Suocera dagli strani comportamenti

ALESSIA

Buongiorno, abito con mio marito e mia suocera di 85 anni. Con me lei è molto gentile e si parla spesso di tante cose, ma talvolta ha conflitti con mio marito e noto comportamenti strani, parla sola spesso, è confusa e barbotta, inoltre la sento, quando è sola, dice cose poco carine nei confronti miei e di mio marito, specie se arrabbiata con lui. Io cerco di ignorare questa atteggiamento, mostrandomi sempre educata e gentile, però mi fa rabbia. Come devo comportarmi? Sarà un inizio di decadimento mentale, vista l'età? Grazie

7 risposte degli esperti per questa domanda

Buongiorno, Capisco perfettamente il tuo disagio — convivere con una persona anziana che mostra comportamenti confusi e ambigui può essere molto faticoso emotivamente, soprattutto se cerchi sempre di mantenere equilibrio e rispetto. È un contesto che richiede molta pazienza, ma anche chiarezza e tutela dei propri confini emotivi. Provo ad aiutarti su due piani: (1) quello relazionale e psicologico, e (2) quello più medico-cognitivo.
Quello che descrivi — parlare da sola, confusione, discorsi incoerenti, commenti spiacevoli detti “tra sé” — può avere diverse spiegazioni, non tutte legate a una malattia, ma che meritano comunque attenzione. Decadimento cognitivo lieve o demenza iniziale: a 85 anni può esserci un calo della memoria, dell’orientamento e della capacità di inibire certi pensieri. A volte si manifesta anche con irritabilità o sospettosità. Negli anziani spesso si presenta non con tristezza evidente, ma con irritabilità, lamentele e ruminazioni. Isolamento e solitudine: parlare da sola può essere anche un modo di “tenersi compagnia”, specie se le mancano stimoli o relazioni paritarie. I conflitti madre-figlio, anche in età avanzata, possono risvegliare vecchie dinamiche di potere o bisogno di controllo, che si riversano anche su di te, come “alleata del nemico”.
Sarebbe utile che un medico di base o un geriatra la visitasse, per capire se c’è un vero declino o solo stress e confusione passeggera.

Rispetto alla gestione emotiva e relazionale, credo che la gentilezza non significhi subire o fingere di non notare: puoi mantenere il tuo stile cortese, ma senza sentirti obbligata a tollerare comportamenti ingiusti. Inoltre, non prenderla sul personale. Quando è confusa o parla da sola, ricordati che quelle parole nascono dal suo stato mentale, non da un reale giudizio su di te. È come se stesse “proiettando” le sue frustrazioni.
Può essere utile proteggere il tuo spazio interno. Se ti accorgi che l’ascoltare le sue parole ti fa male, puoi limitare il tempo passato insieme, oppure spostarti in un’altra stanza senza sentirti in colpa. E magari provare ad evitare i confronti diretti nei momenti di confusione. In quelle fasi, ogni tentativo di spiegare o difendersi peggiora la tensione. Se invece ci sono momenti di lucidità, puoi dirle qualcosa come: “A volte mi sembra che lei si arrabbi con noi. Mi dispiace molto se si sente trascurata, io ci tengo a mantenere un clima sereno in casa.” Questo tipo di comunicazione “Adulto-Adulto” evita accuse e apre uno spazio di dialogo, se possibile. Potrebbe essere utile parlarne con tuo marito con delicatezza. Evita di entrare nel conflitto tra loro, piuttosto condividi le tue osservazioni e preoccupazioni come fatti, non come giudizi: “Ho notato che tua mamma a volte è confusa o parla da sola, e questo mi preoccupa per la sua salute. Magari sarebbe utile parlarne con il medico.”È normale che tu provi rabbia e impotenza, anche se cerchi di restare gentile. La rabbia, in questo caso, è il segnale che stai proteggendo il tuo spazio emotivo. Non è cattiveria: è un bisogno di confine, che va rispettato.
Se vuoi, posso aiutarti a riflettere su ciò che accade dentro di te in questi contesti e accompagnarti in questo percorso di conoscenza personale.

Dott.ssa Chiara Sberna

Dott.ssa Chiara Sberna

Milano

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Buongiorno Alessia,
capisco bene quanto possa essere difficile trovarsi in una situazione del genere: da un lato il desiderio di mantenere un clima sereno in casa, dall’altro la fatica emotiva nel convivere con comportamenti che possono ferire o confondere. Quello che descrive – la confusione, il parlare da sola, i momenti di rabbia o di discorsi incoerenti – potrebbero essere segnali di un possibile decadimento cognitivo legato all’età, ma anche manifestazioni di stress, solitudine o disagio emotivo. Per questo motivo sarebbe importante non trarre conclusioni da soli, ma consultare il medico di base o uno specialista geriatra o neurologo, che potrà valutare in modo accurato la situazione e consigliare eventuali approfondimenti. Nel frattempo, il suo atteggiamento – mantenersi educata, gentile e non reagire impulsivamente – è già molto adeguato in questa situazione. Tuttavia, è comprensibile che lei provi rabbia: anche i familiari hanno bisogno di sostegno. Cerchi, se possibile, di ritagliarsi spazi per sé e di condividere con suo marito le difficoltà, così da affrontarle insieme invece che da sola. 
È importante e
vitare di affrontare direttamente sua suocera nei momenti di confusione o irritazione e cercare di proseguire nel mantenere un tono calmo e rispettoso, ma ponendo dei limiti chiari se i comportamenti diventano troppo pesanti. Le consiglio di invitare suo marito a parlare con il medico per un controllo cognitivo e una valutazione più precisa, fondamentale in questi casi. Si conceda anche lei del tempo per riposare e sfogare lo stress: prendersi cura di chi invecchia può essere molto impegnativo.

Un saluto, 
Susanna Mancini

Buonasera,

effettivamente la cosa migliore è, come sta facendo, essere con lei sempre educata e gentile. Se nonostante ciò le rimane un vissuto di rabbia, le consiglierei di provare a parlare con sua suocera, in un momento in cui le sembra tranquilla, per un chiarimento e anche per capire se ci fossero realmente segni di decadenza mentale. In ogni caso parlandole avrebbe poi più elementi per decidere cosa eventualmente fare, se parlarne anche con suo marito o invitare lui e la madre a un dialogo.

 

Dott.ssa Roberta Daminelli

Dott.ssa Roberta Daminelli

Bergamo

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Gentile Alessia,
capisco bene che la situazione che mi racconti non è affatto semplice, anzi, sembra proprio un bel groviglio di relazioni, emozioni e cambiamenti dovuti all'età. È assolutamente normale sentirsi arrabbiati e frustrati: da una parte, cerchi di tenere tutto in equilibrio e di essere gentile, ma dall'altra ti trovi di fronte a comportamenti che ti fanno star male e ti fanno sentire quasi senza via d'uscita.

Cominciamo col dire che arrabbiarsi non è un errore, anzi! È una reazione del tutto normale quando si vive ogni giorno in un ambiente teso, soprattutto se ci si impegna tanto per essere sempre gentili e comprensivi. L'importante è che questa rabbia non si trasformi in senso di colpa o rancore: prendila piuttosto come un campanello d'allarme che ti segnala che la situazione è pesante e che forse hai bisogno di ritrovare un po' di serenità.

Per quanto riguarda il comportamento di tua suocera: quello che mi descrivi — la confusione, i discorsi da sola, le frasi senza un filo logico o i commenti fuori luogo — potrebbero far pensare a un inizio di problemi cognitivi, ma è meglio non saltare subito a conclusioni affrettate.
Le ragioni possono essere diverse: dallo stress o la solitudine, ai disturbi del sonno, la depressione tipica dell'età, gli effetti indesiderati dei farmaci, fino ad arrivare a vere e proprie forme di demenza.

Ti consiglierei, con tatto, di parlarne con tuo marito e valutare insieme se sia il caso di farla visitare da un geriatra o un neurologo. Un medico saprà capire se si tratta di un problema cognitivo o di altro genere, e potrà suggerire cosa fare (esami, esercizi per la mente, terapie, eccetera).

Un caro saluto

Dott. Fabiano Foschini

Dott. Fabiano Foschini

Milano

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Buonasera, le consiglio di rivolgersi a un medico per verificare da cosa dipendano i  segni di confusione. Capisco la sua rabbia per le cose poco carine ma vale la pena, dato che il vostro è sempre stato un buon rapporto, da quanto dice, fare una verifica delle sue condizioni attuali.

Le invio un caro saluto

Elisabetta Ghezzi

Dott.ssa Elisabetta Ghezzi

Dott.ssa Elisabetta Ghezzi

Milano

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Salve Alessia,

Capisco possa essere poco piacevole sentirsi attaccati, però sì è possibile che vi sia un problema neurocognitivo o psichiatrico dietro. Una prima mossa potrebbe essere parlare con il medico di base per avere delle indicazioni su come agire. Magari lui parlandoci potrebbe cogliere segnali rilevanti e capire come intervenire.

Dott.ssa Valeria Manni

Dott.ssa Valeria Manni

Roma

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Ciao Alessia,

quello che descrivi è comprensibilmente faticoso: convivere con una persona anziana, specie quando mostra cambiamenti nel comportamento o nell’umore, può generare tensione e sentimenti contrastanti, anche se si cerca di restare calmi e rispettosi.

Alcuni dei comportamenti che noti — confusione, tendenza a parlare da sola, discorsi incoerenti o momenti di irritabilità — possono effettivamente essere segnali di un iniziale decadimento cognitivo o di un disturbo dell’umore legato all’età, ma non sempre. A volte si tratta di reazioni emotive a una percezione di perdita di controllo, solitudine o gelosia nei confronti della relazione tra il figlio e la nuora.

Può essere utile parlarne con tuo marito, concordando insieme un modo sereno di proporre alla madre una valutazione medica o neurologica, che aiuti a capire se si tratta di una questione clinica o relazionale. Nel frattempo, la strategia che già adotti — restare educata e non reagire agli sfoghi — è molto sana. Se possibile, cerca anche di proteggere i tuoi spazi emotivi: non tutto ciò che dice ti riguarda davvero, anche se può ferire.

Quando l’età avanza, spesso le parole diventano espressione di un disagio più che di un pensiero lucido. Tenerlo presente può aiutarti a prendere distanza emotiva senza chiuderti nella rabbia o nel risentimento.

Se senti che questa convivenza sta diventando troppo pesante o confusa da gestire da sola, può essere utile uno spazio di confronto psicologico per capire come tutelare te stessa e mantenere un equilibrio familiare più sereno. A volte il primo passo è proprio concedersi un luogo in cui essere ascoltati, per ritrovare calma e chiarezza.