Obesità: un aiuto valido arriva dalla Psicologia

Si parla di obesità con IMC (indice di massa corporea) o BMI (body mass index) uguale o superiore a 30 kg/m2, che è il valore numerico che si ottiene dividendo il peso (Kg) per l’altezza (metri) al quadrato. Possiamo definire l’obesità come una condizione determinata e conservata da diversi fattori (ormonali, metabolici, psicologici e sociali).

L’obesità può comportare conseguenze fisiche più o meno gravi nella vita della persona: affaticamento nel camminare e nel rimanere in piedi fermi, limitazioni nei movimenti (allacciarsi le scarpe), alterazioni nel ritmo sonno/veglia, difficoltà sessuali, apnee notturne, diabete mellito di tipo 2, ipercolesterolemia, dislipidemia, artropatie gravi, insufficienza respiratoria, ipertensione arteriosa, patologie cardiache, un’aspettativa di vita inferiore di dieci anni rispetto al resto della popolazione.

Dal punto di vista psicologico i vissuti depressivi sono spesso correlati con l’obesità: il cibo come consolazione, l’insoddisfazione per il proprio corpo, la bassa autostima, il senso di fallimento per le diete iniziate e poi interrotte o i rimedi tentati finora e risultati inefficaci, la sfiducia di riuscire a dimagrire e a mantenere il peso raggiunto, il ritiro sociale.

Si possono riscontrare delle caratteristiche di funzionamento psichico comune: difficoltà di gestione delle emozioni, bassa tolleranza allo stress e alle frustrazioni, impulsività, non fiducia in se stessi e delega all’altro. Alcuni obesi soffrono di veri e propri disturbi della nutrizione e dell’alimentazione: in particolare del disturbo da alimentazione incontrollata e la sindrome da alimentazione notturna, in questo caso è indicata una psicoterapia.

L’obesità, essendo appunto una condizione multifattoriale, serve un approccio che vada ad agire sui diversi fronti. Pertanto appare fondamentale un supporto psicologico oltre all’affidarsi a dietologi, dietisti, nutrizionisti, endocrinologi, chirurghi bariatrici attraverso una presa in carico multidisciplinare nel tentativo di cambiamento dello stile alimentare e di vita.

Lo psicologo, preferibile se anche psicoterapeuta, può accompagnare le terapie di rieducazione alimentare e comportamentale sostenendo la motivazione del paziente, aiutandolo a gestire le emozioni, a valorizzarsi, a trovare strategie attive di fronteggiamento delle situazioni.

Si possono fare sia percorsi individuali che di gruppo, dove la persona apprenderà a non demotivarsi, a costruirsi aspettative realistiche, a conoscere le proprie emozioni e a gestire in modo più funzionale le risposte, affrontando il rapporto alimentazione e mondo emotivo, a tollerare di più lo stress e le frustrazioni, a stare nel cambiamento in atto.

Inoltre, nel caso di ricorso alla chirurgia bariatrica non si limita alla valutazione psicologica di idoneità all’intervento, ma è fondamentale nel seguire il paziente nel pre e post operatorio.

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