Internet Addiction

INTERNET ADDICTION

Fu Ivan Goldberg, che, nel 1966, introdusse il termine 'Internet Addiction Disorder' e ne indicò i critieri diagnostici. Nel DSM-5 non è stata però ancora inserito, a causa delle insufficienti evidenze scientifiche.

I criteri indicati sono i seguenti:

- il bisogno di strascorrere il rete un tempo sempre maggiore e di connettersi sempre più spesso per ottenere soddisfazione;

- la marcata riduzione di interesse per ogni altra attività che non riguardi l'uso di internet e dei socials;

- la persona sviluppa agitazione, sintomi depressivi ed ansiosi, pensieri ossessivi o sogni su quanto sta accadendo in rete, se l'abuso viene ridotto o interrotto;

- incapacità di interrompere o tenere sotto controllo l'uso di Interent;

- continuare ad usare il Web nonostante la consapevolezza di aver sviluppato comportamenti patologici che hanno delle ricadute sociale, psicologico e fisico, come per esempio disturbi del sonno, problemi familiare e coniugali, problemi lavorativi.

Viene altresì affermato che possiamo parlare di Internet Addiction "quando la maggior parte del tempo e delle energie vengono spesi nell'utilizzo della rete, creando in tal modo menomazioni forti e disfunzionali nelle principali aree esistenziali."

Rispetto agli adulti, sono gli adolescenti a presentare una maggiore vulnerabilità alla dipendenza da Internet, dovuta ad una maggiore tendenza di questa fascia di età ad utilizzarlo. Ci sono casi estremi nei quali l'adolescente passa la giornata totalmente assorbito dalla dimensione virtuale. Si tratta di una popolazione con un elevato rischio, considerata la specifica fase nella quale si organizzano gli apparati cerebrali.

La pandemia, inoltre, ha notevolmente aumentato l'uso del digitale, soprattutto tra i giovani, costretti, tra l'altro, alla didattica a distanza.

E' importante sottolineare che la dipendenza da Internet di presenta maggiormente in soggetti con una fragilità emotiva di base. L'uso di Internet viene vissuto come tentativo di compensare le reali problematiche relazionali o di evadere dalle sofferenze emotive.

L'utilizzo smodato di Internet porta ad enormi divari tra le persone. Ci si relaziona solo virtualmente, perchè, di fronte ad una realtà che appare sempre più minacciosa, ci si sente più inadeguati. Il mondo reale viene così sostituito da quello virtuale, dove si cerca di costruire un proprio mondo personale. La realtà dei Social Media permette di tenere maggiormente sotto controllo le diverse variabili legate all'immagine di sè proprosta e di ridurre così la possibilità di errore.

Particorlarmente in quest'epoca, dove è 'richiesta' una perfezione dei canoni estetici, i Social, attraverso i vari strumenti messi a disposizione di tutti, permettono di presentarsi senza difetti, dando un'immagine di sè spesso non reale. Il rischio è di avviare così un processo di non accettazione di se stessi, e questo, soprattutto nei giovani, conduce ad un disagio molto profondo.

Il perfezionismo rappresenta un fattore di elevata generale vulnerabilità ed aumenta il rischio di sviluppare una depressione.

L'autostima si sviluppa attraverso un processo indivuale interattivo. Se la propria autostima si modula soprattutto attraverso la rete, il rischio è un progressivo generale evitamento quotidiano di contesti ed interazioni e comportamenti di ritiro sociale, dove si predilige un contatto virtuale a quello reale. Questo, come già detto, può condurre alla comparsa di importanti disagi, quali depressione, ansia sociale, problemi di concentrazione e disturbi del sonno.

Ci sono stati infatti studi che hanno dimostrato come la nevrosi e la depressioni siano associati alla dipendenza da Internet, e, al contrario, il sostegno sociale e familiare ne siano dissociati.

Quasi certamente il processo di diffusione dei sistemi informatici ed elettronici è un processo irreversibile con le quali le presenti e future generazioni avranno inevitabilmente a che fare. Da questo ne deriva la necessità di avviare studi sistematici sull'impatto delle tecnologie informatiche e del crescente utilizzo della rete sul cervello umano, sulla psiche e sulla salute mentale. Come propone Anthony Giddens, dovrebbe divenire obbligatoria una regolamentazione dell'uso della rete e degli apparati elettronici, anche attraverso la costruzione di una Magna Charta Libertatum dell'era digitale.

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