Ciao Anna, Quello che descrivi non è un problema unico, è un insieme di tensioni che si intrecciano, e che ti stanno prosciugando piano piano- Hai parlato di un “limbo”, di una sensazione di “galleggiare”. Spesso questa immagine emerge quando sentiamo che le scelte di vita non sono più completamente nostre, ma siamo rimasti bloccati tra ciò che vorremmo e ciò che stiamo sopportando. Ecco i punti chiave che emergono dal tuo racconto:
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Il figlio del tuo compagno è presente solo nei weekend, ma ha un impatto costante sulla vostra dinamica di coppia, anche perché l’ex compagna è ancora emotivamente “dentro casa” (attraverso il figlio).
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Il fatto che tu veda in lui “segni” lasciati dalla madre e che il padre – il tuo compagno – non riesca a contenerli o proteggerlo, può metterti in una posizione ambigua: ti affezioni, ti dispiace, ma non puoi farci molto, e questo è molto frustrante.
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Avevate deciso di smettere la pillola, di aprirvi a un futuro nuovo. Ora lui ti blocca: “la casa è piccola”, “non è il momento”. Sembra che tu abbia iniziato un cammino, e lui lo stia rimandando, razionalizzando, forse sfuggendo.
Ma il tuo corpo e la tua mente, da donna di 33 anni, hanno probabilmente già iniziato a sognare un figlio. E quando questo sogno viene messo in pausa... fa male.
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Con la promozione hai guadagnato un ruolo, ma perso il tempo.
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Lavori spezzato, nei weekend, lontana dai tuoi affetti. Quando non hai più ricariche emotive (famiglia, tempo libero, spazio personale), anche ciò che prima tolleravi diventa insopportabile.
In una fase dove sentire radici e sostegno sarebbe fondamentale, ti ritrovi distante da chi ti conosce da sempre. E il bisogno di casa – intesa come cura, contenimento, calore – lo senti più forte adesso, proprio perché la tua casa attuale non è abbastanza “tua”.
Perché ti senti "come se stessi galleggiando"?
Perché hai smesso di sentirti pienamente dentro alla tua vita.
Stai andando avanti, ma senza direzione, senza che le tue energie vadano in una direzione che senti “tua”.
Stai facendo sforzi enormi in tutte le aree: affettiva, lavorativa, familiare. Ma nessuna ti sta restituendo nutrimento vero.
Non ti propongo soluzioni lampo, perché non servono. Ma ti propongo una bussola, da cui puoi partire, per non affondare e – anzi – tornare a sentire terra sotto i piedi.
1. Riconnettiti con ciò che vuoi DAVVERO Cosa desideri oggi, non tra 10 anni, ma ora?
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Vuoi davvero costruire una famiglia?
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Vuoi un equilibrio lavorativo diverso?
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Vuoi sentirti al centro, e non sempre a margine?
2. Parla apertamente col tuo compagno – ma senza aspettative difensive
Digli chiaramente che hai bisogno di capire in che direzione sta andando la vostra relazione, anche rispetto alla maternità, alla casa, al senso di priorità.
Non per ottenere promesse, ma per capire se siete ancora sintonizzati.
3. Considera un cambiamento lavorativo (a medio termine)
La promozione è un merito, ma a che prezzo?
Se ti svuota, e ti isola dai tuoi bisogni, non è crescita, è sacrificio.
Non devi decidere ora, ma inizia a farti domande sul tuo equilibrio reale.
4. Valuta uno spazio di ascolto professionale
Una psicoterapia (anche breve) ti aiuterebbe a:
5. Fermati un momento, respira, e non cercare risposte perfette
Dott.ssa Antonella Bellanzon