Mio marito lavora fuori

Rosalinda

Buongiorno, sto con mio marito da 26 anni, niente figli e un rapporto stupendo. Viaggiamo molto andiamo d'accordo su tutto tanto che 13 anni fa abbiamo aperto un'attività commerciale insieme. Per me era un sogno che diventava realtà. Si stava insieme 24 ore al giorno. Nel lavoro diventavamo colleghi, fuori più innamorati che mai. Poi un amico gli propone di fare un concorso per l'insegnamento per avere una seconda entrata e lui, sicuro di non vincere, lo fa e lo vince. Risultato, viene chiamato a 1500 km di distanza da me continuando a lavorare a distanza per la nostra attività e tornando a casa quasi ogni fine settimana. Contemporaneamente muore mio padre a cui ero legatissima e mia suocera. Mi sono appoggiata a casa di mia madre che abita molto vicino alla sede del mio lavoro, ma con cui non ho praticamente rapporti. E anche con mio suocero siamo molto diversi caratterialmente. Mangio sempre sola e l'anno scorso ho perso 12 kg in un fisico già magro. La scuola sta per iniziare e io non faccio altro che piangere di nascosto perché tra poco lui andrà via. Esco anche con amiche, ma mi manca lui. Durante lo scorso inverno, restavo a lavoro anche durante la pausa pranzo e quando tornavo la sera, mia madre aveva già cenato e non mi salutava quasi mai. Anche mio marito vorrebbe tornare, ma sarebbe un peccato abbandonare tutto. Non siamo più tanto giovani e vorrei godermi le mie giornate con lui anziché sola. Il mio lavoro con il pubblico è solo una grandissima ipocrisia con tutti. Nessuno sa quello che ho dentro e alcune volte faccio pensieri brutti. Sono troppo stanca e sola. Due persone mi amavano e mi hanno abbandonato.

6 risposte degli esperti per questa domanda

Cara Rosalinda, 
innanzitutto grazie per aver condiviso la sua storia. Leggendo le sue parole, emerge come per lei l'amore sia una solida rete di sicurezza. Quando questa rete si allenta o si spezza, è naturale sentirsi smarrite e vuote.

Il fatto che si sia trovata a vivere in una situazione di distanza emotiva e fisica, pur avendo persone vicine come sua madre e suo suocero, rende ancora più evidente il suo isolamento. Il corpo fa da specchio alla mente: la perdita di peso che ha menzionato è un chiaro segnale che il suo corpo sta risentendo del dolore vissuto dalla sua mente.
Ciò che non dice la separa sempre più dall'esterno e questo si verifica anche nel contesto lavorativo. La sua vita interiore è attualmente così distante da quella esteriore che il peso di far conciliare le due le fa prosciugare energie.

Provo a porle una domanda che, mi auguro, possa aiutarla a riflettere. Quale "sogno" ritiene sia più importante salvare in questo momento: quello di un lavoro di successo o quello di una vita vicino e insieme alla persona che ama? Non c'è una risposta giusta o sbagliata. C'è solo la sua.

La sua storia mi ha toccato profondamente. Le auguro di trovare uno spazio sicuro dove potrà non nascondersi, aprire le porte al suo dolore, alle sue paure, senza sentirsi giudicata. Non è sola, Rosalinda. A volte chiedere aiuto è la vera forza, il primo passo per tornare a respirare.

Dott.ssa Eleonora De Santis

Dott.ssa Eleonora De Santis

Dott.ssa Eleonora De Santis

Roma

La Dott.ssa Eleonora De Santis offre supporto psicologico anche online

Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo il disagio che può sperimentare e quanto sia impattante sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stessa utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL

Dott. Francesco Damiano Logiudice

Dott. Francesco Damiano Logiudice

Roma

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Cara Rosalinda, 

grazie per aver condiviso con tanta sincerità e profondità un pezzo così intimo della tua vita. Leggendo le tue parole si percepisce chiaramente quanto amore ci sia stato, e ci sia ancora, tra te e tuo marito, ma anche quanta fatica stai vivendo oggi, tra solitudine, lutti, cambiamenti e quel senso di perdita che sembra essersi sedimentato nel tempo.

A volte è difficile tenere insieme i pezzi della nostra identità quando le circostanze della vita sembrano allontanarci da ciò che ci ha resi felici. È importante validare quello che stai vivendo: la tua sofferenza, non è debolezza. Spesso, chi lavora con gli altri, come tu stessa accenni, è abituato a "reggere", a "funzionare", anche quando dentro qualcosa si incrina.

Hai fatto un primo passo importante scrivendo queste righe. Ti invito a considerarne un altro: rivolgerti a un professionista che possa affiancarti in questo momento, non per “curare” qualcosa di rotto, ma per ritrovare insieme uno spazio dove puoi essere ascoltata, capita e sostenuta senza maschere. 

Parli di “pensieri brutti” e di sentirti troppo stanca e sola. Queste frasi non vanno ignorate. È fondamentale che tu possa parlarne in un luogo protetto, dove tutto ciò che senti abbia diritto di esistere e possa trovare nuove forme di significato.  

Forse non si tratta di scegliere tra la tua vita e quella di tuo marito, ma di immaginare insieme un nuovo equilibrio, anche dentro te stessa, dove le mancanze non cancellino tutto ciò che di bello avete costruito, e dove la tua voce possa tornare a contare. 

Ti mando un pensiero di vicinanza. Non sei sola, anche se ora può sembrarlo.

Con stima,
Dott.ssa Sofia Basso

Dott.ssa Sofia Basso

Dott.ssa Sofia Basso

Catania

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Buongiorno,

dalle sue parole traspare con grande chiarezza tutta la stanchezza, la solitudine e la sofferenza che sta vivendo. Capisco bene quanto sia doloroso ritrovarsi improvvisamente senza più i punti fermi che davano equilibrio alla sua vita: la vicinanza costante di suo marito, la perdita di persone care, e un ambiente familiare che non riesce a darle sostegno.

Il legame con suo marito resta forte e autentico, ma la distanza e i cambiamenti degli ultimi anni hanno creato un vuoto che non è semplice colmare, e che inevitabilmente la porta a sentirsi sola anche nei momenti quotidiani. È naturale che questo la faccia sentire stanca, scoraggiata e arrabbiata.

Proprio per questo è importante che lei non resti da sola con questi pensieri. Quando la sofferenza diventa così pesante, e arrivano idee che la spaventano, è un segnale che merita attenzione immediata. Non significa che “non ci sia più speranza”, ma che ha bisogno di un sostegno concreto per affrontare questa fase.

Le suggerisco di:

  • parlarne direttamente con un professionista (psicologo o medico di fiducia), così da avere uno spazio sicuro dove poter alleggerire questo peso
  • può anche chiamare Telefono Amico (02 2327 2327) o il numero verde gratuito 1522, attivi tutti i giorni, per avere un supporto immediato e anonimo.

Un percorso terapeutico può aiutarla a gestire la solitudine, a trovare strategie nuove per affrontare il distacco e a recuperare energia per sé stessa, senza perdere ciò che di importante ha costruito con suo marito. Se lo desidera, possiamo parlarne insieme, online o in studio a Corigliano-Rossano.

Non affronti tutto questo da sola: chiedere aiuto è un passo fondamentale per stare meglio.

Un caro saluto,

Giovanni Noè – Psicologo

Dott. Giovanni Noè

Dott. Giovanni Noè

Cosenza

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Gentile Signora, è assolutamente comprensibile che lei si senta destabilizzata da questo grande cambiamento nella sua quotidianità. Dopo tanti anni di presenza costante, di vita condivisa in ogni aspetto con suo marito, è naturale che la distanza fisica abbia generato un senso di vuoto, di solitudine e anche di disorientamento emotivo. A questo si è aggiunta la perdita di figure molto significative nella sua vita, che hanno acuito questo sentimento di abbandono e di smarrimento.

Il dolore che descrive, la stanchezza, il senso di isolamento che prova, sono reazioni umane e legittime in un momento così delicato. Allo stesso tempo, è importante sottolineare che non è sola e che ci sono strumenti e percorsi che possono aiutarla a ritrovare un equilibrio interiore.

Potrebbe essere molto utile valutare un percorso di sostegno psicologico per offrirle uno spazio sicuro dove poter elaborare il suo vissuto, contattare le sue risorse personali, e riscoprire aspetti di sé che in questo momento sono messi in ombra dalla sofferenza... un percorso che le consenta di ritrovare un senso di centratura come donna, al di là dei ruoli di moglie, figlia e lavoratrice.

L’amore per suo marito emerge chiaramente dalle sue parole, così come il desiderio profondo di tornare a vivere la relazione nella pienezza della quotidianità. Magari, lavorando su di sé e aprendosi al dialogo, sarà possibile trovare insieme dei compromessi o delle nuove modalità di vivere la relazione che rispettino i bisogni di entrambi.

Anche il suo senso di abbandono merita ascolto e accoglienza: a volte, metterlo in parole e condividerlo può già essere un primo passo verso la guarigione.

Prendersi cura di sé può essere importante, non solo come reazione alla solitudine, ma come scelta attiva di amore verso se stessa: dedicarsi del tempo, coltivare ciò che la fa stare bene, anche riscoprire passioni o desideri che forse, negli anni, ha messo da parte.

Le invio un sincero augurio di forza e di fiducia.
Un aiuto è possibile e, passo dopo passo, può ritrovare il suo equilibrio!

Un caro saluto,
Dott.ssa Ilaria Volpi

● Rosalinda, complimenti per la tua forza di chiedere aiuto. Non è affatto scontata.

● La situazione interpersonale e lavorativa che descrivi evidenzia delle aree critiche di difficile gestione in autonomia.

● Sembri non avere tutti gli elementi chiari per poter decidere ed agire e la tua fase emotiva potrebbe portarti a delle decisioni più per “assecondare” il tuo disagio che per uscire da questo momento.

● Affidati con fiducia e serenità ad un tuo Professionista di fiducia con il quale condividere le tue “azioni pratiche” e le tue “gestioni emotive” contestualizzando, bene, la situazione.

📌 Nel frattempo ti propongo un esercizio pratico: fai su un foglio degli schemi che evidenzino situazione attuale con punti di forza e aree critiche e situazione futura sperata. Scrivere su un foglio uno schema breve ti porterà a focalizzare meglio le tematiche.

💡 Non mollare, ma rifletti su te stessa.

Falino Fabio

Dott. Fabio Falino

Dott. Fabio Falino

Milano

Il Dott. Fabio Falino offre supporto psicologico anche online