Marito con ansia dice di non amarmi più

Valentina

Buongiorno, io e mio marito stiamo insieme da 11 anni e da quasi due siamo sposati. Non abbiamo mai convissuto prima del matrimonio ma abbiamo sempre avuto un rapporto saldissimo, di completa fiducia e intesa, ci vedevamo tutti i giorni e spesso dormivamo a casa mia o a casa sua. Per tutti siamo sempre stati la coppia modello. Abbiamo anche lavorato insieme per un periodo: prima in un bar e poi nella sua azienda di famiglia per pagarmi gli studi. Abbiamo scelto di sposarci di comune accordo, è arrivata poi la proposta e così il matrimonio. Abbiamo una casa acquistata grazie a un mutuo cointestato. Siamo sempre andati d’accordo tranne su un punto: il fumo. Mio marito ha sempre fumato qualche sigaretta a settimana ma mai in mia presenza in quanto sa che lo detesto. Appena sposati ha subito un intervento al cuore per una patologia ereditaria, questo è stato l’evento scatenante del mio concentrarmi nel farlo smettere di fumare. Mi ha chiesto un figlio ma io non ero ancora pronta: lavoro nuovo da 8 mesi, tante spese appena sostenute, convivenza appena iniziata, insomma tante novità tutte insieme. Si sono poi aggiunti, sempre nello stesso periodo, investimenti economici importanti nella sua azienda (un passo per lui ambizioso quanto necessario e allo stesso tempo preoccupante dal punto di vista finanziario), attacchi improvvisi di ansia, reflusso gastrico che si porta dietro da 3-4 anni poi sfociato in una piccola ernia ietale, nervosismo e stress. Da qualche mese mi dice che mi vede più come una sorella o un’amica, che mi vuole un gran bene (talvolta dice di amarmi) e farebbe qualsiasi cosa per me ma manca quella scintilla e quella complicità che c’era tra di noi. Si è messo a fumare anche 15-18 sigarette al giorno, nonostante mi abbia sempre promesso che un giorno avrebbe smesso, anche in previsione di una gravidanza. Mi accusa di fargli da madre dicendogli cosa fare e non fare per i suoi vari problemi (non fumare, non bere troppo, non mangiare cose che lo fanno star male, ecc.). Ma io lo faccio per il suo bene! Anche perché lo trovo spesso leggero e un po’ infantile, sembra non capire che così si fa solo del male e non risolve i suoi problemi. Dice che con me non si sente libero di essere se stesso e a volte si annoia quasi, vorrebbe essere amato per quel che è. Lui sa quanto lo amo, il problema è che forse lui non è più innamorato di me. Ci sono giorni in cui è rilassato e mi dimostra, oltre a dirlo, che mi ama. Altri in cui è in ansia e mi chiede del tempo per fargli capire come ritrovare in noi quel quid in più che arricchiva la nostra relazione. Tre giorni fa mi ha chiesto di dargli 4 o 5 giorni per cercare di fare chiarezza. È andato da sua madre chiedendomi di non cercarlo, non vuole contatto (seppur si sia reso disponibile per qualunque esigenza/emergenza). Sua madre dice che piange spesso, è malinconico e confuso, gli manca la voglia di lavorare oltre ad avere i nervi a fior di pelle sul lavoro. Da mesi gli consigliavo un supporto psicologico che ha intrapreso due settimane fa (per ora due sedute). Dice di avere l’ansia per il lavoro, non ha più voglia di impegnarsi (imprenditore), di non aver più stimoli e di essere apatico. Le persone che gli creano ansia siamo io e la sua famiglia perché tendiamo a dirgli cosa fare e cosa no. Dice quindi che il suo allontanamento da me è stato una conseguenza del mio comportamento oppressivo e di non a accettazione di lui. Avrò sbagliato sicuramente i modi, ho le mie colpe anche io. Ma mentre io ho completa fiducia nel recuperare il rapporto, lui sembra titubante. Non so se la causa del suo disinnamoramento sia dovuto a depressione o esaurimento con conseguente calo di sentimento oppure semplicemente non mi vuole più e l’ansia di lasciarmi e di ammettere questo fallimento amoroso sia la causa principale del suo malessere. Quando tornerà gli proporrò sicuramente un percorso psicologico di coppia. Esternamente voi cosa ne pensate? Grazie!

2 risposte degli esperti per questa domanda

Salve Valentina, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo il disagio che può sperimentare e quanto sia impattante sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stessa utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL

Dott. Francesco Damiano Logiudice

Dott. Francesco Damiano Logiudice

Roma

Il Dott. Francesco Damiano Logiudice offre supporto psicologico anche online

Buongiorno Valentina,

Immagino la difficoltà del momento che sta vivendo. Credo che potrebbe esserle utile un sostegno psicologico per aiutarla a affrontare la criticità del periodo ed eventualmente potrebbero valutarsi delle sedute di coppia, in caso suo marito fosse d'accordo. 

Rimango a disposizione per qualsiasi cosa,

Laura Cargnino