Buonasera, mia figlia ha 6 anni e frequenta la scuola primaria. Con lo studio, tutto sommato, va bene, ma ha problemi con i compagni di classe. Dice che le compagne tendono ad escluderla, che nessuno vuole giocare con lei, o gioca con lei solo se non c'è nessun altro. Dice che la provocano affinché lei risponda o che le fanno sempre del male. È delusa da una bambina che è stata la sua migliore amica per anni e che adesso preferisce la compagnia di altre bambine. Dice che alla fine non ce la fa a resistere e si difende, e poi viene sgridata dalle maestre, ma che le liti non le comincia lei. Piange raccontandomi episodi di litigio, dice che non ne può più e che non capisce perché nessuno la vuole. Mi chiede di cambiarle scuola.
Ci tengo a precisare che in quella scuola ormai ci va da 4 anni ed è sempre stata voluta bene dagli altri e non ha mai avuto problemi di socializzazione. Non so come aiutarla ora, sicuramente sentirò la scuola per approfondire.
Buongiorno Dalia
la scuola può essere un luogo molto problematico per i bambini, integrarsi e socializzare non è sempre semplice. Sicuramente parlare con le maestre per farsi spiegare cosa succede è una buona mossa, anche per avere il loro punto di vista. Magari notano delle dinamiche in particolare che possono essere rilevanti.
Le consiglierei però anche di far fare dei colloqui alla piccola con uno/a psicologo/a, per capire bene il suo punto di vista ed il suo vissuto. Magari in questo modo si riesce a capire bene cosa succede e come aiutarla.
Roma
La Dott.ssa Valeria Manni offre supporto psicologico anche online
Buonasera Dalia,
grazie per aver condiviso con tanta sensibilità e attenzione la situazione di tua figlia. È evidente quanto tu sia presente per lei e attenta al suo benessere, ed è già un elemento fondamentale di sostegno in un momento per lei così difficile. A 6 anni, il mondo delle relazioni è ancora fragile e in evoluzione: le amicizie sono intense, ma spesso anche instabili e influenzate da dinamiche di gruppo che i bambini faticano a comprendere e gestire. Il dolore che tua figlia prova per l’esclusione, il senso di ingiustizia e la delusione per l’allontanamento della sua migliore amica sono esperienze emotivamente forti, soprattutto per una bambina abituata ad essere benvoluta e accolta.
Hai già colto un punto fondamentale: parlare con le maestre. È importante capire se ciò che tua figlia racconta trova riscontro anche a scuola, oppure se ci sono dinamiche che lei interpreta in modo amplificato a causa della sofferenza. Chiedi loro un quadro oggettivo: come interagisce tua figlia con gli altri?, come reagisce nelle situazioni conflittuali?, cosa osservano nei momenti di gioco libero?
Questo confronto può aiutarti a distinguere tra episodi puntuali, dinamiche di gruppo tipiche di quell’età o vere e proprie situazioni di esclusione o bullismo.
Per tua figlia, essere ascoltata e accolta nelle sue emozioni è essenziale. Anche se i comportamenti degli altri bambini non sempre hanno la gravità che lei percepisce, per lei il dolore è reale.
Aiutarla a ritrovare sicurezza può fare una grande differenza. Questo può avvenire:
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incoraggiando attività extrascolastiche (sport, musica, arte) dove possa sperimentare relazioni diverse e successi personali;
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proponendole giochi cooperativi con uno o due compagni, magari fuori dall’ambiente scolastico, se ci sono bambini con cui potrebbe andare d'accordo;
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rinforzando l’idea che il suo valore non dipende dall’approvazione di tutti.
È comprensibile che tua figlia desideri "fuggire" da una situazione che la fa soffrire. Tuttavia, cambiare scuola senza aver prima compreso e affrontato le dinamiche attuali rischia di riprodurre il problema altrove.
Potrebbe essere utile coinvolgere uno psicologo dell’età evolutiva per aiutarla a dare un senso a ciò che sta vivendo e per sostenerla nel trovare risorse interne per affrontarlo.
Dott,ssa Antonella Bellanzon
Massa-Carrara
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