Ansia di coppia

luca

Buonasera, vi scrivo perché vorrei sottoporre alla vostra attenzione quello che sta succedendo.
Vivo serenamente la mia relazione con la mia ragazza da 5 anni, fino a che è arrivato il momento di decidere di fare il grande passo e decidere di andare a vivere insieme.
La cosa sinceramente non mi spaventava, finché rimaneva nel "parlato ", ma quando il momento si è concretizzato, la prima cosa che ho notato è stato un forte stato di ansia.
L'ansia in questione è veramente altalenante, perché io son contento di seguire questo percorso di vita con lei, ma comunque sento questa sensazione perennemente in allerta.
Il problema è che da quel giorno ( poco più di un paio di settimane fa ) i contatti fisici con lei mi sembrano privi di sentimento, cosa che prima non erano cosi.
Da quando è successo mi è capitato di avere prestazioni sessuali veloci e non " coinvolgenti ". La disfunzione erettile è una cosa che mi è già capitata nei periodi di ansia ( es forti litigi , cambi di lavoro ) e anche questa volta si è ripresentata ma solo per una volta ; anche se mi sembra che nel atto io non abbia una piena erezione .
Penso che queste ansie sparirebbero se dovessimo andare a vivere insieme, ma non ne sono certo quindi ponevo a voi il quesito.

A livello di salute sono un ragazzo leggermente sovrappeso , non fumo , non uso droghe , bevo solo il week end con gli amici, ma in modo moderato, anali del sangue vanno bene.

Intanto grazie.

6 risposte degli esperti per questa domanda

Caro Luca

Credo che la sua preoccupazione sia riconducibile alla paura del "cambiamento". Per quanto possa essere contento e sicuro della scelta, la convivenza è un passaggio importante all'interno di una coppia. L'ansia si manifesta con i sintomi che lei descrive e penso sia normale poter avere un po' di preoccupazione. Non escluda l'idea di poterne parlare con la sua compagna, manifestando le preoccupazioni reciproche che avete. Se permane l'ansia e la preoccupazione e tali diventano eccessive, non escluda la possibilità di consultare uno psicologo che possa (per lei o per entrambi) aiutarvi ad affrontare questo momento di passaggio.

Auguro buona fortuna

Dott.ssa Elisa Danza 

Gentile utente,

l'ansia e' un campanello di allarme rispetto a qualcosa che viviamo come 'pericoloso'.

Può essere semplicemente un pensiero, ma a volte cambiamenti di status o previsioni in tal senso, funzionano come 'trigger' attivatori di dinamiche passate non risolte legate al tipo di legame di relazione affettiva con i nostri care giver. 

Può prendere in considerazione di rivolgersi ad uno psicologo psicoterapeuta per approfondire la sua storia personale e le sue dinamiche.

A sua disposizione

Un cordiale saluto

Dott.ssa Daniela Benedetto

Dott.ssa Daniela Benedetto

Roma

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Buongiorno Luca, la sua difficoltà è semplicemente dovuta all'ansia. Un' ansia che si fa sentire dinanzi ai cambiamenti della vita. Lei sarà contento come dice di questa evoluzione della sua reazione in positivo, ma al tempo stesso ha le sue paure. Questo non è affatto una cosa strana. Bisognerebbe capire cosa le fa più paura di questo passo della vita. La domanda su come potrà andare la relazione in futuro? Il cambiamento rispetto alla sua famiglia d'origine (loro cosa ne pensano?), oppure altri dubbi? Le consiglio di chiarire a se stesso quale è l'insicurezza che sente, e di parlarne senza imbarazzo con la sua fidanzata intanto. Non ci sono problemi di sessualità.

 

Auguri, dr. Cameriero 

Salve!

La decisione di convivere è una delle decisioni più importanti che una coppia prende: segna il passaggio ad una fase successiva della relazione. Questa fase è incentrata sulla costruzione, coinvolge “ragione ed emozione”, conduce ad una crescita non solo di coppia ma anche ad una crescita personale.

Partendo da questo presupposto, consideri che ogni persona tende alla ricerca dell’autonomia. Questa è una componente fondamentale anche in una coppia infatti, al bisogno di vicinanza, quindi il voler andare a vivere insieme, coesiste la necessità di separazione per affermare la propria autonomia (espressa dall’ansia per la paura della troppa vicinanza).

Se c’è troppa distanza non può esistere una relazione, contemporaneamente se c’è troppa fusione non si può creare la differenziazione dall’altro. La differenziazione dal proprio partner è uno degli elementi chiave per una sana relazione.

La convivenza non la spaventava finché rimaneva nel parlato perché era circoscritta ad un futuro prossimo e non ad un “agito”.

Nel momento in cui si è concretizzata, Lei ha notato il crescere dell’ansia e la sensazione di vivere una situazione di allerta. Dunque, avverte una sensazione che qualcosa di non positivo possa accadere all’improvviso.

È opportuno che lei si domandi: Cosa le può accadere con questa convivenza?

Dopo aver risposto a questa domanda darà forma al suo stato di allerta e così potrà conoscerlo ed affrontarlo.

È probabile che i contatti fisici “privi di sentimento” (come Lei li ha definiti) siano una difesa del suo subconscio per mettere una “distanza”.

È probabile che quella che Lei chiama “disfunzione erettile” sia l’espressione fisica dell’impotenza nella situazione che sta vivendo: mancanza di agito dovuto a ciò che crede le possa accadere. Un po’ come il paralizzarsi quando si ha paura.

Le auguro di riuscire a smascherare queste paure e di vivere la sua nuova avventura con ragione e sentimento, utilizzando gli ostacoli come risorse per crescere come coppia e a livello personale.

Dott.ssa Stefania Pelosi

Dott.ssa Stefania Pelosi

Dott.ssa Stefania Pelosi

Napoli

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Caro Luca, i cambiamenti significativi della vita spesso portano con loro una quota di ansia anticipatoria, proprio perché sono importanti e comportano un grande cambiamento nelle nostre abitudini e nella quotidianità. La vostra relazione si trova di fronte a una sfida evolutiva, e come tutte le sfide evolutive è perfettamente normale avere dubbi e incertezze. Come lei stesso esprime è probabile che il parziale impoverimento dei vostri contatti fisici sia collegato all'ansia che sta provando. Nonostante i pochi dati a disposizione, lei ha specificato di aver già vissuto “periodi di ansia”, in momenti particolari della sua vita, che successivamente si sono risolti. Nonostante questo il mio consiglio è di portarla all'attenzione di una figura professionale quale uno psicologo o psicoterapeuta così che possa comprendere meglio come gestire pensieri ed emozioni quando la vita la pone di fronte ad un periodo difficile o di grande cambiamento. I miei auguri, un saluto.

Dott.ssa Flavia Ilaria Passoni

Dott.ssa Flavia Ilaria Passoni

Monza e della Brianza

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Buongiorno Luca,

sicuramente questo stato di ansia è legato al momento ormai imminente di inizio convivenza. Non è chiaro se avete già trovato una casa e avete già fissato la data di entrata.

Penso che tu debba cercare di interrogarti al meglio se sei veramente pronto a questo passo, prima di andare a convivere, nella speranza che una volta iniziata la convivenza i tuoi "problemi" scompaiono. Non è possibile prevedere se si risolveranno dopo il trasloco, in quanto sembrerebbero proprio legati alla paura di fare questo cambiamento!

Sei realmente pronto? Siete realmente pronti come coppia? Non so come siete organizzati, ma per sicurezza vi consiglierei, se proprio decidi di provarci, di cercare qualcosa in affitto, in quanto così sarebbe più facile in caso disdire e o cambiare sistemazione.

Devi cercare di interrogarti e capire se realmente sei pronto e questa domanda e questo dubbio non devi leggerla come una "ma magari è perchè non sono realmente innamorato di lei", ma come un "forse non sono pronto a diventare concretamente adulto, a fare questo passo di responsabilità". Tutta questa riflessione sarebbe più facile se fatta insieme ad un professionista.

Potrebbe essere che queste paure che si esprimono in sintomi d'ansia e d'apatia sessuale, siano legate ad esperienze tue passate, ad una possibile immaturità affettiva e o a qualcosa legato alle tue dinamiche familiari, difficoltà di svincolo... difficoltà di lasciare il tetto familiare. A volte questo può succedere perchè i genitori stessi creano alcune condizioni e pressioni indirette tali da indurre il figlio a non sentirsi sicuro nel lasciare il nido familiare. Perciò per tutte queste possibilità, non è dovuto direttamente e necessariamente ad una mancanza di amore verso la tua ragazza.

Prova a riflettere, da solo o con la tua ragazza stessa, e se non riesci a stare meglio e chiarirti vai da qualcuno che ti posso aiutare a capire, senza giudizio! e questo vale anche se oramai sei già andato a convivere, se riesci a chiarirti e a capire, tutto potrà andare meglio!

Spero di eserti stata di aiuto,

saluti.

Dott.ssa Marrella