i tuoi problemi ma non per i suoi. Potrai dargli una mano, sostenerlo, ma questo avrà effetto solo se lui vorrà realmente e sinceramente lavorare su di sé. Da quel che scrivi deduco che sei legata e ti dichiari innamorata di una persona che evidentemente non ti rende felice, non ti dà quella stabilità che senti necessaria. Penso che dovresti guardarti dentro, pronta ad osservare anche le parti più sofferenti, e chiederti se questo è il tipo di relazione che vuoi, se questo è il tipo di uomo che può renderti felice, se la soluzione giusta è quella di adattarti a lui e cambiare te stessa oppure ci sono anche altre risposte a queste domande. Anche tu hai diritto alla stabilità emotiva, alla serenità ed alla felicità, non è un egoismo cercare il proprio benessere, è un egoismo toglierlo agli altri. Nella speranza di averti dato qualche utile spunto di riflessione ti faccio un sentito in bocca al lupo. Ciao
Le risposte del ragazzo, “intemperanza e distorsione della realtà” non sono adattive ma probabilmente sono dovute anche al fatto che lei minimizza aspetti per lui molto importanti “soggettività interpretativa”, ciò potrebbe essere vissuto come provocazione e dar luogo a una risposta aggressiva. Potrebbero essere presenti altri aspetti che riguardano l’uso eccessivo di alcune modalità difensive come ad esempio l’isolamento (delle emozioni) visti i trascorsi infantili, un’immagine sociale ego distonica visti i trascorsi familiari e altri aspetti che andrebbero approfonditi e valutati come meriterebbero. Ciao
Mi dispiace se sarò un pò dura e diretta nella risposta, ma credo che non ci sia altro modo per affrontare temi come quelli che porti tu. Rispondo subito alla tua ultima domanda: "Cosa puoi fare tu per aiutarlo e aiutarvi in questa situazione?" Nulla purtroppo! Da quel che leggo nella tua e-mail i vostri problemi di coppia non sono che il risultato di problemi personali del tuo compagno. L'unica soluzione: che lui decida di intraprendere un percorso terapeutico che l'aiuti ad affrontare il suo passato ed a trovare un nuovo equilibrio con se stesso e poi con gli altri, te compresa. Ma chi può dirgli di farlo? Nessuno, neanche tu. A certe decisioni ci si deve arrivare da soli, quando si guarda la propria vita e ci si rende conto che non è come vorremmo e ci da solo sofferenza e insoddisfazione. Da quel che dici mi sembra ancora lontano da una simile consapevolezza e ancora molto invischiato nei suoi circoli viziosi e turbinio di emozioni. Ma quel che mi preoccupa è che tu ti sia fatta coinvolgere in queste cose. Al di là di lui e dei suoi problemi, che mi dici di te? Forse dovresti perdere del tempo non solo per parlare di lui ma anche di te stessa e di che idea di amore ti sei fatta, perchè ciò di cui parli tu non gli assomiglia molto. Stai attenta a non confondere le forti emozioni e le altalene che ti intrappolano in questo modo, con sentimenti più profondi, sinceri e costanti, che probabilmente non hai ancora conosciuto e che purtroppo questa persona al momento non ti può dare. Stai correndo un grande rischio accanto a questa persona ed il mio suggerimento è di esporgli chiaramente come stai, cosa provi, quali sono le tue paure, le sofferenze, i desideri e le aspettative che hai di un rapporto ed esporgli ciò che pensi del suo stato attuale e dell'ipotesi di intraprendere un percorso terapeutico. Dopo di che dovresti solo allontanarti e lasciargli il tempo e la possibilità di fare una scelta per se stesso e per intraprendere il suo cammino, qualunque esso sia e dovunque lo porti. Al momento non puoi fare altro, di sicuro non puoi aiutarlo tu a superare i suoi problemi, proprio perchè sei coinvolta. Forse lui un giorno potrà diventare la persona che tu vedi nella sua potenzialità, ma non ora, ci vuole tempo ed un certo cammino sulla strada giusta. Lascialo andare per la sua strada e nel frattempo ritrova tu il tuo equilibrio e un pò di amore per te stessa. Anche questa è una dimostrazione di amore. Probabilmente non mi crederai e non riuscirai a prendere una decisione tanto dura e lo capisco, per questo ti auguro buona fortuna e ti offro il mio appoggio incondizionato. Continua a scrivere se ne avrai bisogno.
Gentile Andrea, leggendo la tua lunga mail devo ammettere di essere un po' preoccupata per te e per la tua situazione. Non ho capito se quando parli del fatto che, il tuo ragazzo, diventa violento ti riferisci solo a parole o se ti picchia anche. Comunque non puoi salvare il mondo e nemmeno devi farlo. Tu puoi spiegare al tuo ragazzo che ha bisogno di aiuto ma se lui non lo vuole accettare non puoi costringerlo. Invece tu potresti aiutare te stessa cercando di fare un percorso che ti aiuti a capire come mai ti trovi in questa situazione e come puoi uscirne. Se vuoi incontrarmi per parlarne puoi contattarmi al numero 3477412585 oppure allo 051478636. Aspetto tue notizie, intanto cerca di passare un buon fine anno!
Cara Andrea, mi pare che i colleghi e le colleghe che ti hanno risposto ti abbiano dato parecchi spunti di riflessione, che sostanzialmente condivido. Per non essere ripetitivo ti ribadisco sinteticamente pochi punti: Nella relazione si è in 2, e in particolare ci sei anche tu. Non credo ti debba andare per forza bene tutto dell'altro, perchè così rischi di annullarti nella relazione anzichè arricchirti. E i tuoi bisogni? Riesci a vederli, riconoscerteli e pretendere (sì, pretendere) che siano visti e riconosciuti anche da lui? In una situazione come quella che descrivi pensare di riuscire a "non soffrire" mi sembra purtroppo impossibile: renditene conto e valuta anche questo. L'uso di droghe, anche se leggere, può contribuire moltissimo a variazioni di umore, di impulsività, di rabbia, di pensieri paranoidi sugli altri, ecc. Il "non esistono vie di mezzo, o tutto o niente" sai di chi è tipico? Dei bambini! Le persone "adulte", cioè sufficientemente mature, sono in grado di essere più flessibili, perchè nella realtà della vita tra il tutto e il niente ci sono infinite possibilità e sfumature. Questo ragazzo ha sicuramente problemi di immaturità emotivo-affettiva, sappilo con chiarezza, perchè se è immaturo potrà amare da immaturo, non in altro modo. E sicuramente non potrà darti la stabilità e sicurezza che dici di cercare. Sì, avrebbe bisogno di essere aiutato a "crescere", cioè un percorso di tipo psicoterapeutico, che però non si può imporre, deve essere lui a deciderlo. Tu su questo non puoi aiutarlo, se non decidendo con chiarezza (dentro di te prima di tutto) che atteggiamento e posizione tenere. Ed eventualmente chiedendo tu un aiuto in un tuo percorso psicologico, se ti senti in difficoltà a fare questo tipo di scelte. Ti saluto con simpatia, se ti può essere utile scrivimi pure.
Salve Andrea mi permetto di darle una risposta parziale e comunque più intuitiva che descrittiva. Probabilmente pensa che capire un ragazzo sia cosa facile al giorno d’oggi (ciò vale anche per l’altro sesso), e che ciò possa essere realizzato in 6 mesi di frequentazioni più o meno saltuarie .. in ambienti più o meno “intimi”. Probabilmente pensa che sia facile affrontare le difficoltà degli altri e che per gli altri sia altrettanto facile aprirsi a lei come se lei fosse un osservatore neutro. Probabilmente pensa che la conoscenza di un altro passa per la conoscenza e condivisione dei problemi dell’altro. Si tratta di possibili credenze che astraggo dal suo scritto e volutamente amplifico e forse un po’ deformo. Sia nel caso che la sua risposta sia più o meno affermativa alle proposte di cui sopra, sia nel caso non lo sia, va bene uguale, mi serviva far emergere in lei delle domande, più che darle delle risposte. Le faccio sin d’ora i miei complimenti per la lettura del comportamento del suo partner, e anche per la caparbietà con cui mantiene la storia di cui ci scrive. Certo è che darle dei consigli mi pare veramente difficile, perché la situazione è in sé difficile. Ciò che lei segnala per sé (eccessi ed opposti emotivi) è senz’altro giustificato da ciò con cui si confronta, da ciò con cui ha a che fare (eccessi ed opposti nella relazione con un ragazzo e suoi comportamenti e frequentazioni). Se da un lato lei si propone con un certa coerenza, dall’altra le arriva
Andrea un consiglio rapido, sintetico e brutale che forse non ti piacerà... la storia di questo ragazzo parla per lui, è fatta di abusi e maltrattamenti, di rabbia e rancore, di dolore e assenze, di sofferenza e tradimenti. Come pensi di poter costruire una relazione tranquilla e serena con una persona malata e fortemente disturbata? Decidi tu cosa preferisci regalarti e avere dalla vita. Ciao e auguri
Dott.ssa Maria Alecci

Dott.ssa Maria Alecci

Catania

La Dott.ssa Maria Alecci offre supporto psicologico anche online

La parola che ricordo di più dal tuo resoconto è "nemico". Il punto è individuare il nemico che non è lui, ma la comunicazione, la vostra comunicazione. O si vince entrambi o si perde entrambi
Carissima Andrea, Ho dato una veloce lettura alle risposte che miei colleghi ti hanno dato. Tutti, giustamente, evidenziano la difficoltà (gravità) della situazione che stai vivendo e che tu denunci a noi. Il tuo ragazzo ha sicuramente, ed urgentemente, necessità di affrontare una terapia. Il vero problema, attualmente, è la sua presa di coscienza in tal senso: lui deve sapere che il proprio stato emozionale, le proprie percezioni, il proprio modo di pensare, tutto, è fortissimamente condizionato dalla propria storia. Deve essere accompagnato da un terapeuta verso e dentro a un percorso che gli consenta elaborazioni, introspezioni, conoscenze nuove ecc. ecc. Insomma una psicoterapia (non mi dilungo). In questa fase, il problema vero è la nascita, in lui, di un a tale presa di coscienza. Senza di che, nulla è fattibile. Ma lavorare in tale direzione significa già costruire un percorso. Puoi farti aiutare da qualche psicoterapeuta, o anche muoverti da sola, affidandoti (e fidandoti) della tua forza interiore, ampiamente dimostrata nella tua lettera. E stai attenta: la situazione è difficile e pesante. Non puoi lasciarla cosi. Lavorarci su, significa capire se è modificabile o no. Significa capire se il tuo ragazzo è disponibile al cambiamento o no. E, quindi, trarre le dovute conclusioni. La forza dell’amore può fare grandi cose. Auguri.
Ciao Andrea, ho letto attentamente ciò che hai scritto. Sicuramente la tua situazione è molto complessa, vivi una storia d'amore che da come dici te, ti dà tante emozioni ma che alla fine te ne toglie tante altre, forse ti impedisce anche di vivere serenamente la tua vita quotidiana, e quindi mi chiedo quanto può andare avanti una storia così. A come dici te sembra che il tuo fidanzato abbia bisogno di usare te per sfogarsi e liberarsi delle sue ansie, ma sopratutto delle sofferenza. Purtroppo ha avuto un'infanzia molto difficile e te non puoi aiutarlo totalmente. Mi sembri una ragazza molto responsabile però devi capire che già la tua presenza e il tuo amore lo aiutano però per quanto riguarda le altre problematiche, devi cercare di convincerlo a farsi aiutare. Sicuramente ha bisogno di una terapia individuale, solo così può cominciare a liberarsi del suo passato. Hai mai proposto a lui di farsi aiutare? Pensaci.
La situazione è complessa forse uno Psicoterapeuta vi potrebbe seguire e aiutare ne vale la pena per tutti e due anche se non doveste stare insieme.
Forse non ti farà piacere quello che scriverò..... prova a domandarti perchè ti sei innamorata di una persona così problematica.....non puoi fare tu da analista e capirlo non puoi fare la crocerossina....è lui che deve riconoscere che ha bisogno di fare un percorso di crescita e risolvere i suoi problemi... un abbraccio