Giulia aveva sempre cercato di essere perfetta. Fin da bambina, le avevano insegnato che una ragazza doveva essere educata, diligente, disponibile. "Sei così brava," le dicevano insegnanti e parenti, e lei sorrideva, felice di compiacere. Così cresceva, attenta a non deludere nessuno, a non alzare troppo la voce, a non esprimere desideri che potessero sembrare eccessivi.
L'università fu il primo banco di prova. Studiava con dedizione, prendeva ottimi voti, aiutava i compagni. Quando un professore le propose di collaborare a un progetto di ricerca, accettò senza esitazione, pur sapendo che le avrebbe sottratto tempo ed energie. Non si era mai chiesta se volesse davvero quel peso aggiuntivo—era abituata a dire di sì.
Con il tempo, iniziò a sentire una strana inquietudine. Il sorriso forzato davanti alle richieste altrui si faceva più pesante, il desiderio di accontentare tutti più soffocante. Eppure, non voleva essere egoista, non voleva deludere nessuno. Il dubbio cresceva: quando aveva iniziato a trascurare se stessa? Aveva mai realmente scelto ciò che voleva? Questa storia è solo l’inizio. Giulia è una delle tante donne che crescono sotto il peso delle aspettative sociali e della necessità di essere sempre “brave”.
Fin da piccole, molte ragazze imparano che per essere amate devono essere educate, tranquille, compiacenti. Devono dire "sì", non disturbare, non alzare la voce. Devono essere “brave bambine”. Ma cosa succede quando questa richiesta sociale diventa un modo di vivere che impedisce di dire no, di esprimersi, di scegliere per sé? Si parla allora di sindrome della brava bambina, un modello comportamentale che può portare ansia, insicurezza, perfezionismo tossico e una continua sensazione di inadeguatezza.
Cos’è la sindrome della brava bambina
La sindrome della brava bambina (in inglese Good Girl Syndrome) non è una patologia clinica, ma un insieme di schemi mentali e comportamentali interiorizzati, spesso fin dall’infanzia. Colpisce soprattutto le donne e si manifesta con:
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bisogno di approvazione costante;
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paura del giudizio;
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difficoltà a dire “no”;
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tendenza a mettere i bisogni degli altri davanti ai propri;
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ansia da prestazione;
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perfezionismo e autocritica eccessiva.
Chi ne soffre si comporta come se dovesse meritare l'amore degli altri attraverso il proprio comportamento impeccabile, rinunciando spesso alla propria autenticità.
Cause e origini
Le cause della sindrome affondano nelle dinamiche educative e culturali. Fin da piccole, le bambine ricevono messaggi espliciti o impliciti come:
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“Brava, hai fatto la brava bambina!”
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“Non fare arrabbiare la mamma.”
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“Non essere egoista.”
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“Sii gentile, sorridi, comportati bene.”
Queste frasi, ripetute nel tempo, costruiscono un’identità fragile, legata all’approvazione degli altri.
1) Educazione familiare e affettiva
Molte bambine crescono in famiglie dove l’amore e l’accettazione sembrano condizionati al comportamento. Il messaggio implicito è: “Se sei buona, ti amiamo. Se ti ribelli, ti rifiutiamo.”
Aspetti tipici:
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Genitori ipercritici o molto esigenti.
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Premiazione solo dei comportamenti conformi (ubbidienza, risultati scolastici, gentilezza).
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Punizioni o silenzio emotivo in risposta alla rabbia, tristezza o opposizione.
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Scarsa validazione emotiva (“non piangere”, “non fare i capricci”, “sii forte”).
La bambina impara presto a reprimere emozioni considerate “negative” per non deludere o disturbare, sviluppando una personalità adattiva e compiacente.
2) Modelli culturali e sociali patriarcali
La nostra società ha storicamente promosso un ideale femminile fatto di:
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docilità,
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cura degli altri,
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bellezza e compostezza,
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sacrificio personale.
Le bambine vengono socializzate a piacere e servire, non a esprimersi o a scegliere. Si insegna loro che:
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“Una donna perbene non si arrabbia.”
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“Una ragazza intelligente non alza la voce.”
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“Le brave ragazze pensano prima agli altri.”
Al contrario, i maschi ricevono spesso messaggi opposti: "difenditi", "non farti mettere i piedi in testa", "sii indipendente". Questo doppio standard si interiorizza e forma identità rigide.
3) Esperienze scolastiche
A scuola, le bambine spesso ricevono più approvazione per:
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la precisione,
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l’educazione,
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il silenzio,
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l’organizzazione.
Meno per la creatività disordinata, la sfida delle regole o il pensiero fuori dagli schemi. Questo rafforza l’idea che essere brave e corrette porti successo, mentre essere “fuori posto” sia rischioso.
4) Ruoli di cura precoci
Molte bambine assumono presto ruoli di responsabilità emotiva:
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Si prendono cura di fratelli o genitori (fisicamente o emotivamente).
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Fanno da “pacificatrici” nei conflitti familiari.
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Si comportano come “adulte in miniatura”.
Queste esperienze creano una iper-responsabilità precoce, che diventa uno schema: “il mio valore sta nel rendere felici gli altri”.
5) Traumi emotivi minori o maggiori
Non è necessario subire traumi gravi: anche esperienze ripetute di rifiuto, critica o svalutazione (soprattutto da figure di riferimento) possono portare una bambina a dubitare del proprio valore e a cercare compensazione attraverso l’essere impeccabile. Es.: Una madre che paragona sempre la figlia ad altre più “brave”. Un padre assente emotivamente, che si attiva solo quando la figlia ottiene risultati. Insegnanti che lodano solo la perfezione.
6) Modelli mediatici e culturali
I cartoni animati, i film e i libri per bambini ancora oggi spesso trasmettono il messaggio che: le eroine “buone” sono pazienti, sorridenti, servizievoli, le “ribelli” o assertive sono viste come problematiche, strane o “cattive”. Questi archetipi modellano l’immaginario e rafforzano la convinzione che l’amore si ottiene se si è brave abbastanza.
Conseguenze psicologiche
Chi soffre della sindrome della brava bambina tende ad avere alto perfezionismo e autocritica, con impatto negativo sull'autostima, sulla capacità di autoaffermarsi e sulla possibilità di perseguire i propri obiettivi. Essere accomodanti in ogni ambito della vita, oltre a dar luogo a dinamiche relazionali viziate, può portare a provare diversi vissuti emotivi spiacevoli quali:
-Bassa autostima: Chi vive secondo questo schema tende a svalutarsi e a mettere sempre gli altri al primo posto, sviluppando una percezione negativa di sé
-Ansia e stress: La paura di deludere le aspettative altrui può generare un costante stato di tensione e preoccupazione.
-Difficoltà nelle relazioni: Essere sempre accomodanti può portare a relazioni sbilanciate, in cui i propri bisogni vengono ignorati.
-Senso di colpa: Dire di no o mettere sé stessi al primo posto può generare un forte senso di colpa, rendendo difficile il cambiamento
-Frustrazione e senso di scarsa efficacia, dovute al mancato ascolto dei propri bisogni e alla percezione di sé come "persona debole".
-Disturbi psicologici: Nei casi più estremi, questa sindrome può contribuire allo sviluppo di disturbi d’ansia, depressione o disturbo ossessivo-compulsivo
In sintesi: La sindrome della brava bambina nasce dall’interazione tra ambiente familiare, cultura patriarcale e dinamiche scolastiche/sociali. Si struttura lentamente, in modo quasi invisibile, fino a diventare parte dell’identità. Ma la buona notizia è che, essendo appresa, può essere anche disimparata.
Come superare la sindrome della brava bambina
Superare la sindrome della brava bambina richiede un percorso di consapevolezza e cambiamento che è bene intraprendere con l'aiuto di un professionista della salute mentale. E importante liberarsi dall'idea che il nostro ruolo all'interno delle relazioni debba essere necessariamente "meritato" e che, per farlo, ci sia bisogno di azioni accondiscendenti che mettano in secondo piano i nostri bisogni.
Per emanciparsi dalla tendenza a compiacere gli altri è importante innanzitutto lavorare sul riconoscimento di questo schema mentale, sulla comprensione delle sue radici e sulle ripercussioni che ha sul nostro presente e sulla nostra vita quotidiana. E importante prendere consapevolezza dei pensieri e dei comportamenti che limitano il proprio modo di esprimersi all'interno delle relazioni e delle conseguenze degli stessi sulla qualità della vita. Attraverso l'aiuto di uno psicologo sarà possibile imparare a riconoscere i propri diritti dentro le relazioni, sentimentali, amicali, familiari, lavorative, imparando a comunicare con assertività i propri bisogni e stabilendo dei confini sani tra sè e l'altro
Uscire dalla sindrome. consapevolezza ed esercizi pratici.
Liberarsi dalla "brava bambina" non vuol dire diventare egoiste o aggressive, ma riappropriarsi di sè. Il primo passo è riconoscere i propri schemi.
1) Esercizio 1. Diario del "si non voluto"
Per una settimana, annota ogni volta che dici "si" quando in realtà volevi dire "no". Scrivi:
Cosa ti è stato chiesto? Cosa hai risposto? Cosa sentivi dentro? Cosa avresto voluto dire davvero? Rileggendo, inizierai a notare le situazioni ricorrenti
2)Esercizio 2. La lista dei "NO" legittimi
Scrivi un elenco di cose che hai il diritto di rifiutare (es: dire no a una favore che mi pesa", "non rispondere subito a un messaggio", non dover giustificare ogni scelta). Tienilo visibile e leggilo ogni giorno.
3) Esercizio 3. Visualizza la tua voce
Immagina di avere una voce forte, chiara, rispettata. Scrivi una scena in cui riesci a dire ciò che pensi con calma e fermezza, senza sensi di colpa. Puoi anche registrarla a voce alta. E un modo per iniziare a credere in quella versione di te.
Conclusione
La sindrome della brava bambina può essere prevenuta, proprio a partire dagli apprendimenti destinati alle nuove generazioni; in tal senso, potrebbe essere molto utile promuovere una educazione che permetta a tutti i bambini e tutte le bambine di esprimere le loro emozioni e bisogni, promuovendo autonomia e sensibilità, senza distinzioni di genere.
La sindrome della brava bambina può essere disinnescata. Richiede tempo, pazienza e la volontà di guardarsi dentro con onestà. Ma il premio è grande: una vita più autentica, libera e serena, in cui non sei più definita da quanto "piaci agli altri", ma da quanto ti appartieni
Dott.ssa Antonella Bellanzon
Bibliografia:
Reshma Saujani, Brave, Not Perfect: Fear Less, Fail More, and Live Bolder, 2019
Un libro fondamentale per capire come il bisogno di perfezione limita le donne.
Elena Cosentino, La sindrome della brava bambina, 2023
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