Smetti di raccontartela se vuoi “guarire”: smascherare gli alibi che impediscono il cambiamento

Quando si è bloccati in un cambiamento significa che una parte di noi proprio non ne vuole sapere. Come dentro di noi c'è una parte saggia che risiede nell'inconscio, così esiste una parte involuta, immatura e timorosa dei cambiamenti che risiede nel subconscio. Questa parte ha interesse a che noi rimaniamo nella medesima situazione disfunzionale, perché questo arreca un vantaggio secondario, spesso inconsapevole, al quale la persona non vuole rinunciare. Per mantenere questo vantaggio il subdolo inconscio porta la persona a creare una serie di ALIBI RAGIONEVOLI per mantenere uno status quo nei fatti irragionevole. E così la persona finisce per accanirsi contro questo alibi facendo di esso la ragione della sua infelicità. Vediamo quindi gli alibi più frequenti per non evolvere:

1. La paura di determinate situazioni

2. La mancanza di tempo

3. Un sintomo fisico o psicologico

4. La mancanza di soldi

5. Il giudizio degli altri

Vediamoli uno per uno.

1. La paura di determinate situazioni è un alibi in quanto la paura, se davvero è la colpevole del tuo malessere, la puoi superare solo guardandola e affrontandola. Altra via non c’è. Chiaro che da solo non si possa fare, serve un supporto esterno. Ma laddove, anche con questo supporto, continui a non voler affrontare, a non volerti esporre, allora vuol dire che non vuoi veramente evolverti. Perché nessuno ti chiede di fare passi più lunghi della gamba ma nemmeno  puoi credere di uscire da un problema senza muovere un passo. In questi casi sfugge il fatto che la paura era arrivata con uno scopo ben diverso da quello che noi gli abbiamo attribuito: la paura arriva infatti per destabilizzare un certo ordine di vita che deve essere trasformato, ma noi lo trasformiamo in un alibi per restare esattamente dove si era. Quindi, smetti di dirti come un mantra che stai male per colpa dell’ansia, della paura, della fobia ecc. Hai l’ansia, la paura, la fobia perché stai male e se non ti decidi a guardarle in faccia non ne uscirai mai

2. AHHH il tempo, questa entità sempre insufficiente!! “Non ho tempo per fare EFT”; “Non ho tempo per fare l’esercizio”; “n posso lasciare i miei figli da soli”; “Devo preparare la cena a mio marito”. Se anche tu ti trovi sovente a usare questo alibi vuol dire che stai tentando di cercare legittimità all’idea che la vita non ti appartiene veramente, che  non hai nessun potere di gestirla, e che  devi sottostare ad una serie di doveri e di obblighi urgenti, improrogabili e incalzanti. La menzogna esistenziale sottesa è quindi che vorresti cambiare ma non puoi. Ma questo nell’ottica dell’Evoluzione Interiore Psicosomatica non può esistere e non ha senso, dal momento che la vita è tua, ti appartiene e quindi perché farsela gestire da impegni sui quali tu hai il potere decisionale? Il tempo è tuo, sei tu che lo gestisci e sei tu che decidi come impiegarlo. Lo scopo del percorso EIP è riprendere il POTERE DI AUTODETERMINARSI, perciò qualsiasi menzogna basata sul “non ho tempo” non è accettabile per nessun motivo. Vuoi forse dire che non sei abbastanza importante da non meritare per te stesso tempo sufficiente? Vuoi forse dire che il tuo cambiamento non merita più tempo di altre cose?

3. Il terzo alibi più frequente riguarda i soldi. “Non ho soldi per fare un percorso”; “Non me lo posso permettere”. È un tema che si sa bene essere sempre vincente: “Del resto c’è crisi”. Telegiornali, giornali, radio, blog, social network: tutti ci bombardano quotidianamente con questa crisi. L’interesse dei media è farci vivere nella paura perché nella paura si è manipolabili. L’alibi subconscio del cliente “che non ha soldi” è che non può permettersi di stare bene, non se lo merita, non può concedersi di investire su se stesso perché ci sono cose molto più importanti che hanno la precedenza. La verità è che non ci si ritiene abbastanza di valore da investire su sé stessi. Per la legge di attrazione vi posso assicurare che quando si vuole davvero cambiare allora  i soldi arrivano. Sperimentato sulla mia pelle e su quella dei miei clienti che davvero volevano cambiare le loro vite. Ma non solo: ho fatto vari esperimenti in questo senso. Un giorno a una cliente che mi disse di non avere soldi per venire due volte al mese dissi: “Benissimo….facciamo così. Le vengo incontro e facciamo gratis. Lo faccio solo con lei, non lo dica ad anima viva”. Peccato che nonostante questo sopraggiunsero inevitabilmente gli altri alibi: “Non ho tempo”; “Ho paura di affrontare quella situazione” “La mia ansia me lo impedisce” ecc. La verità è solo una: se vuoi veramente cambiare, ma veramente e con tutto te stesso, ogni cellula del tuo corpo e ogni parte del tuo Universo cospireranno affinchè questo avvenga. E tu allora troverai le risorse, di tempo, soldi, impegno ecc per seguire questo percorso. Questa è la pura e semplice verità. In caso contrario le uniche cose che saprai trovare saranno alibi e scuse.

4. L’alibi quattro è altrettanto potente: “Con questi sintomi non posso fare niente”; “Se faccio questa cosa mi viene la tachicardia”. Scuse, alibi, ancora una volta. Sei schiavo del tuo corpo o ne sei padrone? Anche qui ciò che credi determina la tua realtà. Nella maggior parte dei casi la condizione somatica non impedisce di fare TUTTO come invece la persona che ha sintomi spesso vuole far credere. In qualsiasi condizione patologica c’è sempre qualcosa che possiamo fare per darci benessere. A una persona che aveva artrite reumatoide e che amava stare nella natura dissi di andare comunque in un posto immerso nella natura e fare quel che poteva, anche se erano solo 20 passi. “Ma è frustrante non poter fare di più”; “Mi vergogno a farmi vedere col 3 piedi”. Non importa! Vali così poco da raccontarti tutte queste fandonie? Sei così poco di valore da permetterti di depotenziare te stesso in questo modo? Da persona che frequenta regolarmente la montagna posso portare esempi a iosa di chi ha scelto di non trasformare la sua condizione in un alibi: un ragazzo amputato che scia con un seggiolino; un altro ragazzo che fa arrampicata sportiva con la protesi alla gamba…e potrei farne molti altri. E allora? E di certo la maggior parte dei clienti che vedo hanno condizioni somatiche molto più lievi della mancanza di un arto. Eppure permettono alla loro sintomatologia di farla da padrona nella loro vita. Ma ovviamente così è impossibile qualsiasi evoluzione.

5. il giudizio degli altri è un altro alibi frequente per non evolversi: “Ma che penserà tizio?”; “ma che figura ci faccio con Caio?”. Ma chissenefrega, dico io. Vali così poco da cedere a qualcun altro il potere di autodeterminarti? Il potere di decidere cosa è giusto e sbagliato per te? Chi sono Tizio e Caio per dirti come devi vivere, come ti devi comportare, come ti devi vestire, con chi devi stare, cosa devi pensare ecc??? Per quale ragione hai investito Tizio e Caio di un simile potere? Smetti di appoggiarti su questo alibi e fai ciò che ti va e che ritieni giusto per te stesso. E riconosci che il giudizio altrui non c’entra un fico secco: sei tu che ti giudichi e proietti questo giudizi fuori di te. Ma soprattutto, riconosci che la verità nascosta dietro l’alibi del giudizio è la mancanza di coraggio di assumerti la responsabilità di te stesso. Così magari ti suona peggio, ma è la verità. E dirsi la verità è fondamentale in un percorso EIP. Qui non si viene a chiedere che le proprie menzogne vengano legittimate, altrimenti puoi parlarne col tuo amico che ti dirà ciò che vuoi sentirti dire perché anche lui non vuole perdere la tua approvazione.

Posso fare due esempi. Mara, una donna di 46 anni è rimasta per anni aggrappata a un alibi economico per non interrompere la sua relazione: non lavorava e diceva di non trovare lavoro. In realtà quella situazione le faceva comodo così come era, perchè ciò arrecava un enorme vantaggio secondario, ovvero quello di non assumersi la responsabilità di sè stessa. Diceva di non trovare lavoro ma la verità era che non si sforzava di trovarne uno e la sua energia non era affatto sintonizzata sull'abbondanza, bensì sulla scarsitàin qualsiasi cosa. Un giorno però questo grande vantaggio cadde: fu il marito a prendere la decisione per lei: con il pretesto di uno scatto di carriera si trasferisce in un'altra città e col tempo chiede il divorzio. I soldi del mantenimento tuttavia non sono sufficienti a ciò che a lei serve e così si trova costretta a uscire bruscamente dalla sua comfort zone. A quel punto ecco che il lavoro resosi necessario arriva e Mara trova un'occupazione in un call center dell'enel. Da quel momento la sua vita inizia pian piano a cambiare dal momento che deve necessariamente assumersi la responsabilità di sè stessa. Secondo caso: Anna, obesa da anni. Ha provato diete su diete senza successo duraturo. Piano piano entra in un vortice depressivo che la porta ad autocommiserarsi continuamente su quanto sia brutta, sfigata, allontanata da tutti. La sua situazione in realtà le dava un vantaggio secondario e il peso si era trasformato in un alibi: da un lato non affrontava la vita, dall’altro dava la colpa a qualcosa (il peso) che credeva di non poter cambiare. E che il peso era solo un alibi divenne chiaro quando un giorno il medico curante le disse che aveva i valori della glicemia molto alti e che avrebbe rischiato un diabete se non si decideva a dimagrire: che se aveva provato 10 diete senza successo era il caso di fare il bypass gastrico prima che la situazione degenerasse. Ma Anna non volle saperne. Se quel peso fosse davvero stato il problema perché rifiutare quella soluzione che le avrebbe dato il tanto agognato aspetto fisico desiderato? Perché nei fatti non voleva uscire da quella situazione che le permetteva di non affrontare realmente la vita e continuare a perpetrare quel copione da “perdente e sfigata” (come ei si definiva) che era diventato da anni la sua seconda pelle. Se non staniamo questi vantaggi e alibi e non ci distacchiamo da essi non potrà cambiare nulla nella nostra vita.

E allora tu a chi scegli di affidare il tuo potere? A fattori esterni che giudichi più grandi di te? O vuoi deciderti a riconoscere in te il potere di autodeterminarti? Il potere di scegliere sempre e comunque? Basta fare la vittima! Tu e solo tu puoi creare la tua vita. Perché preferisci restare attaccato all’idea che tu sei la vittima inerme di qualcosa che non puoi cambiare?? Perché preferisci sentirti impotente di fronte a una vita che ti piomba addosso? Chi altri può cambiarla se non tu?? Vuoi cambiare veramente? Allora l’Universo cospirerà con te per farti trovare tempo, soldi, coraggio. Senza scuse e senza alibi. E  come dice Larry Winget “Stà zitto, smettila di lamentarti e datti una mossa”.

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