Dipendenza da videogames e social network

Le generazione dal  2000 in poi sono state definite i “nativi digitali”, cioè coloro nati e cresciuti in corrispondenza con la diffusione delle nuove tecnologie informatiche.

Ma  l’uso e approccio alle nuove tecnologie  nel caso specifico i videogiochi- ma vale anche per  cellulari, tablet  - deve essere necessariamente regolato  per non correre il rischio di trovarsi con vere e proprie situazioni pericolose e patologiche.

Le regole restrittive imposte dalla pandemia  che necessariamente limitano spostamenti, attività scolastiche,  sportive, ludiche e  più in generale relazionali hanno accentuato e aumentato vertiginosamente  il tempo passato dalla stragrande  maggioranza di bambini, adolescenti e giovani  davanti al PC, cellulari e consolle da videogiochi.

Se da una parte la tecnologia permette di mantenere le relazioni, e quindi di non sentirsi isolati  sentendosi ,vedendosi  e giocando con amici e compagni  dobbiamo tenere conto che un uso eccessivo , ha delle conseguenze sulla salute psichica dei bambini e  ragazzi.

Da tempo la comunità scientifica di tutto il mondo sta mettendo in guardia i genitori sul pericolo dei videogiochi online usati dagli adolescenti. Una patologia, quella della dipendenza da gioco  denominata”virtual-gaming”, seguita attentamente anche dall'Organizzazione Mondiale della Sanità, perché portatrice di «disturbi mentali, comportamentali e dello sviluppo neurologico».

Non solo videogiochi, ma anche  l’ uso costante di cellulari e tablet soprattutto legati ai social network (Instagram, Facebook, Twitch, Discord etc..) creano vere e proprie dipendenze. Alcuni di questi come TIK TOK  sono stati oggetto di restrizioni legali e vietate ai minori di 13 anni.

Abbiamo detto che per molti ragazzi la tecnologia permette di non sentirsi soli, infatti il gioco viene effettuato”online” e quindi in quel contesto è possibile rincontrare  i compagni di scuola o amici reali. Questo spiega il perché si crea un forte bisogno e desiderio di stare molte ore  “nel gioco”.

Purtroppo però in questo modo si allontanano sempre più dall’avere relazioni, amici ed esperienze di vita reali che sono necessarie nel processo di crescita e maturazione dell’essere umano.

Ci sono segnali importanti da non sottovalutare: certamente il numero di ore trascorse davanti agli schermi è determinante  ma ciò che è più allarmante  è che possono  diventare irrequieti,irritabili, apatici, modificare le proprie abitudini alimentari, di igiene personale, del sonno, possono giocare di nascosto e in orari notturni, litigare con i genitori e avere esplosioni di rabbia quando non vogliono terminare la partita o se il genitore decide di interrompere il loro gioco. Possono arrivare a trascurare la scuola, lo sport e le relazioni e presentare sintomi fisici, come mal di testa, mal di schiena, disturbi della vista.

E’ quindi fortemente  necessario che il gioco sia regolato per salvaguardare la  loro salute psichica e fisica e cogliere qualsiasi occasione per  riprendere ad uscire, avere relazioni vere  e  fare attività fisica compatibilmente con le regole e le precauzioni suggerite per proteggersi dalla pandemia.

Dott. Francesco Fisichella Psicologo Psicoterapeuta – Legnano (Milano)

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