Il mio compagno non mi desidera

Daniela

Ciao, sono Daniela e ho 36 anni. Io e F, 37, stiamo insieme da quasi tre anni e dopo pochi mesi ho notato che la frequenza dei nostri rapporti e' diminuita drasticamente. Inizialmente io non avevo quasi mai desiderio, forse per un periodo di lutti in famiglia che subii. Lui invece mi si avvicinava un giorno si e uno no. Improvvisamente ho notato che ha smesso di cercarmi durante la settimana, dedicandomi attenzioni una o due volte nel weekend soprattutto. Lui ha detto che non dipende da me ma da un periodo di maggiore stress lavorativo. Ho atteso qualche settimana ma non siamo piu' tornati alla normalita'. Anzi, abbiamo iniziato a litigare perche' io mi sentivo presa in giro e lui rimproverato. Ogni volta che affrontavo l'argomento avevamo rapporti per uno o due giorni, lui dimostrava cosi di impegnarsi..per poi tornare alla calma piatta. Cosa che aumentava la mia rabbia e i litigi si sono fatti sempre piu' pesanti. La cosa che mi ha preoccupato non e' solo la frequenza diminuita ma l'assenza di sguardi, carezze e attenzioni che prima mi comunicavano il suo desiderio e la sua attrazione nei miei confronti. Ora mi sento come se fossi la sua migliore amica.
Ci siamo separati per 5 mesi dopo il secondo anniversario e tornati insieme da poco. La prima settimana e' stato fantastico, mi sono sentita desiderata come non mai e poi nuovamente quasi niente sesso. Mi cerca una volta a settimana, sempre nel weekend e l'approccio e' cmq molto poco passionale, come se non fosse convinto. Anche questa volta lui ha detto che non dipende da me. E poi sono ricominciate le discussioni.

Ora, discutiamo molto meno perche' ho finalmente capito che e' meglio non parlarne. Inoltre lui mi spiegato che entrambe le volte la diminuzione dei rapporti e' iniziata per un suo disagio (lavoro, tempo, stanchezza) ma che poi e' proseguita per via delle discussioni sollevate da me e per il fatto che anche se non ne parlo lui avverte che sono infelice (se per esempio mi vede triste sa che il motivo e' questo e si sente rimproverato e non accettato).

Quindi ho adottato una nuova strategia...non solo non ne parlo ma fingo di stare bene, sorrido, chiacchiero, lo abbraccio. Riservo i sentimenti negativi ai miei momenti da sola quando posso sfogarmi. Un cambiamento c'e' stato con lui, ma non quello che speravo. Non ha ricominciato a guardarmi ma ha manifestato maggiore attaccamento e sentimento nei miei confronti, meno necessita' di chiudersi nella caverna e piu' dolcezza nei miei confronti. Gli ho chiesto un feedback, e mi ha confermato che il comportamento e' perfetto ed ora lui si sente molto piu' a suo agio. Ma quando gli ho chiesto come mai non gli sia tornato il desiderio lui ha affermato che ci vorra' tempo.

L'ultimo rapporto che abbiamo avuto l'ho vissuto malissimo, ed e' stato un malessere cresciuto gradualmente nei mesi. Non riesco ad eccitarmi, non riesco ad avere un orgasmo facilmente e sopratutto provo noia e nervosismo. Non mi spiego perche' se non mi desidera per colpa mia, invece una volta a settimana mi cerca. Io credo che lui abbia un bisogno fisiologico di avere almeno un rapporto a settimana ma non lo eccito io. Probabilmente sarebbe piu' creativo ed appagante se si sfogasse da solo. Ora ho deciso che non voglio ripetere l'esperienza dell'ultimo rapporto per cui iniziero' a inventare scuse per i prossimi weekend, parlarne non si puo'. So che non potremo andare avanti cosi' per sempre ma vorrei davvero che qualcuno mi aiutasse a capire cosa sbaglio e come posso farmi desiderare nuovamente da lui.

Aggiungo alcuni elementi sulla nostra personalita' che forse possono essere importanti:
Lui sembra avere una dipendenza dal lavoro (lavora in media 12 ore al giorno e ha tre lavori), e' molto solitario e si sente in pericolo se e' fuori tra le persone, si annoia terribilmente con tutti e di tutto a meno che non possa dedicarsi alle sue piu' grandi passioni, lavoro e chitarra. In entrambi i casi non riesce a collaborare, tende a prendere il comando, Infatti a lavoro e' diventato team leader e ambisce a posizioni di comando sempre piu' in alto.
Io sono l'opposto, soffro di ansia sociale e sono insicura, non amo lavorare e preferisco lo svago in compagnia, senza attivita' troppo impegnative. Non ho forti passioni e non so cosa voglio fare da grande, e mi distraggo dalla forte noia che provo per la mia vita con le altre persone, dalle quali tendo a sviluppare un po' di dipendenza.

2 risposte degli esperti per questa domanda

Gentile Daniela,

come ha già capito da sola, il tempo non guarisce situazioni come questa: al limite, le fa peggiorare.

Nel suo racconto, mi colpisce il fatto che, sebbene insoddisfatta della vostra vita sessuale, Lei attenda che sia sempre il suo compagno a prendere l'iniziativa, dovendosi così adeguare ai suoi ritmi e vivendo una sessualità principalmente responsiva. Allo stesso modo, la forte noia che dice di provare nei confronti della sua vita, mi rimandano un quadro di "passività", in cui Lei subisce più che essere parte attiva e propositiva per cercare di rendere più vivace e soddisfacente la sua esistenza.

Partendo dalla necessità di stare in primo luogo bene con se stessa e poi naturalmente con gli altri, le suggerirei di incontrare uno psicologo della sua zona per una consulenza che l'aiuti ad affrontare l'ansia sociale di cui dice di soffrire e ad acquisire maggior sicurezza. Vedrà che tutto il resto si risolverà di conseguenza.

Cordialità.

Dott.ssa Paola Scalco

Dott.ssa Paola Scalco

Asti

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Cara Daniela

Ciò che descrive le porta uno stato di frustrazione e di insoddisfazione. Scrive anche che il suo compagno si è accorto del suo cambiamento e che "ci vuole tempo" per ritornare ad una certa intimità. Non ci sono tempistiche o momenti fissi per avere rapporti, ogni coppia è a sé e raggiunge il suo equilibrio, se entrambi sono soddisfatti e d'accordo. Cosa che lei sente di non essere, perchè non è "appagata". Le consiglierei di non arrivare a "trovare scuse" per evitare di avere rapporti nel weekend, perché rischierebbe di entrare in un vortice di "ripicche" o di situazioni, che potrebbero diventare difficilmente scardinabili. Le consiglio di provare (anche se lo ha già fatto) a parlare col suo compagno, magari utilizzando una modalità differente da quella che è stata percepita fino ad ora da lui, esplicitando la sua sofferenza e non "la mancanza di ciò che lui non fa". Poi, se dovessero persistere queste incomprensioni, le consigliere di intraprendere una terapia di coppia, che possa, oltre ad aiutarvi insieme, riuscire a comprendere meglio i vostri vissuti personali (lei fa una descrizione delle vostre personalità, magari attraverso una maggiore consapevolezza personale, potrete riuscire a gestire meglio il rapporto a due). 

Auguro buona fortuna

Dott.ssa Elisa Danza