“Perchè le cose continuano ad andare male nonostante mi impegni?“ Ovvero storie da copione...

Scegliamo chi vogliamo essere e quale sarà la nostra vita. Inconsapevolmente. Lo scegliamo quando siamo molto piccoli. Può essere per reazione, per accondiscendenza, per ribellione, per dimostrazione, per disperato bisogno d'amore. Da bambini decidiamo di seguire un certo copione, che metteremo in atto per il resto degli anni a venire, perchè lo riteniamo il modo migliore per sopravvivere in un mondo che ci sembra ostile. Spesso spendiamo tutta l'esistenza senza capire bene perchè “ci capiti” la tal cosa. La verità è che scegliamo la nostra storia di vita quando ancora non sappiamo parlare, poi la mettiamo a punto e la seguiamo fedelmente, senza esserne consapevoli. Da adulti è come se, sopra la superficie del mare, si scatenassero tempeste, temporali o si manifestassero arcobaleni ed aurore boreali ma non ne capiamo il motivo. E soprattutto ci sfugge perchè, a volte la vita “ci dice bene”, a volte “ci dice male”. Fuori dall'acqua, appena sopra la sua superficie, recitiamo un ruolo scelto, molto ben congeniato, che fa parte del nostro copione per il quale ci siamo allenati per anni e crediamo fermamente che le cose debbano andare così, ma basterebbe chiedersi a cosa ci serve fare quello che facciamo, che effetto vogliamo avere sugli altri, per iniziare ad interrompere qualcosa che pare essere al di fuori della nostra portata. Il ruolo che ci scegliamo è sempre legato alle persone che abbiamo intorno, all'inizio mamma e papà; in questo senso siamo strettamente connessi gli uni agli altri. Magari scegliamo di apparire sfortunati, funestati dagli eventi, dai debiti, per essere compatiti, oppure esponiamo le nostre cicatrici e incarniamo il nostro personaggio sofferente, che si sacrifica, che si adopera per vincere le ingiustizie e che fatica maledettamente per raggiungere i risultati che a volte neanche arrivano, magari per mettere alla prova chi ci è accanto e verificare che non ci abbandoni al tracollare degli eventi, oppure scegliamo di essere i salvatori del mondo che non dicono mai di no ad una richiesta d'aiuto, a cui gli altri possono aggrapparsi in modo che ci ritengano indispensabili. Qualunque sia la scelta che abbiamo preso, il tema fondamentale rimasto irrisolto nell'infanzia è come ottenere amore e attenzione incondizionati. E così può accadere di chiedersi come mai, nonostante tutti gli sforzi, per migliorare ad esempio la propria condizione economica o i nostri rapporti le cose non cambiano, non migliorano. In realtà sotto la superficie dell'acqua c'è un implicito, un non-detto, un vascello pirata affondato a cui siamo legati e che ci tiene ancorati al fondale. Far emergere il sommerso, significa scoprire come e cosa facciamo per mantenere inalterata la situazione, a cui diamo forza perchè non conosciamo a che scopo facciamo quello che facciamo. Andare in immersione per visitare il vascello pirata, serve per capire come, senza saperlo, ci creiamo dei problemi e come possiamo indirizzarci per risolverli. Perchè perpetuiamo la stessa sceneggiatura? Il copione serve a proteggerci dalla catastrofe dell'ignoto, in poche parole per noi è meglio confermare con i nostri comportamenti la storia che abbiamo scelto da bambini, che correre il rischio di cambiare e di affrontare un'ignota catastrofe. Ma oggi non siamo più quei bambini, quando l'unica alternativa al seguire le decisioni di copione sarebbe stata una qualche terribile e indicibile calamità. Confermare ogni volta le nostre decisioni faceva sembrare meno probabile che la catastrofe ci travolgesse. Si tratta di vedere la motivazione infantile, che ancora è presente nonostante io ormai sia adulto e abbia tutte le risorse per fare qualcosa di diverso. Per uscire dall'impasse, devo individuare i bisogni che non sono stati esauditi quando ero bambino e trovare dei modi di vedere soddisfatte ora queste esigenze, usando le mie risorse da adulto e rassicurare me stesso che posso uscire dagli schemi del copione senza affrontare il disastro che tanto temevo da piccolo.

Bibliografia
Ian Stewart, Vann Joines “L'analisi transazionale”, Garzanti, 1987
Eric Berne “Ciao...e Poi?” Tascabili Bompiani, 2000

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