Ho una relazione d’amore molto complicata

Naomi

Vi scrivo perché ho bisogno d’aiuto. Vi racconto in breve i miei disagi. Ho conosciuto il mio attuale ragazzo due anni fa, su Facebook.

Ci siamo follemente innamorati, tant’è che siamo in breve andati a vivere insieme. Mi sono trasferita io nella sua città, ho lasciato la mia famiglia, i miei amici e le mie abitudini, per vivere con lui la nostra storia d’amore.

Lui è Campano, mente io sono Umbra, non c’è una grande distanza geografica, ma spesso non sono potuta tornare dalla mia famiglia, perché lui essendo molto geloso, non mi lascia partire da sola. Questa è solo una delle tante problematiche che la sua forte gelosia provoca. Il primo anno abbiamo vissuto a casa dei suoi, io aspettavo lui che tornasse da lavoro. Pur se i suoi genitori sono persone splendide, io mi ero trasferita con l’intento di stare con lui, avendo già una meravigliosa famiglia, non avevo bisogno di sostituirla.

Fatto sta, che per il forte amore che provavo per lui, non ho potuto cercare un lavoro, perché anche in questo caso, la sua gelosia verso di me, mi ha vista costretta ad aspettare, che il suo titolare, trovasse un posto per me, nella sua azienda, in modo da poter lavorare insieme, così che, la sua gelosia si fosse placata. Ora lavoriamo insieme, e viviamo da soli. Io ho rinunciato al lavoro dei miei sogni, xchè ho dovuto adattarmi a questo, per soddisfare la sua necessità.

Nel primo anno insieme, dai suoi , lui non rispondeva alle mie esigenze economiche, pensava ai suoi bisogni. A me pensavano i suoi genitori. La cosa mi pesava, mi sentivo in trappola. Avevo le mani legate, e quando provavo ad esporre i miei problemi, finivamo per litigare profondamente ... tant’è che preferivo soffrire dentro, pur di non perderlo.

Sembra che senza di lui non posso più vivere, sembra io sia dipendente da lui. Vi chiederete perché ... e io rispondo, che quando siamo insieme stiamo talmente bene, da non sembrare quasi vero! Una grande passione, una grande affinità, quasi due calamite che hanno difficoltà e dolore nello staccarsi. Allora xchè lui continua a non fidarsi di me? Lui fa il lavoro dei suoi sogni, vede la sua famiglia, sta studiando una nuova facoltà, per realizzare un progetto più grande. Io nonostante la felicità che provo nel vederlo realizzarsi, ho la solita routine. Cucina, lavoro che non mi gratifica, pulizie di casa, e l’allenanento in palestra, ovviamente insieme. Siamo atleti, di uno sport che ci accomuna, pur per questo inizialmente ci siamo presi in sintonia. Ma tante cose non vanno. Oltre alla tirchieria nei miei confronti, a livello economico, mi vedo costretta ad una vita che non mi gratifica come desidero. Mi sono persino cancellata dai social, perché anche lì, decideva cosa dovessi o non dovessi fare. Un giorno è accaduta una cosa orribile. Ero in ritardo per andare a lavoro, la cosa è degenerata, in auto abbiamo discusso, lui mi ha dato della puttana, alchè io dalla rabbia, pur sbagliando, gli ho mollato uno schiaffo.

L’avessi mai fatto!!! Mi ha tirato tutti i capelli, fatto un livido sul braccio, mentre urlavo disperata, lui insensibile continuava, finché non mi ha buttata fuori dall’auto, mentre pioveva. Volevo lasciarlo, stetti dai suoi genitori, per calmarmi e ragionare. Ero nel panico, la nostra storia doveva finire, ma io lo amavo troppo e mi sentivo morire dentro senza lui. Come se avessi cancellato quei ricordi orribili, e messo dinanzi solo quelli belli; le vacanze, i baci le parole d’amore, il nostro voler fosse per sempre, io in questa convinzione gli scrissi una lettera, nel quale dicevo di aver perdonato il suo gesto e di saper che lui non è una persona violenta. Difatti non era mai stato violento con le mani, ma a parole lo era stato più d’una volta! Adesso stiamo bene, e pur se lo amo da morire e non riesco ad immaginarmi senza lui, non riesco ad essere felice. Scusate il poema. Ho parlato con mia sorella, ed una mia amica. Loro mi dicono di lasciarlo al più presto. Ma come ripeto, al momento che realizzo la mia vita senza lui, sto male da morire, nel vero senso della parola!! Aiuto

9 risposte degli esperti per questa domanda

Gentile utente, mi spiace per la situazione in cui si trova, mi rendo conto di quanto debba essere difficile per lei prendere una decisione così importante dopo tutti i sacrifici e i cambiamenti che è stata disposta a fare nel tentativo di fare funzionare questa relazione. E forse questo è proprio il nodo cruciale, in tutto il suo racconto non c'è una frase che parla di lei come persona separata e indipendente che invece rappresenterebbe il primo e unico punto da cui partire. Le consiglio di iniziare un percorso psicologico che la aiuti a scrutare meglio e con maggiore amore dentro di sè. Cordiali saluti.

Cara utente,

Sicuramente siete entrambi molto innamorati l'uno dell'altra ma c'è un confine sottile tra l'amore e la possessione. Il superamento di te confine, spesso, provoca il confondersi delle due persone (nel senso di "fondersi con"). 

Dalle tue parole evinco uno stato di smarrimento che ti spaventa e lo comprendo. Credo che tua sorella e la tua amica tengano molto a te e non vogliano che ti accada a di male ma immagino quanto per te sia difficile prendere una decisione così drastica, cioè lasciare il tuo compagno. È difficile non solo per il sentimento che vi lega ma anche per il fatto che, in questo tempo, hai conformato la tua vita alla sua e ora non sapresti da dove ripartire. 

Il consiglio che posso darti è quello di suggerire al tuo compagno una terapia di coppia e iniziare a lavorare insieme sulle tue difficoltà e insoddisfazioni e sulle modalità di comunicazione che avete nella coppia. Passo dopo passo, insieme o da soli, potrete ricostruire.

 

Cara Naomi,

la sua lettera mi ha messo una grande tristezza.

Non credo vi siano consigli che lei possa accettare: qualsiasi lavoro psicologico da fare non prescinde dal fatto di lasciarsi alle spalle una storia così deprivante per la sua crescita personale.

A volte si incontrano uomini che hanno un effetto magnetico, è vero. Ma i loro problemi sono così importanti da impedire un fluire nel mondo, in un libero cercare. E' un uomo malato, lei già lo sa, non ha bisogno di sentirselo dire da noi.

Auguri.

Buon pomeriggio Noemi!

Hai ragione hai scritto molto, e molto chiaramente di un amore, passami il termine, malato.

Sono preoccupata per la tua incolumità, il tuo benessere, non devi permettere a nessuno di usare alcun tipo di violenza!

Meglio stare male ora e lavorare sui tuoi tratti di dipendenza affettiva all'interno di una buona psicoterapia.

Ci sono gruppi, associazioni che si occupano di storie simili alla tua....

Tua sorella ha percepito il lato oscuro della tua storia, e credo anche tu!

Datti tempo, poi riprenditi la tua vita, la tua libertà, i tuoi interessi.

Lui dovrebbe fare altrettanto, forse lavorare sui suoi tratti disfunzionali di personalità.

Fatti seguire in terapia e valuterai, guidata da un professionista, il da farsi.

Buona fortuna. 

Cara Naomi,

la questione non è lasciarlo o meno

Il punto è la sua insicurezza e la sua bassa autostima.

Il credere di non poter trovare di meglio, e lo sforzarsi nel vedere solo il buono in una realtà che è quella che è

Lei vive un rapporto tossico, ma togliendo il male (in questo caso il suo compagno) non risolverà il problema

Se non lavora su se stessa, sulla scarsa fiducia e autostima rischia di trovare un altro uomo uguale.

Le consiglio, prima di ogni cosa, di rivolgersi ad un professionista con cui poter iniziare almeno una serie di colloqui faccia a faccia.

Per il resto le consiglio di non isolarsi, resti in contatto col suo mondo di affetti e amici. Più lei starà da sola più lui acquisterà potere 

Le auguro che possa trovare l'amore dentro lei.

Ogni uomo/donna è  degno di amore autentico, non se lo dimentichi

Saluti

Gentile Naomi,

la storia che racconta ha a che fare con una problematica psicologica di base delal personalità.

è chiaro che l’ansia, lo stress, la dipendenza, i diversi problemi psicologici di cui parla sono propriamente non un disturbo, ma i sintomi di un disturbo, che riguarda chiaramente tutta la personalità, nel presente come nella Sua storia personale.

È possibile che, con un approccio specifico alla problematica, che potremmo presumibilmente chiamare psico-educativo, si potrebbe ottenere in tempi non lunghi sia una risoluzione della problematica in questione, sia un miglioramento, di riflesso, del più complessivo stato generale d’ansia e di insicurezza.

In tal senso, una focalizzazione strategica sul sintomo e una rieducazione psicologica appaiono senz’altro adeguati.

In alternativa, una soluzione più radicale sarebbe – su tempi più lunghi - affrontare una terapia del ‘profondo’, che risolva le radici dell’ansia e della depressione e, di conseguenza, anche i suoi sintomi.

Tale approccio potrebbe in tal caso essere valido per ristrutturare le parti immature e ancora infantili della Sua personalità ed eliminare dai suoi ‘meccanismi’ quei granelli che – per così dire – ne ostacolano il corretto e felice funzionamento in direzione della crescita personale e dello sviluppo adulto della Sua identità, oltre ogni psicopatologica insicurezza e disistima.

In attesa del Suo riscontro e di domande o di richieste di chiarimenti e approfondimenti, Le invio cordiali saluti.

prof. Roberto Pasanisi
(psicologo clinico, Ordine degli Psicologi della Campania; direttore dei Dipartimenti e docente, Polo Universitario "Principe di Napoli"; Direttore, CISAT)

Buonasera,

la sua storia è molto simile a tante altre "donne che amano troppo"....o meglio che confondono la passione, l'affinità , la dipendenza con l'amore....vorrei metterla in guardia e vorrei consigliarle di fuggire gambe levate perchè tali relazioni sono altamente disfunzionali e soprattutto pericolose per la sua salute mentale ed aggiungerei per la sua incolumità fisica...mi sento da donna e da terapeuta di invitarla ad iniziare un percorso individuale di psicoterapia che l'aiuti a ricontattare se stessa ed i suoi bisogni, a ritrovare le sue passioni i suoi interessi i suoi affetti ed a mettere a fuoco quello che le sta accadendo......la gelosia, la possessività, l'isolamento sociale ed affettivo in cui si trova le impediscono di leggere lucidamente ciò che le sta accadendo...io credo che la sua priorità sia, a prescindere dall'uomo che le sta accanto e su cui non entro nel merito, lavorare su di sè, sulle sue insicurezze e ricostruire il suo mondo e la sua autonomia personale e decisionale...si rivolga con fiducia ad un terapeuta...........trovi il coraggio di chiedere aiuto ........e di tornare a vivere.....in bocca al lupo

 

Ciao, credo che la tua situazione urga un'immediata presa di coscienza. L'amore, o quello che talvolta chiamiamo tale, non ha ragione di esistere se non c'è rispetto reciproco. La sua gelosia, il senso di possesso mi fanno pensare piuttosto a problematiche legate alla sfera identitario, alla stima di sè ecc... Ma è di te che devi occuparti, fare un bel lavoro di introspezione e chiederti perchè accetti così tante cose che non ti piacciono in nome di una relazione d 'amore.

Non credo che la vostra storia possa cambiare, a meno che non iniziate un percorso di psicoterapia, sia da singoli che in coppia, ovviamente con terapeuti diversi.

A volte le storie parlano più di mille parole, prova a guardare il film -Ti do i miei occhi- è del 2005 e mi pare che possa darti una mano a comprendere. A volte l'amore non basta.

Dott.ssa Rosanna Bertini

Dott.ssa Rosanna Bertini

Pisa

La Dott.ssa Rosanna Bertini offre supporto psicologico anche online

Salve Naomi,

Dal suo racconto emerge una chiara visione di sé come una persona fragile e dipendente. 

Ognuno di noi è in qualche misura dipendente dagli altri, tutti noi abbiamo bisogno di approvazione e ammirazione per avere una buona autostima.

A volte però questa dipendenza può arrivare ad una forma estrema diventando patologica e non riuscendo a distinguere quando l'amore dell'altro diventa una forma di controllo.

La relazione viene vissuta come indispensabile e necessaria, indipendentemente dalle condizioni che l'altro pone o pretende.

L'importanza attribuita all'altro è talmente forte da annullare se stessi, da non ascoltare i propri bisogni e le proprie necessità.

La fragilità però è solo un'idea, un modo che abbiamo imparato a guardarci nel tempo. Nel momento in cui siamo disposti ad abbandonare quest'idea, attraverso un adeguato percorso, riusciremo a diventare più autonomi e sicuri di noi, riprendendo in mano la propria vita.

Le auguro di trovare al più presto la forza e la volontà di fare qualcosa per se stessa. Nel caso in cui decidesse di farlo, sarei felice di darle una mano.

Dott.ssa Joanna Magdalena Niemiec

Dott.ssa Joanna Magdalena Niemiec

Caserta

La Dott.ssa Joanna Magdalena Niemiec offre supporto psicologico anche online