Sono in terapia per attacchi di panico

Laura

Gentili dottori, scrivo perché vorrei capire se quello che sto vivendo sia “normale“ o sintomo di qualcosa che non va. Sono in terapia da praticamente un anno per attacchi di panico (anche se sporadici),ansia generalizzata e ipocondria. In realtà non mi è stata data una “diagnosi precisa“ dal terapeuta però da quel che ho capito è la mia attenzione ai segnali del corpo a farmi scaturire l'ansia. Detto questo, dopo i primi mesi Neri perché non riuscivo neanche ad uscire di casa o sul balcone(restavo in camera mia e al massimo mi spostavo in cucina per i pasti),c'è stata una lenta ripresa di alcune attività: uscire per passeggiare, stare seduti in un bar o in un ristorante,andare a cinema. Insomma cose normali ma che per me non lo erano più. Certo non sempre ci riesco e non sempre le vivo spensieratamente però qualcosa la riesco a fare. Ho anche ripreso a seguire qualche lezione all'università. Ora però sono rientrata in un buco nero e non riesco a capire proprio il perché. Sto di nuovo malaccio con ansia perenne e sintomi fisici che mi fanno sempre pensare al peggio. Non vorrei tornare ad un anno fa. La domanda è: è una cosa normale in un percorso terapeutico o no? Sopratutto se è normale dopo un anno. Non dovrei star meglio? So che sono cose che andrebbero discusse in terapia e cercherò di farlo il prima possibile però volevo rassicurarmi del fatto che non sia la terapia ad andar male ma sia solo una fase di “ricaduta“( se così può essere chiamata).

4 risposte degli esperti per questa domanda

Cara Laura, nell'ambito di un percorso terapeutico è possibile che ci siano delle ricadute. Tuttavia, è importante capire come mai il sintomo si sta ripresentando proprio in questo momento, se ci sono dei motivi profondi che non ha ancora analizzato con il suo terapeuta e che possono spiegare la ricomparsa del problema dopo un periodo di relativo miglioramento. I sintomi rappresentano un campanello di allarme, un modo per segnalare qualcosa che non funziona. Pertanto sarebbe utile capire cosa le sta segnalando la sua ansia in questo momento, poichè questo può aiutarla a trovare soluzioni alternative. Se ha proseguito la terapia fino ad ora vuol dire che ha fiducia nella persona che la segue, quindi sarebbe auspicabile parlare in seduta anche dei suoi dubbi sul lavoro svolto fino a questo momento e trovare un accordo su come procedere, verificando la presenza di un eventuale "stallo" terapeutico e concordando le modalità per uscire dalla fase di blocco. Nell'augurarle un buon lavoro su se stessa, la saluto cordialmente.

Salve in merito alla su domanda non si preoccupi è "normale" come scrive lei, avere una "ricaduta" in terapia, è normale che ci siano dei periodo nei quali sembra che non cambi nulla, o che peggiori, alcuni lo chiamano il fenomeno del gambero, un passo avanti e due indietro. Continui il suo lavoro terapeutico ed abbia fiducia in sè stessa, coraggio, buon lavoro. Spero di esserle stata di aiuto, cordiali saluti.

Gentile ragazza, 

Lavorare su di se' e' difficile ed è possibile incontrare durante il percorso delle "resistenze", momenti durante i quali si assiste ad un peggioramento del malessere che aveva precedentemente spinto a richiedere l'aiuto di un esperto. 

Ne parli con tranquillità con il suo terapeuta, soprattutto si concentri su di se' e sulle emozioni e paure che emergono in questi momenti.

Un caro saluto

Dott.ssa Valentina Nappo

Dott.ssa Valentina Nappo

Napoli

La Dott.ssa Valentina Nappo offre supporto psicologico anche online

Cara Laura, ci sono diverse forme di psicoterapia ed ognuna prevede tempi diversi per far diminuire la sintomatologia legata all' ansia, e parliamo di sintomatologia non di cause e forma mentale. In genere nel mio approccio la ricaduta è una parte normale del percorso, che anzi rafforza il fatto che la terapia stia funzionando(l' eccezione conferma la regola). Lei d' altra parte racconta di enormi passi avanti. Consideri che purtroppo la nostra mente lotta contro i cambiamenti, quindi tenderà a porgerle tranelli per ristabilire un equilibrio che per quanto soffocante ed invivibile la teneva lontana da stress continui dati dall' affrontare nuove circostanze e persone, tipici eventi della quotidianità di chi si concede di vivere.

Lotti contro queste istanze e questi pensieri che la vogliono fare regredire, perchè sono suoi nemici, nemici della sua felicità. Si mandi ogni tanto a quel paese quando questi pensieri arrivano e anche se le viene da tremare vada comunque dove aveva deciso di andare. Il terapeuta le può indicare la strada ma poi deve essere lei a compiere i passi e man mano che ne compie uno si dica "Brava" perchè noi lo sappiamo che nulla è scontato.

Forza