combattere lo stress

Introduzione
Nella società odierna, caratterizzata da un ritmo di vita sempre più frenetico, capita a tutti di sentirsi sempre più stressati. Molte delle attività che svolgiamo quotidianamente infatti, come il lavoro o lo studio, risultano essere delle fonti di stress.  In questo articolo, riprendendo la pubblicazione sul tema dello stress di Plaino e Berizzi (“Plaino C. & Berizzi M. (2011). Scheda stress-lavoro correlato, Finanziare la formazione continua, (a cura di) L. Colombo, Franco Angeli”) parleremo dello stress lavoro correlato. Approfondiremo, inoltre, come sia importante riuscire a riposarsi realmente durante le vacanze, in modo da riuscire a scacciare lo stress una volta per tutte.   

Le differenze tra stress positivo (eu-stress) e negativo (di-stress)
Lo stress è parte integrante della nostra vita, è fisiologico ed è una risposta più che naturale del nostro organismo a stimoli esterni che provengono dall’ambiente. Naturalmente dobbiamo fare un grande distinguo: c’è una parte dello stress che ci aiuta ad essere performanti e stimolati ed una parte che, diversamente, ci deprime, ci abbatte, ci scarica e mette a dura prova il nostro corpo e conseguentemente la nostra psiche. Per quanto concerne le caratteristiche dello stress, Selye (1936) fu il primo ad identificarne due diverse tipologie che lui chiamò di-stress (o stress negativo) ed eu-stress (o stress positivo). Il di-stress si ha quando degli stimoli stressanti instaurano un logorio progressivo, fino ad arrivare alla rottura delle difese psicofisiche. Si evidenziano quindi delle situazioni in cui le condizioni di stress permangono anche in assenza di eventi stressanti, oppure l’organismo reagisce a stimoli di lieve entità in maniera sproporzionata. Lo stress positivo o eu-stress si ha, invece, quando uno o più stimoli allenano la capacità di adattamento psicofisica individuale; esso diviene quindi una forma di energia utilizzata per potere raggiungere un obiettivo in modo più agevole.

Stress lavoro-correlato: una premessa storica
Lo stress è un argomento che da sempre ha riscosso l’attenzione di molti studiosi. Il primo ad affrontare questo tema fu Young, che ufficializzò la legge di Hooke, osservando che “il rapporto fra il cambiamento di dimensioni di un oggetto e le dimensioni originali dovuto a forze esterne” era imputabile al principio di stress ed in particolare al concetto di “resilienza”. Con tale termine, attraverso una definizione contemporanea, si può indicare la capacità di persistere nel perseguire obiettivi sfidanti, fronteggiando in maniera efficace le difficoltà e gli altri eventi negativi. Successivamente Cannon postulò la teoria della “reazione d’allarme come risposta organica di un soggetto ad un pericolo esterno” eseguendo studi e ricerche sulle ghiandole surrenali e sulla loro risposta agli stimoli esterni. Proseguendo nella storia, Selye concettualizzò lo stress come “la sindrome di adattamento a-specifica alle sollecitazioni dell’ambiente interno e/o esterno”. Questa definizione è ancora oggi assolutamente attuale poiché rileva l’importanza sia dell’ambiente esterno che di quello interno come potenziali stimoli condizionanti per la salute del lavoratore: lo stress visto come la risposta non specifica dell’organismo umano di fronte a qualsiasi stimolo che innesca una reazione di adattamento che può arrivare ad essere patologica è ciò che si dovrebbe tener presente nella rilevazione dei fattori lavoro-correlati in azienda. Pensare di inserire nell’organico aziendale due persone diverse nella stessa mansione e quindi ottenere il medesimo adattamento diviene non solo un’ingenuità ma anche un potenziale evento stressogeno che deve essere considerato come elemento stress lavoro-correlato e quindi debitamente affrontato. Persone diverse si adattano alle medesime mansioni utilizzando modalità diverse! Questa in assoluto è la prima e più importante regola che dovrebbe essere considerata nella valutazione dei rischi da stress lavoro-correlati.

La rilevazione dei fattori da stress lavoro-correlato
Un tentativo di rilevazione dei fattori stress lavoro-correlati è stato compiuto da Plaino e Berizzi presso un ente di pubblica amministrazione della Provincia di Bergamo, che gestisce i Fondi Nazionali per le Politiche Sociali ed il Fondo Sociale Regionale per l’attuazione dei Piani di Zona. In particolare, sono stati individuati gruppi omogenei di lavoratori e, attraverso il questionario dell’Istituto Superiore di Sanità, validato da A. Gigantesco e collaboratori (2004), si è proceduto alla rilevazione dei fattori stress lavoro-correlato. L’indagine, quindi, ha seguito due binari paralleli per quanto riguarda il personale operativo (assistenti sociali) ed il personale amministrativo (segretarie/centraliniste e responsabili amministrativi). A tutto il personale è stato somministrato il questionario, rigorosamente in forma anonima, per non minare la veridicità delle risposte presentate. L’analisi delle risposte date ha reso possibile individuare i seguenti fattori, in qualità di potenziali stressors quotidiani dei lavoratori:

1.                   Fattore organizzazione lavoro

2.                   Fattore relazioni

3.                   Fattore stress fisico

4.                   Fattore stress mentale

5.                   Fattore condizioni ambientali

6.                   Fattore orario

Il confronto fra i 6 fattori, basato sulla valutazione media riportata dai gruppi omogenei di lavoratori, ha permesso infine di individuare quale area necessita, prioritariamente, di un intervento correttivo da parte dell’azienda. Dalle analisi dei questionari, più nello specifico, sono emersi i seguenti fattori distressanti:

1. Area amministrativa:

·         Possibilità di carriera

·         Possibilità di frequentare corsi o altre iniziative di formazione

·         Possibilità di imparare e fare cose nuove sul lavoro

·         Chiarezza dei ruoli/responsabilità

·         Ritmi particolarmente veloci o intensi

·         Necessità di avere particolari abilità e/o notevole esperienza

·         Mancanza di regole, troppo è lasciato alla tua iniziativa

2. Area servizi sociali:

·         Ricevere informazioni sufficienti e non contraddittorie dai tuoi superiori

·         Chiarezza dei ruoli/responsabilità (chiarezza dei tuoi compiti e di cosa ci si attende da te)

·         Ritmi particolarmente veloci o intensi

Una volta rilevati i fattori sarà necessario impostare le relative azioni correttive e procedere ad un follow-up, a distanza di due anni circa, per valutare quali e quanti miglioramenti verranno apportati nel profilo stress lavoro-correlato verificando l’efficacia degli interventi e predisponendo, qualora si rendesse necessario, un piano per una valutazione maggiormente approfondita. Appare chiaro come la gestione del rischio stress lavoro-correlato e la rilevazione dei fattori influenti possa incidere almeno su tre livelli della vita professionale dei lavoratori:

·         Salute: benessere e qualità della vita

·         Sicurezza: minore rischio di infortuni

·         Sviluppo organizzativo: maggiore produttività

Possiamo quindi osservare come un’adeguata valutazione dei rischi derivanti da stress possa offrire l’opportunità di individuazione di elementi critici all’interno del processo produttivo ed impostare anche un Piano Formativo adeguato e personalizzato sui bisogni specifici dell’azienda.

Lo stress non va in vacanza
È proprio quando arriva l’estate e le vacanze sono ormai alle porte che la maggior parte di noi pensa di potere riuscire ad abbandonare lo stress una volta per tutte. Le vacanze, infatti, vengono viste dalla maggior parte delle persone come un momento per staccare la spina dall’ambiente lavorativo, svagarsi e rilassarsi. Non sempre però questo ci è possibile, a causa di una serie di motivazioni differenti: c'è chi ha aspettative troppo elevate, chi è in difficoltà sulla meta da scegliere, chi ha un budget limitato, chi non ha ancora deciso con chi partire, chi non sa cosa mettere in valigia, chi ha paura della prova costume e chi teme il volo in aereo.

È interessante, quindi, indagare quanto le vacanze siano realmente un momento di relax. I fattori che vanno considerati sono principalmente tre:

·         Soglia di stress: ognuno di noi durante l’anno lavorativo accumula nel proprio corpo un determinato livello di stress. Se lo stress accumulato è eccessivo, può estendersi anche al periodo di vacanza, non consentendoci quindi di rilassarci appieno. La vacanza, inoltre, può essere investita di grandi aspettative, che rischiano di essere deluse. Un consiglio, quindi, è quello di cercare di scaricare la tensione accumulata anche durante il periodo lavorativo, in modo da arrivare in vacanza più sereni e rilassati. In vacanza, inoltre, può essere utile mantenersi in movimento svolgendo dell’attività fisica, senza però affaticarsi troppo.   

·         Tipologia di vacanza: è molto importante scegliere in modo accurato la vacanza da svolgere. Non tutte le mete, infatti, possono aiutarci a combattere lo stress. Un primo consiglio è quello di scegliere un pacchetto organizzato ed una meta conosciuta, progettando la vacanza con calma e in anticipo, optando per ciò che crea meno tensione e preoccupazione. La vacanza inoltre deve essere interpretata come meglio si crede, non ci si deve sentire costretti a partire, solo per omologarsi agli altri, nel caso si preferisca trascorrere le vacanze a casa.

·         Ansia da organizzazione: è fondamentale, per prepararsi a svolgere una vacanza davvero rilassante, non farsi prendere dall’ansia pre-partenza. Non bisogna quindi preoccuparsi eccessivamente per esempio per i preparativi della valigia, poiché anche nel caso in cui si dimenticasse a casa qualcosa non è un dramma! Inoltre, anche quando si cerca di organizzare ogni cosa nei minimi particolari, l’imprevisto può sempre accadere e quindi bisogna essere preparati a gestire ogni eventualità in modo positivo.

Conclusioni
Lo stress risulta essere parte integrante della vita di ognuno di noi. Può verificarsi soprattutto nell’ambito lavorativo; per questo motivo è importante che vengano svolte delle rilevazioni dei fattori di stress lavoro-correlato nelle aziende, in modo da potere suggerire dei miglioramenti che possano aiutare i lavoratori a percepire il proprio ambiente di lavoro come meno stressante. Per fare questo possono essere chiamati ad agire degli psicologi, specializzati in ambito lavorativo e delle organizzazioni aziendali. Lo stress, inoltre, può essere in agguato anche nel periodo delle vacanze estive. Bisogna evitare di pensare che le vacanze possano risolvere ogni nostro problema, poiché in questo modo si rischia di rimanere delusi o peggio ancora di ritrovarsi, al rientro a casa, a dover combattere contro un carico di stress ancora più elevato. Per quest’ultimo motivo è fondamentale godersi il momento della vacanza giorno per giorno, senza anticipare mentalmente il ritorno a casa, atteggiamento che avrebbe solo delle ricadute psicologiche negative. Infine, in caso in cui si continui a percepire l’influenza negativa dello stress  su se stessi, può essere utile rivolgersi ad un professionista psicologo, in un centro specializzato, che aiuti nella sua gestione. 

Riferimenti bibliografici
Gigantesco A. et al. (2004) La valutazione della condizione lavorativa in popolazioni del settore sanitario. Medicina del lavoro, 95,6: 431-440.

Gorgone E. et al. (2005) Nutrienti nella prevenzione dello Stress Ossidativo. Biochimica clinica, 29, 320-324.

Gabassi P.G. (2003).Psicologia del lavoro nelle organizzazioni, F. Angeli, Milano, 2003, 167.

Plaino C. & Berizzi M. (2011). Scheda stress-lavoro correlato, Finanziare la formazione continua, (a cura di) L. Colombo, Franco Angeli

Selye H. "Stress and disease". Science, Oct.7, 1955; 122: 625-631

Selye H. (1936) A Syndrome Produced by Diverse Nocuous Agents, The Journal of Neuropsychiatry and Clinical Neurosciences

Trabucchi (2007) Resisto dunque sono, Corbaccio, Milano

Autori

Dott.ssa Passoni Flavia Ilaria (Psicologa, Psicoterapeuta, Dir. Scientifico  di Synesis Psicologia®)

Dott. Carlo Plaino, (Psicologo, Psicoterapeuta, Formatore)

Dott.ssa Laura Balduchelli  (Dott.ssa in Psicologia)

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