Immagina questa scena: sono le 23:15, il tuo laptop emette ancora quella fredda luce blu che ti sta lentamente trasformando in un vampiro moderno. La scadenza è domani, il progetto è ancora in alto mare, e la tua mente sta correndo più veloce di un treno ad alta velocità con pensieri come "Non ce la farò mai", "Sono un impostore", "Perché tutti sembrano gestire tutto meglio di me?".
Ora, cambia scenario: sono le 23:15, hai 16 anni, domani c'è l'interrogazione di matematica. Le equazioni sul libro sembrano scritte in aramaico antico. Su Instagram, i tuoi compagni pubblicano storie in cui escono, si divertono o mostrano i loro appunti perfettamente organizzati. E tu? Sei paralizzato dall'ansia, con pensieri come "Fallirò", "Non sono abbastanza intelligente", "Perché tutti sembrano capirci qualcosa tranne me?".
Due mondi apparentemente diversi, stessa esatta sensazione.
Il fatto è che lo stress non fa discriminazioni anagrafiche. Cambia il contesto, ma l'esperienza è sorprendentemente simile: quella morsa allo stomaco, il respiro che si accorcia, la mente che non si ferma mai, la sensazione che tutto stia per crollare. Nel mio lavoro come psicologo e nei principi che esploro nel mio libro "Spazzare via le foglie", vedo ogni giorno come questa esperienza sia universale – che tu sia un manager di 45 anni o uno studente di 15.
Cosa cerchiamo davvero tutti?
Dietro la richiesta di "meno stress", cosa desiderano veramente le persone di diverse generazioni? Dopo anni di lavoro con entrambi i gruppi, ho identificato aspirazioni sorprendentemente simili:
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Presenza autentica: Sia gli adulti che gli adolescenti desiderano essere pienamente presenti nella propria vita invece di perdersi nell'ansia per il futuro o nei rimpianti per il passato. Vogliono sentirsi "vivi" invece che costantemente distratti da preoccupazioni e pensieri incessanti.
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Spazio per respirare: In un mondo che richiede produttività costante, tutti cercano quei momenti di pausa in cui la mente rallenta, il corpo si rilassa e si può finalmente respirare profondamente senza l'impulso compulsivo di controllare email, notifiche o social media.
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Libertà dall'autocritica: Il dialogo interno negativo è forse il più grande sabotatore del benessere. "Non sono abbastanza bravo", "Dovrei fare di più", "Gli altri sono migliori di me" - queste frasi tormentano tanto l'adolescente prima di un esame quanto il professionista prima di una presentazione importante.
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Connessione autentica: Paradossalmente, nell'era più connessa della storia, ci sentiamo spesso profondamente soli. Entrambi i gruppi desiderano relazioni in cui possano essere veramente se stessi, senza maschere o filtri Instagram.
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Un senso di competenza: La sensazione di "ce la posso fare" è fondamentale per il benessere psicologico di ogni età. Adolescenti e adulti vogliono sentirsi capaci di affrontare le sfide che la vita presenta, senza essere sopraffatti.
Il percorso verso la trasformazione: strategie concrete, non promesse vuote
Nel mio libro "Spazzare via le foglie" critico apertamente gli approcci superficiali alla mindfulness che promettono illuminazione istantanea. La verità? Non esistono scorciatoie. Esistono però strategie concrete e scientificamente validate che possono fare una differenza reale:
1. Mindfulness basata sull'evidenza, non sulle mode
Il protocollo MBSR (Mindfulness-Based Stress Reduction) non è l'ultima moda sui social media, ma un approccio rigorosamente scientifico con oltre quattro decenni di ricerca alle spalle. Come spiego dettagliatamente nel mio libro, i benefici dell'MBSR sono stati dimostrati attraverso centinaia di studi clinici randomizzati:
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Riduzione significativa dell'ansia
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Diminuzione della depressione
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Miglioramento della qualità della vita
La buona notizia? Non serve diventare monaci o rinunciare alla vita moderna. Bastano otto settimane di pratica costante per vedere cambiamenti significativi, persino a livello neurologico.
2. Respira (ma senza complicazioni inutili)
Negli ultimi anni abbiamo assistito alla proliferazione di tecniche di respirazione sempre più complesse ed estreme. Ma come sottolineo nel mio libro, il tuo corpo sa già respirare perfettamente. Invece di complicare questo processo naturale, impara ad osservarlo:
Pratica semplice: Dedica 5 minuti al giorno all'osservazione del tuo respiro naturale. Non cercare di controllarlo, limitati a notare:
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La sensazione dell'aria che entra ed esce dalle narici
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Il movimento dell'addome o del petto
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Gli spazi tra un respiro e l'altro
Questa semplice pratica attiva il sistema parasimpatico, abbassa i livelli di cortisolo e riduce l'attività dell'amigdala, il nostro "centro d'allarme" cerebrale.
3. Trasforma i momenti di noia in opportunità di pratica
Sia per gli adolescenti che per gli adulti, la giornata è piena di "tempi morti" che possono diventare preziosi momenti di pratica:
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La fila al supermercato
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L'attesa dell'autobus
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I minuti prima di una riunione o lezione
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Il tragitto casa-scuola o casa-lavoro
Invece di rifugiarti immediatamente nello smartphone, usa questi momenti per:
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Osservare le sensazioni fisiche
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Notare i tuoi pensieri senza seguirli
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Praticare la gentilezza verso te stesso e gli altri intorno a te
4. L'ironia come antidoto al perfezionismo
Una delle scoperte più liberatorie che condivido nel mio lavoro terapeutico è il potere dell'autoironia. La ricerca dimostra che le persone capaci di ridere di sé stesse mostrano maggiore resilienza psicologica (Kuiper & Martin, 1998; Cann & Collette, 2014).
Per gli adolescenti, questo può significare imparare a ridere dei propri errori sui social invece di sentirsi devastati. Per i professionisti, può tradursi nella capacità di riconoscere con un sorriso i propri limiti invece di nasconderli dietro una facciata di perfezione.
5. Pratica STOP: un'ancora nella tempesta
Uno strumento che insegno sia agli adolescenti che ai professionisti è la pratica STOP, particolarmente efficace nei momenti di stress acuto:
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S: Stop (fermati, anche solo per un momento)
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T: Take a breath (prendi un respiro consapevole)
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O: Observe (osserva cosa sta accadendo dentro e fuori di te)
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P: Proceed (procedi con maggiore consapevolezza)
Questa semplice sequenza può interrompere il pilota automatico e creare quello spazio vitale tra stimolo e risposta in cui risiede la nostra libertà.
Il risultato: una trasformazione reale, non utopica
A differenza di quanto promettono i guru da strapazzo che critico nel mio libro, la mindfulness autentica non promette una vita senza problemi o uno stato di beatitudine permanente. Offre invece:
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Resilienza emotiva: La capacità di rimanere equilibrati anche quando la vita ci mette alla prova. I miei pazienti riferiscono di riuscire a recuperare più rapidamente dopo eventi stressanti, evitando il classico "effetto domino" in cui uno stress ne genera molti altri.
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Presenza consapevole: Adolescenti e adulti riportano di "perdersi" meno nei propri pensieri e di vivere più pienamente i momenti significativi della loro vita, dalle piccole gioie quotidiane agli eventi importanti.
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Risposta invece di reazione: Con la pratica, si sviluppa la capacità di rispondere alle situazioni difficili con intenzione invece di reagire automaticamente. Questo cambia radicalmente la qualità delle nostre interazioni e decisioni.
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Auto-compassione: Forse il cambiamento più significativo è lo sviluppo di un atteggiamento più gentile verso se stessi. Come dice una mia paziente adolescente: "Prima ero il mio peggior critico, ora sto imparando a essere la mia migliore amica."
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Capacità di trovare gioia nelle piccole cose: In un mondo che ci spinge sempre verso il "prossimo traguardo", riscopriamo la capacità di apprezzare ciò che c'è già – quel caffè del mattino, una risata con un amico, persino il sole che filtra dalla finestra.
La mia esperienza e il mio approccio
Nel mio lavoro come psicologo ed istruttore di mindfulness, utilizzo un approccio che combina il rigore scientifico con una buona dose di umorismo e praticità. Alla base del mio metodo c'è la convinzione, supportata dalla ricerca, che la mindfulness non debba essere qualcosa di "separato" dalla vita quotidiana, ma possa integrarsi naturalmente in essa.
Lavoro con professionisti che lottano contro il burnout e con adolescenti sopraffatti dalle pressioni scolastiche e sociali, utilizzando un approccio personalizzato che attinge alle tecniche validate dell'MBSR ma adattate alla vita reale di ciascuno.
Se ti ritrovi nei scenari descritti all'inizio di questo articolo – che tu sia un professionista esausto o un adolescente sotto pressione – sappi che esiste un percorso diverso. Non una soluzione magica, ma un cammino concreto verso una vita più equilibrata, consapevole e, oserei dire, anche più divertente.
Contattami per un primo colloquio (online o in studio) e iniziamo insieme un percorso verso un maggiore benessere.
Di Francesco Giampaolo, psicologo e autore di "Spazzare via le foglie: La (non) arte di vivere zen tra guru da strapazzo e influencer"
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