testimonianza: la mia vita da bulimica

Lui era bellissimo … e lei irraggiungibile. Posso riassumere così gli ultimi anni della mia vita. Lei è Beatrice, che tutti chiamano Bea, una delle mie migliori amiche. Bea è bella, solare, simpatica, intelligente.A scuola è più brava di me, quando usciamo piace più di me, ha un modo di fare innato che attira automaticamente gli altri come una calamita. A volte non so più nemmeno io se la odio o se la ammiro a tal punto che vorrei essere come lei. Lui è Paolo, il ragazzo più bello del paese.. mi piace,  mi piace moltissimo, a volte sembra che mi guardi, ma io non riesco a muovermi, sono come paralizzata nella sedia, irrigidita nel mio sentirmi grassa, goffa, sempre di troppo e fuori posto.  Passo le giornate così, studio, penso, sogno e poi c’è lei … la mia battaglia personale. Contro il mio schifossismo corpo. Non sarei poi così male, in realtà, sono carina, abbastanza alta .. mora con dei bei capelli ricci e lunghi, due begli occhi marroni che d’estate diventano verdi … però le mie gambe, la mia pancia, non le sopporto proprio. E poi mi sento sola .. mia mamma e mio papà litigano sempre, l’anno scorso mio papà è andato via di casa,  le divergenze con mia mamma erano diventate insostenibili e la sua depressione lo stava distruggendo. A volte penso che sia colpa mia, do spesso problemi, voglio le ripetizioni, gli abiti firmati, la palestra … però non sempre ci sono i soldi per tutto.. io mi sento schifosamente in colpa .. ma non posso proprio rinunciare a provare a dimagrire …  non ce la potrei mai fare. Non mi piaccio e così non posso vivere. Dolore e rabbia mi accompagnavano ogni giorno. DEVO DIMAGRIRE.  Una volta un mio amico ha fatto una battuta sul mio sedere .. quella frase ha scatenato in me una rabbia mai provata; rabbia verso di lui, ma soprattutto verso il mio corpo.. da lì il mio biglietto di sola andata per l’ inferno. L’attenzione si concentrava sempre più sul mio fisico, sulle mie cosce, sul corpo.. passavo ore davanti allo specchio “strizzando” le mie gambe, la pancia, le braccia, piangevo e mi disperavo perché avrei tolto quella carne con un coltello pur di farla sparire! Il primo dei miei tanti acquisti sono state le barrette sostitutive dei pasti, poi una guaina-calzoncino costata un occhio della testa, continuando con pillole fame-stop, beveroni e lassativi. Mangiavo solo prodotti “Light” facendo un’ accurata selezione delle calorie.  Inoltre osservavo ogni minimo particolare del corpo degli altri, quello di mia mamma, mio fratello, di BEA ..TUTTI erano sempre e comunque più magri di me. Guardavo Bea camminare, osservavo ogni suo singolo muscolo , ogni suo singolo osso, era così aggraziata e magra! Ero nella fase più orribile del Disturbo Alimentare e non me ne rendevo conto. Ma tutto questo non era abbastanza, alla fine non uscivo neanche più,  mi vedevo comunque più brutta di Bea  e Paolo non ne parliamo, ora stava con la più bella della scuola. Una ragazza, che non sa neanche che esisto. Avevo continui sbalzi d’ umore, alternavo l’ iperattività alla depressione. Il mio primo attacco di panico è arrivato proprio in questo periodo, condizionando ancor di più la mia vita. Mi sentivo cambiare, il mio corpo stava cambiando e vedere l’ago della bilancia scendere mia faceva godere !

Per due anni ho avuto la meglio sul cibo, decidevo io quanto e cosa mangiare, ma ecco che un pomeriggio d’ estate si presentò il mio primo attacco di Binge. Non riuscivo a capire cosa stesse succedendo, sentivo solo un’irrefrenabile voglia di mangiare quelle merendine che per tutto quel tempo avevo tenuto a debita distanza.. “cos’ ho fatto??com’ è potuto succedere?.. “ Mi sono sentita in colpa da morire. DA DOMANI si riprende la dieta… quel domani non è più arrivato.. avevo completamente perso il controllo di me.

 C’ erano giorni in cui riuscivo “a fare la brava” e altri dove mi devastavo con qualsiasi cosa fosse commestibile.. cibi congelati, avanzati, rubati, scaduti.. burro, farina, scatolame … Lo nascondevo ben bene in camera mia per poter avere la mia abbuffata in solitudine; mi chiudevo a chiave, sola con la mia droga. Sentivo che lo stomaco mi sarebbe esploso da un momento all’ altro, il cuore batteva veloce per via del sovraccarico di lavoro, la lingua turgida e mi sentivo svenire.. ”adesso muoio”.. malgrado tutto questo io AVEVO BISOGNO di ridurmi in quello stato, di non pensare e sentire NIENTE!! Il mio unico pensiero era quello di poter mangiare quello che volevo in ogni angolo della casa senza essere costretta a nasconderlo.. IL FONDO. Sono svenuta e avevo paura di non rialzarmi più.

Ora sono in terapia,  è  arrivato il momento più difficile per me...quello di mettere nero su bianco...quello di proiettare su questo foglio le emozioni della mia vita... Toccare per l'ennesima volta, queste emozioni non mi risulta facile: forse perché sono li bloccate da qualche altro "mattone" che forma quel "muro" che non mi ha permesso di vivere completamente la mia vita. Toccare nuovamente le mie difficoltà, fragilità .. fare i conti con il mio corpo .. Una delle esperienze più drammatiche che è emersa, quando ho ripercorso i miei vissuti , è stato scoprire quanto male mi sono fatta e ho fatto con le mie scelte.. e nonostante questo fare così fatica a rinunciarci. Ci vuole CORAGGIO. Però ci provo. E chissà che un giorno io possa svegliarmi … finalmente LIBERA.

 

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